Verso una nuova  Chernobyl?

14.04.2023

La conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina è stata convocata dal governo italiano il 26 aprile 2023. Non riteniamo casuale che sia la stessa data in cui, nel 1986, si verificò l'incidente alla centrale nucleare, allora sovietica, di Chernobyl. Un disastro che provocò la contaminazione radioattiva dell'intero continente europeo. La guerra sul territorio ucraino accesa dalla invasione russa rischia oggi di provocare una Chernobyl 2. Il cessate il fuoco per aprire negoziati di pace può evitare il pericolo nei suoi aspetti più eclatanti. Dalle ore 16:00 alle ore 18:00 i Disarmisti esigenti indicono un appuntamento online per ricordare, riflettere, proporre una linea alternativa alle soluzioni militari ed energetiche con scopi bellici. L'Europa che vogliamo non è quella della tassonomia pro gas e pro nucleare, ma quella della conversione ecologica con il modello rinnovabile al 100%: una società strutturalmente pacifica.  

Una premessa politica al dossier sulla partita europea del nucleare, oggi.

In un mondo in cui le grandi potenze globali fanno parlare le armi per risolvere i loro contrasti egemonici, come assistiamo in Ucraina, un'Europa non espressione geografica, capace di superare questa logica e di lavorare per il primato del diritto internazionale, in termini formali e sostanziali, può spingere il cammino dalla tregua ad una pace stabile.

Questo compito di mediazione e riconnessione assume un valore decisivo in un momento storico in cui la "guerra mondiale a pezzetti" può tragicamente unificarsi con una esplosione globale ed anche nucleare.

L'Europa dovrebbe raccogliere due sfide fondamentali. La prima: aprire una via di uscita diplomatica dai conflitti in armi, in particolare dal conflitto con epicentro Ucraina, che ha aperto una piaga purulenta all'interno stesso del Continente. La seconda: una integrazione democratica che metta assieme una politica estera comune ed una politica della difesa ispirate dal "ripudio della guerra"; ed anche l'obiettivo di una società strutturalmente pacifica da costruire attraverso una conversione ecologica dell'economia.

L'Europa dei popoli, non l'Europa dei potenti (in realtà impotenti), dovrebbe essere l'organizzazione politica che dà la sveglia per salvare il Pianeta Terra dalle logiche mortali della potenza e del profitto illimitati. Esiste quindi una missione possibile per l'Europa, se si impegna con una autonomia sostanziale nel promuovere un nuovo modello economico e sociale.

In questo quadro di ragionamenti diventa allora credibile proporre la denuclearizzazione tra i percorsi principali per completare l'europeismo federalista sognato da Altiero Spinelli. La conversione ecologica infatti è pura retorica se non si appoggia su una conversione energetica che è decarbonizzazione ma anche denuclearizzazione. Forse soprattutto denuclearizzazione:  consideriamo, dandole il giusto peso, quale minaccia concreta per la sopravvivenza stessa dell'Umanità costituisca la tecnologia "atomica", con il suo inscindibile doppio uso civile-militare.

Ai nuovi movimenti ambientalisti che si sono affacciati, con grande clamore mediatico, nell'arena pubblica, noi "storici", ma non vecchi, possiamo e dobbiamo rammentare e spiegare un dato imprescindibile: al di là di ogni pregiudizio ideologico, non si può essere per la pace e la giustizia sociale e ambientale senza essere antinucleari!

Alfonso Navarra - portavoce dei Disarmisti esigenti

Gli SMR non sono una alternativa alle energie rinnovabili 

A proposito del Rinascimento Nucleare - postato da Daniele Barbi del Comitato antinucleare di Treviri

Di Thomas | 16/04/2023

I reattori modulari di piccole dimensioni (SMR) hanno ricevuto molta attenzione negli ultimi anni per i loro presunti vantaggi, come i costi più bassi e la flessibilità delle dimensioni. Soprattutto ora che le ultime tre centrali nucleari sono state chiuse (in Germania- ndr), questi reattori stanno ricevendo una nuova attenzione.

 (https://www.tagesschau.de/wissen/forschung/akw-der-zukunft-101.html) 

Tuttavia, gli SMR sono tutt'altro che una soluzione per l'approvvigionamento energetico.

