Siamo tutte/i potenziali Gazawi

09.05.2024

Di fronte alla "guerra globale" che si prospetta siamo tutte/i Gazawi potenziali  

(seguito da articolo sul 15 maggio - giornata internazionale dell'obiezione di coscienza al servizio militare: NON UCCIDERE! RISPETTA LA VITA!  L'articolo - che è un mini-dossier sulla obiezione alla guerra - è anche scaricabile come file word subito qui sotto)


La situazione dei Gazawi che tanto ci sta a cuore e in cui ci immedesimiamo deve spingerci a empatizzare con i popoli violentati, tanto più quando ci si può trovare in prima persona nella condizione: "de te fabula narratur".

Riunione Zoom organizzata dai Disarmisti esigenti. Siamo tutt* Gazawi potenziali: obiettiamo alla guerra! Ora: 12 mag 2024 17:30 - fino eventualmente alle 20:00
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https://us06web.zoom.us/j/81885320321?pwd=pbJ9bS4keF67vgZa9fpUYL2dMEkUVm.1
ID riunione: 818 8532 0321Codice d'accesso: 860677

Alla vigilia del 15 maggio, Giornata internazionale per l'obiezione di coscienza al servizio militare, una nuova iniziativa internazionale è stata lanciata dai soggetti promotori della #ObjectWarCampaign (per la protezione europea degli obiettori russi, bielorussi e ucraini): si chiama #RefuseWar .

Lo scopo è sostenere tutti coloro che rifiutano la guerra in qualsiasi parte del mondo, tutti gli obiettori di coscienza ovunque si trovino facendo da sponda alle migliaia di persone che rifiutano la guerra e il sistema militarista e sostengono la pace e le alternative nonviolente.

I Disarmisti esigenti, per il tramite della LOC (componente della nostra Rete) membri WRI, aderiscono con convinzione ed entusiasmo Consapevoli che il NO alla guerra deve essere serio e coerente; ed anche per questo deve sapersi accompagnare ad alternative costruttive.

#RefuseWar invita tutti, ovunque, all'azione attraverso la pubblicazione di una dichiarazione di "rifiuto" e di "sostegno". Tutti sono infatti invitati a pubblicare in una mappa interattiva creata ad hoc sul sito www.refusewar.org una breve dichiarazione sul modello di "Io rifiuto/obietto... . Io sostengo/appoggio... .

IL NOSTRO NO – IO RIFIUTO

Ci opponiamo alle guerre e al sistema di guerra. Siamo convinti che l'obiezione di coscienza costituisca insieme una strategia ed una pratica fondamentale, di natura politica oltre che etica, per opporsi alle politiche e alle dinamiche di guerra. In particolare, in questa congiuntura storica per l'Italia, sempre più coinvolta nello scontro tra NATO e Russia sul territorio ucraino, abbiamo lanciato una dichiarazione di impegno, sottoscrivibile al seguente link:

https://www.petizioni24.com/obiezione_alla_guerra_e_al_servizio_militare_impegno_per_la_difesa_nonviolenta/

TESTO DELLA DICHIARAZIONE DI IMPEGNO - DA SOTTOSCRIVERE, APPOGGIARE, DIFFONDERE PER L'OBIEZIONE ALLA GUERRA - PER L'OBIEZIONE (ANCHE PREVENTIVA) AL SERVIZIO MILITARE CHE LA PREPARA - PER ATTUARE E COSTRUIRE LA DIFESA NONVIOLENTA -PER IMPLEMENTARE L'ALBO PUBBLICO DEGLI OBIETTORI

Dopo aver sottoscritto il testo su cui sopra compilando il form che si trova su questa pagina web di petizioni.com: scrivere a (aggiungendo eventualmente considerazioni e motivazioni personali): protocollo.centrale@pec.quirinale.it – presidente@pec.governo.it – segreteria.ministro@difesa.it

Tra gli ultimi  firmatari segnaliamo Michele Santoro e Maurizio Acerbo

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Di fronte alla "guerra totale" che si prospetta siamo tutte/i Gazawi potenziali

La situazione dei Gazawi che tanto ci sta a cuore e in cui ci immedesimiamo deve spingerci a empatizzare con i popoli violentati, tanto più quando ci si può trovare in prima persona nella condizione: "de te fabula narratur".

Abbiamo un massacro da prevenire: il nostro. È vero che siamo, nel nostro immaginario, tutti altruisti alla Don Chisciotte, ma cerchiamo, per favore, di non perdere i contatti con il popolo di Sancho Panza di cui facciamo parte. Il "pacifismo strumentale", in cui si riconosce la maggioranza degli italiani, non deve farci schifo, anzi è un imperativo strategico intercettarlo e organizzarlo.

È in ballo, con la guerra ad alta intensità, la vita di centinaia di milioni di persone. E, se va bene, la loro, la nostra, caduta in miseria, grazie ai sacrifici imposti dall'economia di guerra.

Michele Santoro, nella sua ultima comparsata a "Di Martedì" di Floris (7 maggio 2024) ha molto insistito sul commentare una intervista rilasciata al Corriere della Sera da Mario Monti: "l'Europa si rifà con un bagno di sangue". Il giornalista, promotore della lista PACE TERRA DIGNITA,' ci informa che per lo scontro diretto NATO/Russia si passa dallo scenario ormai ufficiale, divulgato da Macron, che non è affatto un Capitan Fracassa, ai piani operativi per l'invio di truppe NATO in Ucraina nel caso l'esercito russo sfondasse le linee ucraine (si smentisce ovviamente che questi piani siano pronti). E, sempre secondo Santoro, si sta già preparando, su basi atlantiste e belliche, il governo di unità nazionale Meloni Schlein (e magari anche Conte). Qui andrebbe capito, a suo dire, che la finanza occidentale ha scelto la guerra per mantenere il suo controllo quasi monopolistico sui mercati mondiali. Ed anche Trump dovrà obbedire.

