Verso il "partito della pace" che non c'è; e però dovrebbe esserci (almeno come movimento politico unitario organizzato)!
E' SEMPRE NECESSARIO E URGENTE RIPORTARE AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI! E COORDINARE LA DEMOCRAZIA DIRETTA E PARTECIPATIVA CON LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA!
E SERVE SEMPRE, AI MOVIMENTI CHE NON CREDONO ALLA PACE COSTRUITA SULLE VITTORIE MILITARI, UNA SPONDA ISTITUZIONALE IN EUROPA CHE SUPPORTI L'OPPOSIZIONE ALLE GUERRE E IL DISSENSO POPOLARE VERSO DI ESSE!
OCCHI SU STRASBURGO: OBIETTIAMO PER LA PACE NELLA LEGISLATURA COSTITUENTE SULLA GUERRA
CONFERENZA STAMPA A ROMA DEL 9 LUGLIO CHE PRESENTA IL PRESIDIO DAVANTI AL PARLAMENTO EUROPEO DAL 16 AL 19 LUGLIO
I Disarmisti esigenti, membri ICAN e WAR RESISTERS INTERNATIONAL, indicono una conferenza stampa, a Roma, il 9 luglio 2024, sul tema dell'OBIEZIONE ALLE GUERRE: l'argomento esige - è l'obiettivo dei promotori nonviolenti dell'iniziativa - una sponda istituzionale da parte degli eurodeputati sensibili alla pace perseguita non con vittorie militari ma con mezzi di pace.
Bisogna cioè lavorare per il cessate il fuoco immediato - non rifornendo di armi chi combatte, in tutti i conflitti - e specialmente nel conflitto ucraino - e per aprire e mediare immediatamente trattative di pace senza condizioni preliminari.
Si ritiene decisivo rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza come rifiuto di collaborare in qualsiasi modo agli omicidi organizzati di massa.
La sede dell'iniziativa romana del 9 luglio è la LIBRERIA D'AMICO, via Silvio D'Amico, 1- Roma, l'orario è dalle ore 11:00 alle ore 12:30,
La conferenza stampa è in preparazione di un presidio a Strasburgo, davanti al Palazzo del Parlamento Europeo, dal 16 al 19 luglio, i giorni della sessione di apertura della nuova legislatura, la decima.
Introduce Alfonso Navarra, coordinatore della rete disarmista e nonviole
Sono previsti gli interventi di Luigi Mosca (Armes Nucléaires STOP, fisico delle particelle elementari), Daniele Barbi (Comitato antinucleare di Treviri, Germania), Ennio Cabiddu (Lega per il disarmo unilaterale), Carla Biavati (Rete IPRI-CCP), Antonella Nappi (femminista, rappresentante di "Donne contro la guerra"), Cosimo Forleo (Associazione per la Scuola della Repubblica), Francesco Vitanza (Movimento per la qualità della vita), Patrizia Sterpetti (presidente WILPF Italia), Tiziana Volta (Marcia Mondiale per la pace e la nonviolenza),
Siamo in attesa della conferma di Olga Karatch (Our House di Vilnius, dissidente bielorussa in esilio) e di un esponente internazionale della Campagna Object War.
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Il Documento dei Disarmisti Esigenti & partners per la "lista dei pacifici" alle elezioni europee può diventare una base per una ulteriore elaborazione riferita al quadro politico nazionale
rif. Alfonso Navarra (cell. 340-0736871) ed Ennio Cabiddu (cell. 366-6535384) - Milano 9 settembre 2023
Primi firmatari (da risentire per conferma): Emanuela Baliva - Daniele Barbi - Michele Boato - (Milly Bossi Moratti) - Angelo Cifatte - Cosimo Forleo -Luigi Mosca - Giuseppe Musolino - Antonella Nappi -Cristina Rinaldi - Laura Marcheselli - Andrea Bulgarini - Marco Zinno - Mario Di Padova - Antonio De Lellis
Si richiedono le conferme delle adesioni già date e ulteriori adesioni. E sono ancora possibili integrazioni e sviluppi. Già nel maggio 2022 ci eravamo schierati per il "partito della pace che non c'è" come indicato da Michele Santoro. Firmare questo documento è stato una dichiarazione di impegno e di coinvolgimento, implicante la disponibilità personale ad essere informati su tutti gli sviluppi della presentazione alle elezioni europee della lista PACE TERRA DIGNITA': l'aggregazione dei "pacifici", organizzata da "Servizio pubblico", che nasce sin da "Pace proibita", avente una tappa fondamentale nella Staffetta dell'Umanità.