Uno dei problemi principali degli SMR è lo smaltimento delle scorie radioattive. Questa rimane una sfida estremamente lunga e costosa. Poiché gli SMR, come tutti i reattori nucleari, producono scorie radioattive, è inevitabile che anche queste debbano essere stoccate in modo sicuro. Tuttavia, lo stoccaggio e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi comporta rischi e pericoli significativi, in quanto i rifiuti si irradiano per decine di migliaia di anni, rappresentando una minaccia per le generazioni future. Inoltre, la questione irrisolta dello stoccaggio definitivo non solo rappresenta un rischio per l'ambiente e la salute pubblica, ma peggiora anche in modo significativo il bilancio climatico dell'industria nucleare, che viene regolarmente sottovalutato nei calcoli di CO2 per l'energia nucleare.

Un altro problema è l'elevato rischio di incidenti e inconvenienti che possono verificarsi durante l'utilizzo degli SMR. Sebbene gli SMR siano considerati "più sicuri" delle centrali nucleari convenzionali, c'è ancora un certo rischio di incidenti gravi con conseguenze catastrofiche.

Esiste anche il rischio che gli SMR possano essere utilizzati per produrre materiale bellico. Se gli SMR non sono adeguatamente controllati, ciò può portare alla proliferazione, cioè alla diffusione massiccia di armi di distruzione di massa (armi nucleari). Si tratta di un rischio molto concreto che non deve essere sottovalutato.

Inoltre, esiste anche il rischio di attacchi terroristici o bellici agli SMR. Le centrali nucleari sono potenziali obiettivi per gruppi terroristici e Stati ostili che le vedono come bersagli facilmente accessibili per causare gravi danni e creare panico. Questo rischio è particolarmente evidente se si considera l'attuale guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. La Russia compie regolarmente attacchi alle città e alle infrastrutture ucraine. In questo contesto, le truppe russe hanno sparato contro le centrali nucleari ucraine, interrompendo la fornitura di energia elettrica che, in ultima analisi, può portare a una fusione. Questi attacchi sono un esempio allarmante della facilità con cui le centrali nucleari possono essere prese di mira nei conflitti armati. Inoltre, evidenziano il rischio che gli SMR possano diventare bersaglio di attacchi in futuro, soprattutto se sono decentralizzati e costruiti vicino alle aree urbane a causa delle loro dimensioni e della loro flessibilità.

Spesso, quando si discute della compatibilità climatica delle centrali nucleari e degli SMR, si ignora un dettaglio cruciale: l'incredibile energia necessaria per estrarre e trattare l'uranio e smaltire le scorie radioattive. L'estrazione dell'uranio, in particolare, è un processo ad alta intensità energetica, solitamente alimentato da combustibili fossili. Molti depositi di uranio hanno solo concentrazioni molto basse. Ciò significa che per estrarre una quantità sufficiente di uranio è necessario estrarre e lavorare enormi quantità di roccia. E questo comporta un notevole consumo di energia. Ma non è tutto. L'estrazione dell'uranio avviene spesso in Paesi in cui gli standard ambientali e lavorativi sono molto meno severi che in altre parti del mondo. Pertanto, spesso si verifica un enorme inquinamento ambientale e danni alla salute della popolazione locale. Alla luce di tutti questi fattori, è evidente che le centrali nucleari non sono di fatto una fonte di energia rispettosa dell'ambiente o del clima, se si considera l'intera catena che va dall'estrazione dell'uranio allo smaltimento finale.

Gli svantaggi e i rischi degli SMR sono notevoli e non possono essere semplicemente ignorati. Sembra che all'industria nucleare piaccia raccontare solo una parte della storia e preferisca tacere le verità più spiacevoli. Alla luce di questi rischi, gli SMR non dovrebbero essere considerati affatto sicuri o responsabili, ma un'altra minaccia per la sicurezza pubblica e l'ambiente. Esistono alternative migliori per l'approvvigionamento energetico: Le energie rinnovabili, che forniscono un approvvigionamento energetico sostenibile, economico e sicuro a lungo termine, senza i pericoli e i rischi del nucleare. Le energie rinnovabili devono essere ampliate rapidamente e integrate con tecnologie di stoccaggio.

Ulteriori informazioni su questo tema sono disponibili su (umweltFAIRaendern.de): Nuovi reattori nucleari? Secondo un nuovo studio, le aspettative formulate "non possono essere considerate complessivamente realistiche"

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