Le analisi sono necessarie ma non devono riguardare la solita caduta tendenziale del saggio del profitto: più modestamente e urgentemente dovremmo puntare i riflettori sulle tendenze più urgenti e pericolose, anche se, forse, non di profonda struttura sistemica. E agire di conseguenza.

Diciamo che dobbiamo anche occuparci del medio periodo perché nel lungo, come dice un luogo comune, siamo tutti morti. E qui dovremmo prendere il monito di Keynes nel senso letterale!

La campagna che in questo momento ci sembra più adeguata è l'obiezione alla guerra. Una obiezione che deve riguardare anche la ricerca di tipo militare, con i problemi che ci pone il "dual use". Noi proponiamo una iniziativa che ha un aspetto saliente di impegno preventivo. Noi, questa iniziativa, la intendiamo aperta, aperta anche alla diserzione. Ecco una posizione che, ad esempio, abbiamo deciso di includere: "La difesa della Patria non mi interessa in nessun caso e non intendo essere registrato su un Albo". E la nostra impostazione preferenziale, nel contesto dell'auspicio ai cento fiori da veder crescere, a differenza di quella di altri nonviolenti a parole più ortodossi, intende prendere di mira lo sfruttamento di manodopera giovanile da parte degli enti serviziocivilisti, che per lo più hanno tradito la conquista che alla Lega Obiettori di coscienza è costata, nel corso degli anni, circa 150 persone che si sono fatti dapprima anni, infine mesi di galera.

Quindi adesso ci diamo da fare per distribuire materiale su: impegno per "Object war" e "Refuse war", sperando che le giovani e i giovani sappiano raccogliere il testimone dei soggetti collettivi  che sono riuscito a fare sospendere, con fatica e determinazione prolungate nel tempo, la leva obblibatoria…

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Alla vigilia del 15 maggio, Giornata internazionale per l'obiezione di coscienza al servizio militare, una nuova iniziativa internazionale è stata lanciata dai soggetti promotori della #ObjectWarCampaign (per la protezione europea degli obiettori russi, bielorussi e ucraini): si chiama #RefuseWar .

Lo scopo è sostenere tutti coloro che rifiutano la guerra in qualsiasi parte del mondo, tutti gli obiettori di coscienza ovunque si trovino facendo da sponda alle migliaia di persone che rifiutano la guerra e il sistema militarista e sostengono la pace e le alternative nonviolente.

I Disarmisti esigenti, per il tramite della LOC (componente della nostra Rete) membri WRI, aderiscono con convinzione ed entusiasmo Consapevoli che il NO alla guerra deve essere serio e coerente; ed anche per questo deve sapersi accompagnare ad alternative costruttive.

#RefuseWar invita tutti, ovunque, all'azione attraverso la pubblicazione di una dichiarazione di "rifiuto" e di "sostegno". Tutti sono infatti invitati a pubblicare in una mappa interattiva creata ad hoc sul sito www.refusewar.org una breve dichiarazione sul modello di "Io rifiuto/obietto... . Io sostengo/appoggio... .


IL NOSTRO NO – IO RIFIUTO

Ci opponiamo alle guerre e al sistema di guerra. Siamo convinti che l'obiezione di coscienza costituisca insieme una strategia ed una pratica fondamentale, di natura politica oltre che etica, per opporsi alle politiche e alle dinamiche di guerra. In particolare, in questa congiuntura storica per l'Italia, sempre più coinvolta nello scontro tra NATO e Russia sul territorio ucraino, abbiamo lanciato una dichiarazione di impegno, sottoscrivibile al seguente link: https://www.petizioni24.com/obiezione_alla_guerra_e_al_servizio_militare_impegno_per_la_difesa_nonviolenta/

TESTO DELLA DICHIARAZIONE DI IMPEGNO - DA SOTTOSCRIVERE, APPOGGIARE, DIFFONDERE PER L'OBIEZIONE ALLA GUERRA - PER L'OBIEZIONE (ANCHE PREVENTIVA) AL SERVIZIO MILITARE CHE LA PREPARA - PER ATTUARE E COSTRUIRE LA DIFESA NONVIOLENTA -PER IMPLEMENTARE L'ALBO PUBBLICO DEGLI OBIETTORI