Lo sviluppo principale è stato, come è noto, l'effettiva presentazione della lista alle elezioni europee svoltesi l'8 e il 9 giugno 2024.
Il risultato delle urne è stato il 2,2 per cento, preso dalla lista, che, inferiore al quorum del 4 %, non ha permesso di inviare eletti a Strasburgo.
Bisogna quindi chiedersi, insieme a tutta la realtà dei 500mila votanti, se proseguire l'esperimento della lista PTD, strutturandosi in modo adeguato nella forma di un effettivo movimento politico.
Un primo appuntamento cui abbiamo chiamato è stato un incontro online su piattaforma Zoom (lo abbiamo svolto domenica 16 giugno e ora proponiamo il bis domenica 30 giugno):
Come sta l'opposizione alla guerra dopo il voto alle europee?, dom, 30/6/2024 17:30–20:00
https://us06web.zoom.us/j/83551455986?pwd=MUrXEInvMFd2gYawPTq28w7xE2rx1r.1
ID riunione: 835 5145 5986
Codice d'accesso: 300451
L'obiettivo della discussione, libera e aperta, sarà fare un bilancio delle prospettive dell'opposizione alla guerra dopo il voto europeo di questo giugno (8-9 giugno in Italia, come già riportato).
La lista Pace Terra Dignità non ha raggiunto il quorum del 4%. Vuol dire che possiamo considerare chiusa l'ipotesi?
All'Arena di Verona Papa Francesco ha benedetto lo sforzo di Padre Alex Zanotelli per un nuovo movimento pacifista organizzato. Come ci poniamo rispetto ad esso?
E' possibile che questi percorsi si incrocino per camminare dei tratti insieme?
Vi sono poi le campagne che abbiamo lanciato con l'appello "per riportare al voto e alla politica di base i delusi e gli arrabbiati".
L'appello con le proposte lo troviamo al link: https://www.petizioni24.com/listapaceterraeuropee
Su una idea noi Disarmisti esigenti intendiamo comunque lavorare, come prospettiva: costituire al Parlamento europeo un gruppo parlamentare incentrato, per l'intanto, sull'uscita dell'Europa dalla guerra.
Occorrono 23 deputati spalmati su 7 Stati e, in teoria, tra M5S italiano, eletti pacifisti come Strada, Tarquinio, Salis, Lucano, Partito comunista portoghese ed altre organizzazioni della sinistra radicale, sarebbe possibile cominciare a pensare di metterlo insieme.
Una possibilità però più alla portata e immediata è la costituzione di un gruppo interparlamentare informale di opposizione alla guerra.
Noi comunque, eredi di una cultura e di una organizzazione antimilitarista nonviolenta "centenaria", continuiamo la lotta di base e l'impegno per offrirle una sponda istituzionale adeguata, nelle modalità tatticamente possibili.
Se è vero che è stato scavato un baratro tra rappresentanza e popolo (più del 50% non si è recato alle urne!), e se è vero che in questa tornata europea si è addirittura allargato (complice la paura del fascismo che ha sovrastato la paura della guerra), faremo la nostra parte perché non si disperda la mobilitazione entusiasta che abbiamo visto svilupparsi in questi mesi...
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Riportiamo, adesso, per cominciare, il testo di un nuovo incontro online tra i firmatari, previsto, appunto, per il 30 giugno 2024.
A questo punto, in aggiunta e di seguito, sottoponiamo ai firmatari due elaborazioni.
1) La lettera agli eurodeputati per costituire il gruppo formale di obiezione alle guerre; ed - in subordine - un gruppo interparlamentare informale di opposizione alle guerre.