"Signor Presidente Mattarella, le scrivo la presente per dichiararmi obiettore di tutte le guerre e della preparazione delle guerre mediante il servizio militare. L'ingabbiamento delle nostre forze armate nelle attuali strategie NATO non consente di attuare il "ripudio della guerra" stabilito nell'articolo 11 della nostra Costituzione. Tanto più che condivido pienamente l'opinione dell'antimilitarismo nonviolento, ribadita autorevolmente anche da Papa Francesco: "Oggi non esistono guerre giuste". L'aria che tira è quella di un ripristino di forme di mini-naja. In relazione a questa eventualità comunico da subito che, qualora dovessi ricevere la chiamata a presentarmi presso un ufficio militare preposto all'arruolamento, la mia risposta sarà un bel "Signornò!" antimilitarista. Non mi presenterò alla visita militare che dovrà verificare la mia idoneità. Mi avvarrò del diritto universale umano di chiedere, per obbedienza alla coscienza, di adempiere agli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile orientato alla difesa nonviolenta, e quindi rispondente come il servizio armato al dovere costituzionale di difesa della Patria. Ritengo doveroso da parte dello Stato organizzare, applicando normative già in vigore conquistate dalla lotta nonviolenta, la mia formazione ed il mio inquadramento dentro un Corpo civile di pace, possibilmente europeo, per attuare l'impegno istituzionale dell'ONU alla sicurezza comune dell'Umanità. Solidarizzo, attivando i mezzi concreti di cui dispongo, con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, russi, bielorussi, ucraini, israeliani e palestinesi, e con chiunque, giovane o meno giovane, rifiuti di partecipare alle guerre che si stanno combattendo in questo momento. Tenendo presente che presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza, chiedo che Ella rammenti al Ministro Crosetto che deve aggiornare tale elenco con il mio nome e che deve rendere consultabile tale elenco generale, essendo l'obiezione alla guerra un atto pubblico".

Dopo aver sottoscritto il testo su cui sopra compilando il form che si trova su questa pagina web di petizioni.com: scrivere a (aggiungendo eventualmente considerazioni e motivazioni personali): protocollo.centrale@pec.quirinale.it – presidente@pec.governo.it – segreteria.ministro@difesa.it 


NON UCCIDERE! RISPETTA LA VITA! 

15 MAGGIO - Giornata internazionale dell'obiezione di coscienza al servizio militare


NON UCCIDERE! RISPETTA LA VITA UNIVERSALE!

OBIEZIONE ALLA GUERRA - OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE

UN DOSSIER AD USO POLITICO (ED EVENTUALMENTE ANCHE DIDATTICO)

Di Alfonso Navarra – coordinatore dei Disarmisti esigenti

(vai anche su: https://disarmistiobiettori.webnode.it/l/siamo-tutti-gazawi/)

1- IL 15 MAGGIO E' LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE

2- LA DEFINIZIONE DI OBIEZIONE DI COSCIENZA DI ALDO CAPITINI, FONDATORE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO ITALIANO

3- LA WAR RESISTERS' INTERNATIONAL, FONDATA NEL 1921 DAGLI OBIETTORI DI COSCIENZA INGLESI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

4- LO STATUS INTERNAZIONALE DEL DIRITTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA

5- LA SITUAZIONE GIURIDICA DEL DIRITTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA IN ITALIA

6- L'ALBO DEGLI OBIETTORI – CHE ATTUA LA LEGISLAZIONE VIGENTE - DISTINGUE LA NOSTRA CAMPAGNA DA ALTRE SIMILARI INIZIATIVE NONVIOLENTE

7- LA SITUAZIONE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA ANTIMILITARISTA NEL MONDO E LA PROSPETTIVA DEL RITORNO DELLA LEVA OBBLIGATORIA

8- LE OPZIONI DI MINI-NAJA PER LA GERMANIA ALLO STUDIO DEL "GOVERNO SEMAFORO" (ROSSO-GIALLO-VERDE)

9- OBJECT WAR CAMPAIGN SI ESTENDE A REFUSE WAR CAMPAIGN. NOI ADERIAMO CON L'OBIEZIONE ANCHE PREVENTIVA ALLA MINI-NAJA

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NON UCCIDERE! RISPETTA LA VITA UNIVERSALE!

15 MAGGIO: LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA AL SERVIZIO MILITARE

UN DOSSIER AD USO DIDATTICO E POLITICO (versione 2 18/05/2024)

Di Alfonso Navarra – coordinatore dei Disarmisti esigenti

(si ringraziano, per la collaborazione, Mario Di Padova e Tonino Drago)

(vai anche su: https://disarmistiobiettori.webnode.it/l/siamo-tutti-gazawi/)

Hannah Arendt ce lo ha insegnato: "Si può sempre dire un sì o un no". La frase di è incisa sul muro che delimita il "Giardino dei Giusti del Mondo" di Padova. La prima dote della coscienza è una disposizione: essere convinti che solo se tu fai la cosa giusta puoi avere la ragionevole speranza che anche altri facciano lo stesso, seguendo il tuo esempio. Ne discende, come corollario, l'avanzare il primo passo nella direzione della pace, fare gesti di disarmo unilaterale, preparare la pace attraverso atti di pace, usare i mezzi omogenei al fine che ti proponi.

"Non uccidere!", recita il primo comandamento di tutte le religioni storiche.

"Non uccidere! Rispetta tutta la Vita!" aggiungeremmo oggi, che ci siamo elevati alla coscienza ecologica globale. (Non confondiamo perciò questo slogan con un appello pro-life, anche se va detto che in Italia, ma non solo, esiste nell'obiezione antimilitarista una forte componente di obiettori che seguono l'insegnamento antiabortista della Chiesa Cattolica).