2) Il documento originario da voi sottoscritto, elaborato nell'estate 2023, sintetizzato e riadattato per il contesto nazionale, eventualmente in vista di una convergenza unitaria dei "pacifici" alle prossime elezioni politiche del 2027
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Riportiamo ora il testo di un nuovo incontro online, dopo quello del 16 giugno, programmato per il 30 giugno 2024.
Questo testo (rinvenibile al link https://disarmistiobiettori.webnode.it/l/opposizioneguerradivisiva/) è seguito dall'invito redatto per l'incontro svoltosi il 16 giugno 2024, avente per oggetto la proposta di un gruppo formalmente costituito di eurodeputati al Parlamento europeo di obiezione alle guerre. Un passo intermedio verso l'obiettivo è la costituzione di un gruppo informale di eurodeputati per l'opposizione alle guerre e la pace disarmata. I disarmisti esigenti indicono una conferenza stampa per l'8 luglio al CESV di via Liberiana a Roma. Ed un presidio di sensibilizzazione a Strasburgo, il 16 luglio, davanti la sede del Parlamento europeo.
Subito dopo le elezioni europee la vincitrice nel campo del centro-sinistra, Elly Schlein, la nuova e giovane segretaria del PD, ha convocato una manifestazione "uniti per la Costituzione" che si è tenuta il 18 giugno, a Roma, in piazza Santi Apostoli. Hanno raccolto il suo appello in tantissimi, dal M5S fino ai liberali/radicali di +Europa. Non sono mancati in piazza Rifondazione comunista (Maurizio Acerbo ha parlato dal palco) e Michele Santoro, il promotore di PACE TERRA DIGNITA' (voci, da verificare, lo danno in procinto di fare un passo indietro personale sul progetto di movimento e concentrato su un futuro suo programma televisivo in RAI).
Il "fronte popolare costituzionale", proiettato verso una mobilitazione permanente, si prepara a diventare schieramento referendario "contro il premierato" con discrete possibilità di vittoria. Leggiamo su "Il Manifesto quotidiano" che "l'ordine di scuderia per gli interventi dal palco era evitare di parlare delle guerre (tema assai divisivo) e tutti si sono attenuti, concentrandosi sulle botte a Donno".
Siamo quindi entrati nell'epoca dell'"opposizione alla guerra divisiva", dentro una "battaglia per la Costituzione" (no al premierato, no all'autonomia differenziata), che però - a quanto pare - espunge il famoso articolo 11 del ripudio.
"Battere questa destra è un formidabile programma politico", ha tuonato dal palco Nicola Fratoianni, di AVS. Ora però è logico considerare una serie di domande rispetto a uno "sforzo unitario" che deve coinvolgere chi ha voluto fare della "pace disarmata" il tema centrale della campagna elettorale e l'orizzonte per la costruzione di una società alternativa senza grilli ideologici per la testa.
1- Domanda numero uno. La difesa unitaria della Costituzione può fare a meno dell'articolo 11 senza tradire nella sostanza lo spirito dell'antifascismo?
2- Domanda numero due. In termini di strategia politica, può risultare vincente - una tale difesa - carente se non addirittura monca - quando proprio la guerra con le sue conseguenze pratiche diventa il fattore decisivo per accrescere il disagio sociale su cui sta prosperando la destra (tenendo anche conto che la destra estrema su questo punto apre a una demagogica rappresentanza del sentimento pacifista maggioritario nel popolo)?
3- Domanda numero tre. Non sarebbe invece il caso di creare un "fronte costituzionale" sull'insieme dei diritti umani, comuni e pubblici, ribadendo la centralità del "diritto alla pace", oltretutto in un momento in cui l'escalation bellica può diventare incontrollabile e portarci ad uno scontro diretto NATO-Russia, con annesso rischio di scambi crescenti di colpi nucleari, oggi esplicitamente minacciati?
Indiciamo - molti siamo in vacanza, lo sappiamo, ma il problema merita che ci si faccia subito mente locale e si prenda posizione - su questi tre interrogativi, domenica 30 giugno 2024, una consultazione online tra i soggetti che condividono la necessità di fermare l'avanzata politica e sociale delle destre.