L'obiezione di coscienza ad uccidere i propri simili nei conflitti tra Stati - e a prepararsi in modo organizzato a tali uccisioni, come se una divisa potesse giustificarle e nobilitarle- ha la sua giornata: il 15 maggio. Tra le varie forme di obiezione pacifiste, in questa giornata, ci si focalizza, in particolare, sull'obiezione di coscienza al servizio militare. Ma obiezioni contro gli omicidi organizzati di massa sono anche quelle all'industria bellica, alla finanza armata, ai trasporti di armi, ai bilanci militari…

Questa "celebrazione" antimilitarista è stata lanciata, nel 1982, da una riunione di obiettori alla guerra dell'Europa occidentale. Nel 1985, è stata formalmente adottata dall'Ufficio Europeo degli Obiettori di Coscienza e presto ha ricevuto il riconoscimento mondiale – essendo stata adottata da War Resisters' International – ed è passata da Giornata Europea degli Obiettori di Coscienza a Giornata Internazionale degli Obiettori di Coscienza. Da allora, è stata caratterizzata da veglie fuori dalle carceri o dalle caserme dove sono detenuti gli obiettori, da manifestazioni presso le ambasciate degli Stati in cui gli obiettori non sono riconosciuti e/o trattati ingiustamente, da spettacoli teatrali di strada e da cerimonie in cui i nomi degli obiettori di coscienza del passato o del presente vengono letti e onorati pubblicamente. Scopo dell'iniziativa: promuovere azioni nonviolente che illustrino il valore dell'obiezione di coscienza contro il fenomeno bellico che l'ONU definisce, giustamente, un flagello; e sostenere coloro che, in tutto il mondo, rifiutano di parteciparvi o di prepararsi ai massacri.

Se c'è qualche entità (statale o politica) che ha cominciato a muovere i caccia bombardieri e i carri armati per fare valere le proprie presunte ragioni, i combattimenti armati tra uomini, ed oggi anche donne, in divisa non sono affatto l'unico modo di affrontare e risolvere le controversie e/o potersi difendere!

Possiamo, al pari della nonviolenza, considerare l'obiezione di coscienza "antica come le montagne" e da sempre, ovviamente anche oggi, la scelta di rifiutarsi di uccidere può costare persino la vita. Ecco qualche esempio. Massimiliano nel 295 d.C. decise come cristiano di non servire nell'esercito romano, e fu sommariamente decapitato con la spada che suo padre aveva intenzione di dargli dopo aver prestato giuramento come soldato. Più di duecento obiettori di coscienza furono fucilati da un plotone d'esecuzione o decapitati con la ghigliottina nella Germania nazista durante la Seconda guerra mondiale. Ancora nel 1949 due obiettori di coscienza furono fucilati in Grecia. Lo scandalo internazionale ha portato ad una grazia per un terzo.

Tra le due guerre mondiali un obiettore francese fu detenuto per vent'anni nella famigerata colonia penale dell'Isola del Diavolo, al largo della Guyana francese. Tre obiettori di coscienza sono stati detenuti ininterrottamente dal 1994 in Eritrea. Nel 1916, trentacinque obiettori di coscienza britannici sono stati formalmente condannati a morte per fucilazione, anche se immediatamente rilasciati; d'altra parte, più di un centinaio di obiettori britannici della Prima guerra mondiale sono noti per essere morti prematuramente a causa del loro trattamento in prigione o nell'esercito…

LA DEFINIZIONE DI OBIEZIONE DI COSCIENZA DI ALDO CAPITINI, FONDATORE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO ITALIANO

Aldo Capitini, il filosofo italiano della nonviolenza, definisce l'obiezione di coscienza come "l'opposizione a partecipare alla preparazione e all'attuazione della guerra, vista particolarmente come uccisione di esseri umani". Questa definizione mette in luce la sua visione dell'obiezione di coscienza non solo come un atto legale o politico, ma come un'espressione profonda di valori personali e morali che si oppongono alla violenza e alla guerra.

Questa definizione di Capitini la troviamo, ad esempio, nel saggio "Le tecniche della nonviolenza", pubblicato dall'editore Feltrinelli.

Secondo Capitini, l'obiezione di coscienza non è necessariamente inerente al servizio militare. Per obiezione di coscienza si intende il rifiuto ad obbedire a un comando dell'autorità in forza ad un imperativo della coscienza che può scaturire da una fede religiosa, da una concezione filosofica, da convinzioni politiche, da ragioni morali.

Vi leggiamo: "L'obbiezione di coscienza verso il servizio militare nella storia non solo di secoli, ma di millenni, si fonda su due tipi di ragioni. Il primo tipo è di non riconoscere a nessuno e nemmeno allo Stato il diritto di costringere un uomo ad agire contro la propria coscienza. Il secondo tipo è di porre come superiore al potere dello Stato il rapporto amorevole con tutti gli esseri umani (...). (Se noi esaminiamo i motivi che la giustificano nelle stesse dichiarazioni degli obbiettori, vediamo che in essa non c'è nulla di individualistico - ndr). Certo è che l'obbiettore di coscienza deve e vuole mostrare che non è un vile, che il suo motivo è umanitario e non utilitario; che, se egli deve mettere in pericolo la propria vita, vuol farlo per un ideale che egli realmente professa. (...) C'è da osservare, infine, che l'orientamento all'obbiezione di coscienza non si arresta alla legge che la riconosce. (...) Nello sviluppo della guerra e nell'accrescersi immenso della sua capacità distruttiva, l'obbiezione di coscienza ha accresciuto il suo carattere collettivo di avvertimento a tutti, di avanscoperta di un pericolo comune, e non ci sono leggi o istituzioni che possono farla contenta se non quelle che per sempre sostituiscano efficacemente il modo bellico di regolare i conflitti che, con le forze atomiche, va ben oltre la soluzione dei conflitti stessi, e diventa disastro generale".

LA WAR RESISTERS INTERNATIONAL FONDATA NEL 1921 DAGLI OBIETTORI DI COSCIENZA INGLESI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Nel periodo seguente alla Prima guerra mondiale si registra un grande impegno da parte di coloro che sono stati traumatizzati dall'immane strage (20 milioni di morti) e che si organizzano promuovendo alcuni dei più importanti movimenti internazionali per la pace, presenti in seguito anche in Italia, attivi anche oggi in gran parte dei Paesi di tutto il mondo.

La War Resisters' International fu fondata a Bilthoven, in Olanda, nel 1921 con il nome di "Paco" (Pace in esperanto) da una ventina di attivisti di diversi paesi (Gran Bretagna, Francia, Germania, Olanda, USA). Nel 1923 assunse il nome attuale di War Resisters' International e la segreteria si trasferì nei pressi di Londra.

Nel 1931 venne inventato e adottato il simbolo del "fucile spezzato", che campeggia in tutte le pubblicazioni della WRI ed è l'espressione visiva più efficace delle finalità antimilitariste del movimento:

"La guerra è un crimine contro l'umanità. Siamo pertanto determinati a non sostenere nessun tipo di guerra e a impegnarci a rimuovere tutte le cause della guerra."

Molti dei fondatori della WRI erano obiettori di coscienza alla Prima guerra mondiale che passarono anni di carcere nelle prigioni inglesi. Pertanto, la missione principale del movimento è quella di diffondere, ovunque nel mondo, l'obiezione di coscienza, di rivendicarne il diritto e di difendere gli obiettori là dove questo diritto è negato. Ma l'impegno della WRI si è esteso man mano a tutti i principali temi dell'azione nonviolenta e della lotta antimilitarista.

Attualmente, la WRI è presente, con una novantina di sezioni locali, in oltre 50 Paesi del mondo.

In Italia, sono membri WRI la Lega obiettori di coscienza -LOC, il Movimento Nonviolento e Signornò.

La LOC è uno dei gruppi costituenti la coalizione dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org), progetto che vede il suo motore principale la Lega per il disarmo unilaterale, fondata nel 1978 dallo scrittore Carlo Cassola.

La sede della LOC è in via Mario Pichi, 1 – 20143 Milano, e c'è anche un numero di telefono fisso: lo 02-5810.1226.

Il sito ufficiale della Rete internazionale WRI si trova al link: https://wri-irg.org/en

LO STATUS INTERNAZIONALE DEL DIRITTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA

Secondo il diritto internazionale, l'obiezione di coscienza al servizio militare e all'uso delle armi è una pratica da inserire tra i diritti soggettivi fondamentali delle persone, intimamente connessa all'esercizio delle libertà individuali. Questo diritto è stato riconosciuto dalla risoluzione 89/59 della commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite.

A nostro avviso, l'obiezione di coscienza dovrebbe avere un riconoscimento completo ed esplicito nell'elenco dei Diritti Umani indicati nella Carta ONU, ed anche nel Patto Internazionale sui Diritti civili e politici. Tale diritto viene oggi considerato non originario e autonomo ma un derivato dall'Art. 18 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sulla libertà di pensiero, coscienza e religione e dall'Art. 18 del Patto Internazionale sui Diritti civili e politici.

È significativo, ad esempio, che esista una campagna che si propone di integrare nel "diritto alla pace" l'obiezione di coscienza. E noi aggiungeremmo di includervi anche il disarmo (mentre tale diritto contempla, per la sua attuazione, i diritti umani e la cooperazione internazionale).

Altri riconoscimenti giuridici provengono dal Consiglio d'Europa, come è attestato da una sua risoluzione del 1989, documento in cui si annovera, tra i diritti, l'obiezione di coscienza al servizio militare e si sottolinea che il servizio civile alternativo non deve avere carattere punitivo.

L'Unione Europea, ai sensi dell'art. F, paragrafo 2, del Trattato UE, ritiene che per "obiettore di coscienza" debba intendersi colui che dovendo assolvere l'obbligo del servizio militare opponga un rifiuto per motivi religiosi, etici, filosofici o di coscienza e invita tutti gli Stati membri a far propria tale definizione.

Il Parlamento europeo si è occupato di obiezione di coscienza al servizio militare in una sua risoluzione approvata il 19 gennaio 1994.

In tale risoluzione si chiedeva alla Commissione UE di presentare una proposta volta all'armonizzazione delle legislazioni e delle garanzie minime di protezione del diritto all'obiezione di coscienza. Si chiedeva altresì una proposta mirante alla creazione e di un servizio civile europeo aperto sia agli obiettori di coscienza, che ai volontari degli Stati membri.

Noi, Disarmisti esigenti, abbiamo fatto riferimento a questa risoluzione per avanzare la proposta di un corpo civile di pace europeo. Questa proposta siamo riusciti a farla inserire nel programma elettorale della lista PACE TERRA DIGNITA', che si presenta per le europee dell'8-9 giugno del 2024.

LA SITUAZIONE GIURIDICA DEL DIRITTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA IN ITALIA

In Italia, l'obiezione di coscienza come beneficio è stata riconosciuta 50 anni fa con la legge 772/1972, che ha ammesso la possibilità di non svolgere il servizio militare. Successivamente, come vedremo più in dettaglio, è stato riconosciuto il diritto soggettivo e quindi istituito il "servizio civile alternativo" al militare. Si è infine arrivati, nel 2016, al "servizio civile universale".

La lotta che portò a questo storico risultato – c'è chi come Tonino Drago (tra i fondatori dell'Unione scienziati per il disarmo, e ricercatore della Difesa popolare nonviolenta), parla di "superamento del monopolio della difesa armata" - fu molto lunga e dura: costò il carcere a cica 150 persone, dai tre anni del primo obiettore laico, Pietro Pinna (1949), alle decine di giorni degli ultimi attivisti (anni Ottanta), spesso "obiettori con domanda respinta".

Eccone le tappe fondamentali: 1) legge 230/1998 che istituisce l'Ufficio nazionale per il servizio civile, finalizzato anche (vd. art. 8) all'istruzione degli obiettori in servizio civile per la sperimentazione di una difesa civile non armata e nonviolenta. 2) legge 2001/64 sul servizio civile volontario (che entrerà in vigore dal 2004) manterrà la finalità della difesa nonviolenta ponendola per prima. 3) Per l'attuazione di questa difesa alternativa nel 2004, aperta anche alle donne, viene istituito da un DLCM il Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Quella lotta - e quelle successioni di leggi e sentenze da essa innescate - hanno dato il via ad una trasformazione rilevante nella società italiana, che – al pari dello Statuto dei lavoratori, o il divorzio, o l'aborto, hanno cambiato in modo concreto la vita quotidiana della gente comune. Dal 1973 al 2005 (anno di sospensione del servizio militare obbligatorio) furono quasi 800.000 i giovani che ne usufruirono, con un picco di adesioni alla fine degli anni 90.

Si sottolinea ancora che questo picco coincide con la legge 230 del 1998: il diritto di obiezione di coscienza (anche dopo numerose sentenze della Corte costituzionale), divenne, appunto, soggettivo e il servizio civile acquisì la piena dignità di difesa della patria con modalità non armate.

Con la riforma del Terzo Settore del 2016, il servizio civile ha preso la denominazione di universale e ancora oggi, nonostante che la finalità di promozione della difesa nonviolenta sia stata declassata, formalmente e di fatto, è un istituto repubblicano che permette teoricamente a ragazze e ragazzi tra 18 e 28 anni di aderire a un'opzione di difesa civile non armata e nonviolenta della Patria.

Sentenze della Corte costituzionale e del Consiglio di Stato, che fanno giurisprudenza, hanno chiarito che la "difesa della Patria", messa in Costituzione all'articolo 52, e collegata al "ripudio della guerra" messo in Costituzione all'articolo 11, è ottemperata anche dalle forme di difesa civile e nonviolenta, come dovrebbe essere, almeno secondo la legge originaria, prima della contro-riforma Renzi, il servizio civile.

Ricordare questo iter è importante perché, rispetto alla tendenza di cui parleremo a reintrodurre forme di mini-naja, chiarisce che non può essere resa obbligatoria solo la forma del servizio militare armato. Inoltre, e questa è una questione politica di grande rilievo, fino ad ora i governi che si sono succeduti non sono riusciti nemmeno a garantire il servizio civile universale volontario a coloro che vorrebbero svolgerlo (su circa centomila domande all'anno, meno della metà vengono accolte, a causa della ristrettezza dei fondi messi a disposizione: cioè, uno su due delle giovani e dei giovani che vorrebbero "servire la Patria" con un servizio civile non armato e nonviolento, viene lasciato a casa). Quindi ci si può chiedere: come chi non sa nemmeno garantire il servizio volontario ad una minoranza, vorrebbe e potrebbe imporre il servizio obbligatorio a tutti?

L'ALBO DEGLI OBIETTORI – CHE ATTUA LA LEGISLAZIONE VIGENTE - DISTINGUE LA NOSTRA CAMPAGNA DA ALTRE SIMILARI INIZIATIVE NONVIOLENTE

La proposta che abbiamo elaborato con Tonino Drago, il primo presidente del Comitato DCNAN (Difesa civile non armata e non violenta) , ha come fulcro operativo l'obiettivo della pubblicazione dell'albo degli obiettori, in modo da rendere responsabile, pubblico e visibile la scelta di dichiararsi obiettori alle guerre.

L'Appiglio giuridico è la legge 230 del 1998 che recita all'art. 13:

1. Tutti coloro che abbiano prestato servizio civile ai sensi della presente legge… sono soggetti… al richiamo in caso di pubblica calamità.

2. L'Ufficio nazionale per il servizio civile tiene apposito elenco dei cittadini soggetti a richiamo ai sensi del comma 1…

4. In caso di guerra o di mobilitazione generale, gli obiettori di coscienza che prestano il servizio civile o che, avendolo svolto, siano richiamati in servizio… sono assegnati alla protezione civile ed alla Croce Rossa.

Tutto ciò affinché lo Stato abbia l'elenco completo di coloro che sono richiamabili (che siano obiettori o no) per una eventuale difesa della Patria da ogni calamità pubblica.

Quindi presso l'UNSC (Ufficio nazionale servizio civile) esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza; e difatti il Ministro della Difesa, a norma della legge 2 Agosto 2007 n. 130, può cancellare chiunque glielo chieda degli obiettori di coscienza della storia italiana.

Riteniamo un diritto inalienabile di coscienza il dichiararsi obiettore davanti allo Stato e riteniamo un dovere dello Stato registrare questa decisione nell'apposito albo gestito dall'UNSC. E poiché tutti possono contribuire ad una difesa civile non armata e nonviolenta, non riteniamo un ostacolo all'iscrizione all'albo degli obiettori l'essere al di fuori della fascia d'età prevista per la mobilitazione armata, o l'essere donna o l'avere lo status di religioso; infatti, la difesa non armata si basa sulla solidarietà di tutti coloro che vogliano contribuire ad essa volontariamente.

Quindi quello che chiediamo è che l'albo degli obiettori sia aperto a tutti i maggiorenni che ne facciano richiesta.