L'antifascismo da coltivare però riteniamo che debba nutrirsi della consapevolezza che l'obiettivo superiore oggi, anche per la difesa della Costituzione, è portare l'Italia e l'Europa ad uscire dalle guerre, ed innanzitutto dalla Guerra Grande che si combatte sul terreno Ucraino, lavorando "per un ordine internazionale che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni" (secondo comma art. 11 Cost.).
I disarmisti esigenti ti stanno invitando a una riunione pianificata in Zoom.
Argomento: L'opposizione alla guerra è diventata divisiva per la difesa della Costituzione?- Confronto online
Ora: 30 giu 2024 05:30 PM Roma
Entra Zoom Riunione
https://us06web.zoom.us/j/83551455986?pwd=MUrXEInvMFd2gYawPTq28w7xE2rx1r.1
ID riunione: 835 5145 5986
Codice d'accesso: 300451
Trova il tuo numero locale: https://us06web.zoom.us/u/kcPmkUm3n5
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DOCUMENTO 1 - LETTERA AGLI EURODEPUTATI PER UNA EUROPA CHE SI OPPONGA ALLE GUERRE E LAVORI ALLA PACE DISARMATA
da parte di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti. Per contatti: cell.+39 340-0736871
e del Gruppo organizzativo
Daniele Barbi – Ennio Cabiddu – Cosimo Forleo – Luigi Mosca
con il sostegno di prime/i firmatarie e firmatari dell'appello per una lista dei pacifici alle elezioni europee (circa 1.400 aderenti)
Si vada al seguente link su questo stesso sito:
https://disarmistiobiettori.webnode.it/l/eurodeputatiobiettori/
OGGETTO: Prospettiva della costituzione formale al Parlamento europeo di un gruppo parlamentare per l'opposizione ("obiezione") alle guerre
Non in subordine, ma come obiettivo alla portata immediata: proposta di un gruppo interparlamentare informale per l'opposizione alle guerre
· Testo sintetico vetrina mail
· Testo documento esteso allegato mail (ancora da inserire su questa pagina)
Testo sintetico vetrina mail
Care elette ed eletti in Italia che avete puntato, nella campagna elettorale per queste europee 2024, alla centralità delle tematiche pacifiste per l'opposizione alle guerre: incontriamoci e parliamo su come proseguire insieme il cammino!
Vi diamo appuntamento di persona il 9 luglio, alle ore 11:00, presso la LIBRERIA D'AMICO, di via Silvio D'Amico 1, a Roma, in un incontro pubblico aperto alla stampa.
In ogni caso siamo disponibili ad ogni tipo di colloquio e contatto personale. (...)
Per quanto riguarda i contenuti, ci permettiamo di sottolineare e ripresentare - sotto riportato - quanto avevamo già proposto nel documento citato, di seguito esposti e rinvenibili al link: https://www.petizioni24.com/listapaceterraeuropee
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DOCUMENTO 2 ANCHE PER LE ELEZIONI POLITICHE NAZIONALI DEL 2027
QUI sotto una bozza del documento dell'elaborato nell'estate 2023 sintetizzato e riadattato per il contesto nazionale, in vista di una possibile presentazione di "pacifici" alle prossime elezioni politiche del 2027, si spera con capacità di convergenza unitaria maggiore di quella messa in campo per le elezioni europee del 2024...
Siamo per la presentazione di una lista indipendente per la pace alle elezioni politiche del giugno 2027, che riteniamo utile, anzi indispensabile, non per il "sogno della pace", quello che, ad esempio, poteva avere nel cuore Martin Luther King, o qualsiasi altro "sogno" accarezzato da chiunque altro, ma per un lavoro laico e mirato, che inverta, se possibile, la tendenza globale alla guerra e al rafforzamento in atto del sistema di guerra.