La nostra valutazione è che se vi fosse un ostruzionismo in proposito da parte del Ministero della Difesa, questo potrebbe essere sbloccato da cause pilota di serviziocivilisti pronti a ricorrere al TAR per ottenere i loro diritti e aprire la strada a quelli di tutte/i.

LA SITUAZIONE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA ANTIMILITARISTA NEL MONDO E LA PROSPETTIVA DEL RITORNO DELLA LEVA OBBLIGATORIA

Tra i grandi paesi del mondo, sono 40 gli stati dove il servizio militare è ancora obbligatorio. Sono oltre 60 gli stati dove è stato reso volontario. Sono 5 (tra cui l'Italia) quelli dove il servizio può tornare obbligatorio su decisione governativa. E sono 16 gli stati (piccoli) senza forze armate.

Si riaffaccia, spinta dalla guerra in Ucraina, che può degenerare in uno scontro diretto NATO-Russia, la prospettiva di una reintroduzione della naja, in forme mini, come già praticamente deciso in Germania, guardando al "modello svedese".

Macron non parla a vanvera quando parla di inviare truppe sul terreno, ma fa emergere scenari ufficiali presi in esame ma non ancora elaborati a livello di piani ufficiali.

Le ultime notizie rivelate dal New York Times (16 maggio 2024) parlano di un piano NATO per mandare istruttori militari in Ucraina, allo scopo di difendere Kiev dall'offensiva che la Russia sta lanciando da settimane.

Gli Stati Uniti ribadiscono che non hanno intenzione di schierare i loro soldati sul terreno per combattere contro quelli russi, perché questo potrebbe portare alla Terza guerra mondiale; ma anche l'intervento in Vietnam era cominciato con i consiglieri inviati dall'allora presidente Kennedy…

L'Italia può essere investita dalla guerra che rischia di andare fuori controllo e dal vento militarista che infuria sempre più forte.

Le smentite del Ministro della difesa Crosetto sul ritorno della leva obbligatoria vanno prese con le pinze perché non si riferiscono esplicitamente alla prospettiva tedesca della mini-naja alla svedese. È evidente la richiesta degli Stati maggiori, in ambito NATO, a rimpolpare gli effettivi degli eserciti, giustificata dagli andamenti sul campo della guerra in Ucraina, e dalle esigenze che in essa vengono rilevate dai geopolitici e dagli strateghi militari. Qualche politico, in Italia, già si sta muovendo in questa direzione.

Il più desideroso di riportare i giovani in caserma è il segretario della Lega Matteo Salvini, attuale ministro delle infrastrutture nel governo Meloni, che ha annunciato un disegno di legge per un servizio militare obbligatorio di 6 mesi. Ma abbiamo anche l'attuale presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha ripreso la sua idea da ex ministro della difesa, delegandola a colleghi parlamentari: si riapra il CAR – centro addestramento reclute – a chi lo desideri, per un periodo di 40 giorni. L'obiettivo, secondo La Russa, sarebbe «rimpinguare le associazioni d'arma (Alpini, etc.), che senza la leva vanno naturalmente invecchiando fino a esaurimento, e nello stesso tempo consentire a tanti giovani che lo desiderano di far parte delle forze armate, esprimere il loro desiderio di onorare la patria con un servizio quanto meno di un certo breve periodo di tempo su base volontaria». E dobbiamo annoverare persino l'idea di una specie di Legione Straniera italiana, per favorire la concessione della cittadinanza italiana agli immigrati che prestano il servizio militare.

LE OPZIONI DI MINI-NAJA PER LA GERMANIA ALLO STUDIO DEL "GOVERNO SEMAFORO" (ROSSO-GIALLO-VERDE)

In Germania la leva obbligatoria è stata sospesa nel 2011 da Angela Merkel al governo. Ora con il governo guidato dal socialdemocratico, il ministro della difesa Boris Pistorius, anche egli socialdemocratico, ne ha deciso, entro il 2025 secondo Der Spiegel, il ripristino. Non si tratta della leva generale obbligatoria del passato ma una forma di mini-naja che guarda al modello svedese, distinguente arruolamento e coscrizione. Al momento, sono allo studio del ministero anche altri possibili meccanismi, riservati ai maggiori di 18 anni, naturalmente sia uomini che donne, di cui solo l'auto reclutamento può essere definito propriamente "alla svedese".

In Svezia, di recente entrata nella NATO (il 32esimo Stato membro, dopo la Finlandia, il 31esimo), la leva obbligatoria è stata reintrodotta nel 2017 e riguarda ambedue i sessi. Il servizio militare obbligatorio prevede l'arruolamento di tutti i diplomati, ma l'effettiva coscrizione solo di coloro che si ritengono, a proprio giudizio, adatti a servire nelle forze armate: il che si traduce in circa il 10% di ogni leva. Questo approccio, secondo Pistorius, sarebbe lodevole poiché ha permesso alla Svezia di rafforzare la propria capacità difensiva, garantendo al contempo che un ampio segmento della popolazione sia preparato a contribuire alla difesa nazionale in caso di necessità, indipendentemente dall'impegno in attività militari. Il concetto che sembra interessare di più al Ministro è quello finlandese di "Difesa totale ", secondo il quale tutti i settori e tutti i cittadini devono essere in grado, in qualche modo, di contribuire alla difesa nazionale.

Che significa, in pratica, l'"Autoreclutamento"? I diciottenni, maschi e femmine, come succede in Svezia, diventerebbero destinatari di materiale informativo e si vedrebbero sottoporre un questionario. La compilazione di questo dovrebbe consentire la valutazione delle proprie personali condizioni fisiche e psichiche e delle motivazioni per entrare nell'esercito. A questo seguirebbe una dichiarazione di interesse per essere contattati dagli uffici informazione delle forze armate. A ben guardare, si tratterebbe di una sorta di campagna straordinaria di arruolamento volontario su base formalmente obbligatoria.

OBJECT WAR CAMPAIGN SI ESTENDE A REFUSE WAR CAMPAIGN. NOI ADERIAMO CON L'OBIEZIONE ANCHE PREVENTIVA ALLA MINI-NAJA

La giornata del 15 maggio diventa quindi un momento per riflettere sul valore della pace, sul modo omogeneo al fine di perseguirla; e sul diritto di scegliere forme alternative di servizio alla nazione/comunità cui si appartiene che non implicano l'uso delle armi.

Nella Giornata internazionale di quest'anno, con la situazione pericolosa in cui le derive belliche in corso (Ucraina, Medio Oriente, etc) possono unificare la "guerra mondiale a pezzetti" in una unica deflagrazione, persino nucleare, i Disarmisti esigenti e i loro partners rilanciano il loro appoggio ad "Object War" estendendolo a "Refuse War", promossa praticamente dalle stesse reti internazionali, tra le quali citiamo la WAR RESISTERS INTERNATIONAL.

Va tenuto presente che I Disarmisti esigenti sono membri della War Resisters' International per il tramite della Lega obiettori di coscienza, suo soggetto costitutivo, che ha festeggiato nel 2023 i 50 anni della sua costituzione formale.

Focalizziamo quindi questo allargamento della Object War Campaign alla Refuse War Campaign, da parte praticamente quasi degli stessi soggetti promotori internazionali (a parte IFOR).

La Object War Campaign (www.objectwar.org) era ed è focalizzata sugli obiettori russi, bielorussi e ucraini, richiedendo per essi la protezione europea.

La Refuse War Campaign (www.refusewar.org ), sempre promossa dagli stessi soggetti collettivi, ha lo scopo di sostenere tutti coloro che rifiutano la guerra, in qualsiasi parte del mondo, invitando ovunque all'azione attraverso la pubblicazione di una dichiarazione di "rifiuto" e di "sostegno".

In Italia il nostro appoggio di Disarmisti esigenti & partners si esplica attraverso una dichiarazione di impegno per l'obiezione alla guerra, per l'obiezione (anche preventiva) al servizio militare che la prepara, per attuare e costruire la difesa nonviolenta, per implementare l'albo pubblico degli obiettori.

Questo il testo della dichiarazione, sottoscrivibile online al link:

https://www.petizioni24.com/obiezione_alla_guerra_e_al_servizio_militare_impegno_per_la_difesa_nonviolenta/

"Signor Presidente Mattarella, le scrivo la presente per dichiararmi obiettore di tutte le guerre e della preparazione delle guerre mediante il servizio militare. L'ingabbiamento delle nostre forze armate nelle attuali strategie NATO non consente di attuare il "ripudio della guerra" stabilito nell'articolo 11 della nostra Costituzione. Tanto più che condivido pienamente l'opinione dell'antimilitarismo nonviolento, ribadita autorevolmente anche da Papa Francesco: "Oggi non esistono guerre giuste". L'aria che tira è quella di un ripristino di forme di mini-naja. In relazione a questa eventualità comunico da subito che, qualora dovessi ricevere la chiamata a presentarmi presso un ufficio militare preposto all'arruolamento, la mia risposta sarà un bel "Signornò!" antimilitarista. Non mi presenterò alla visita militare che dovrà verificare la mia idoneità. Mi avvarrò del diritto universale umano di chiedere, per obbedienza alla coscienza, di adempiere agli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile orientato alla difesa nonviolenta; e quindi rispondente come il servizio armato al dovere costituzionale di difesa della Patria. Ritengo doveroso da parte dello Stato organizzare, applicando normative già in vigore conquistate dalla lotta nonviolenta, la mia formazione ed il mio inquadramento dentro un Corpo civile di pace, possibilmente europeo, per attuare l'impegno istituzionale dell'ONU alla sicurezza comune dell'Umanità. Solidarizzo, attivando i mezzi concreti di cui dispongo, con gli obiettori di coscienza, renitenti alla leva, disertori, russi, bielorussi, ucraini, israeliani e palestinesi, e con chiunque, giovane o meno giovane, rifiuti di partecipare alle guerre che si stanno combattendo in questo momento. Tenendo presente che presso l'Ufficio Nazionale Servizio Civile esiste per legge un elenco degli obiettori italiani alla Guerra per motivi di coscienza, chiedo che Ella rammenti al Ministro Crosetto che deve aggiornare tale elenco con il mio nome e che deve rendere consultabile tale elenco generale, essendo l'obiezione alla guerra un atto pubblico".

Tra le personalità politico-culturali firmatarie ricordiamo: Michele Santoro, Moni Ovadia, Maurizio Acerbo, Antonio Mazzeo, Laura Marchetti. Dopo avere sottoscritto il testo di cui sopra, bisogna scrivere a:

presidente@pec.governo.it – segreteria.ministro@difesa.it – sgd@postacert.difesa.it

Ecco, quindi, il nostro modo di opporci al sistema di guerra, convinti che l'obiezione di coscienza, che oggi celebriamo, costituisca insieme una strategia ed una pratica fondamentale, di natura politica efficace, oltre che etica, per opporsi efficacemente alle politiche e alle dinamiche di guerra.

© 2022 coalizione disarmista nonviolenta - progetto L.D.U.
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