L'Italia europea per la quale ci battiamo deve (e si tratta di obiettivi che hanno una loro plausibilità e fattibilità):
1) Denuclearizzare sia in campo militare, sia in campo civile
2) Convertire le spese militari in investimenti sociali (beni comuni e pubblici) e per la conversione ecologica: dire no alla guerra e sì alla pace significa considerare anche la guerra sociale ai beni comuni e l'utilizzo delle armi finanziarie come il debito.
3) Predisporre un modello di difesa che, nel rispetto dell'articolo 11 della Costituzione, attui il transarmo progressivo verso la resistenza nonviolenta quale capacità di opporsi all'ingiustizia con mezzi costruttivi, basati sulla forza dell'unione popolare.
Alcune campagne dei movimenti di base vanno sostenute da una sponda istituzionale più salda, sicura, convinta:
1- La proibizione delle armi nucleari che va messa in rapporto con il No First Use.
2- L'opposizione al ritorno del nucleare civile.
3- Object War per il diritto internazionale al non partecipare direttamente ai combattimenti armati.
4- L'obiezione di coscienza nelle sue varie forme e modalità: oltre a quella al servizio militare, le obiezioni alle spese militari, alle banche armate, alle produzioni e ai traffici bellici.
5- Il contrasto alla militarizzazione della scuola, dell'università, della ricerca scientifica.
La lista da mettere in campo dobbiamo rivolgerla non, in modo limitato, alla "tribù pacifista" ma, in modo più ampio, ai "pacifici", ad uno spontaneo atteggiamento e sentimento della maggioranza popolare, in Italia legittimato da una Costituzione esplicitamente e marcatamente pacifista. Deve servire a riconquistare alla politica di base settori che si sono relegati, per disperazione e per rabbia, nell'astensionismo.
Questa crisi di partecipazione ha un motore da non sottovalutare anche nel disprezzo dimostrato da tutto il quadro politico istituzionale verso il ripudio della guerra provato dal sentire popolare maggioritario. Gli stessi "media con l'elmetto" continuano a riferire di cinque punti in cui sia il governo che l'opposizione contraddicono la volontà popolare: 1) no aiuti militari ai belligeranti, incluso il governo ucraino (la popolazione va sostenuta in tutti gli altri modi possibili); 2) no aumento delle spese militari e della militarizzazione; 3) no sanzioni economiche distruttive ed autodistruttive; 4) cessate il fuoco immediato senza condizioni e avvio di trattative per la sicurezza globale; 5) rispetto dei referendum sui beni comuni per l'acqua pubblica e contro l'energia nucleare da fissione.
L'Arcobaleno deve spuntare per dare una rappresentanza coerente al no alla guerra. Dipende da tutte/i noi far emergere la pacifica e spontanea volontà popolare senza il quale non sono credibili neanche i percorsi per il clima e la giustizia sociale. Sottolineando lo spirito dell'aggiunta nonviolenta: non dobbiamo considerare i concorrenti elettorali come un nemico, tanto più se, anche grazie alla nostra sollecitazione, si pongono in qualche modo il tema del disarmo e della fine della guerra con una soluzione diplomatica.
L'alternativa al sistema di guerra deve concretizzarsi in un impegno per la quale la società strutturalmente pacifica, contro la decrescita infelice provocata dal conflitto bellico, si fa pane quotidiano, coinvolgendo gli operatori economici in politiche e pratiche per una economia della solidarietà contro la logica del neoliberismo e del profitto illimitato. Proviamo a partire dal settore agricolo, che rappresenta una quota consistente del bilancio complessivo dell'UE.
Quando Alexander Langer diceva: "Più lento, più dolce, più profondo" è perché nel modo di fare politica intendeva adottare la differenza femminile, nel praticare "atteggiamenti più includenti, più comprensivi, più capaci di dialogo, più capaci di creare delle convergenze, delle condivisioni anche su fronti diversi ma per comuni obiettivi, per comuni ideali, per comuni necessità da soddisfare".
La comunità politica che si va a creare deve realizzare quella libertà di potere fare insieme le cose, la libertà come partecipazione, la libertà "eguale" come fondamento della democrazia di cui parla anche la Costituzione italiana. Citiamo Nelson Mandela: «Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri».