Non "affamati e folli" ma "sazi e sereni"
E' ora che le élites dominanti dimostrino un minimo di buon senso nelle loro zucche e agiscano di conseguenza!
La soluzione della crisi dei nuovi euromissili e lo stop al riarmo nucleare globale esige anche, da parte del movimento disarmista e pacifista, la capacità di suscitare nelle stesse potenze nucleari un intervento contro un rischio che attenta alla loro stessa sopravvivenza
Riflessioni e note di Alfonso Navarra - coordinatore dei disarmisti esigenti
La NATO a suo tempo, al solito imbeccata dall'egemone americano, denunciò la violazione del Trattato INF (Forze nucleari intermedie, da 500 a 5.500 km di gittata), da parte della Russia, a causa dello schieramento a Kaliningrad, ma anche in Bielorussia ed in altri posti all'estremo Est, del sistema missilistico, basato a terra, 9M729 (SS-C-8 in codice NATO). Secondo alcuni esperti di affari militari questo sistema viene erroneamente sovrapposto e identificato nella categoria ISKANDER. Il Trattato INF proibisce il possesso di missili con capacità nucleare, ma anche convenzionale, aventi portate comprese, come abbiamo già riferito, tra 500 e 5.500 km. La Russia negò e continua a negare la violazione (la gittata del missile imputato sarebbe solo di 480 km) ma il presidente USA Trump colse comunque la palla al balzo e nel 2019 proclamò ufficialmente la disdetta del Trattato: un colpo non da poco venne quindi assestato all'architettura complessiva di una serie di trattati instaurati all'indomani della Guerra Fredda, chiusa proprio dagli accordi di disarmo INF del 1987 tra Reagan e Gorbaciov (8 dicembre 1987, per la precisione). Trump nell'uscire dal Trattato INF guardò anche alle mosse della Cina. Questa potenza è stata ed è libera di sviluppare i missili proibiti dall'accordo perché non ne fa parte. La Cina non ha mai aderito al trattato che la costringerebbe di fatto a smantellare buona parte dei suoi missili, le armi che le consentono di proiettarsi come potenza sul Pacifico e minacciare il potere americano nella regione. Infatti Pechino può installare sul proprio territorio missili a gittata medio-breve in grado di colpire gli alleati degli Stati Uniti nella regione ed insieme la base americana di Guam. Inoltre i missili a breve gittata rappresentano anche un deterrente notevole nei confronti delle aspirazioni indipendentistiche di Taiwan. Bisogna comunque ricordare che, tra le potenze nucleari, la Cina è l'unica che sostiene ufficialmente la dottrina del non primo uso (NFU): mai, in nessuna circostanza, farà ricorso per prima alle armi nucleari.
Il punto di vista russo sostiene che ci sarebbero due violazioni dell'INF da parte americana e NATO: 1) i siti di difesa antimissile terrestri Aegis Ashore in Polonia e Romania conformerebbero uno "scudo europeo" in grado di sconvolgere la stabilità strategica in quanto non si tratterebbe di un sistema difensivo, ma parte di un più complessivo sistema nucleare strategico avanzato in Europa orientale. 2) il programma Prompt Global Strike, sviluppato dagli USA, è un sistema d'arma convenzionale ma è in grado di colpire obiettivi in tutto il mondo in meno di un'ora con precisione micidiale. Il primo colpo contro basi atomiche con questo sistema potrebbe essere effettuato usando armi convenzionali di speciale potenza e esattezza di raggio di impatto.
Sia gli Stati Uniti che la Russia, nella visione di una escalation dell'impiego delle armi nucleari, tendono a considerare l'Europa quale campo per una guerra nucleare limitata "di teatro". I Paesi europei della NATO, specie quelli più coinvolti nella "condivisione nucleare" (Germania, Italia, Olanda, Belgio), con in aggiunta la Turchia, fanno da "cuscinetto", allo stesso modo in cui la Russia sta adattando la Bielorussia per questa funzione. "Our House", l'organizzazione animata da Olga Karatch, dissidente bielorussa rifugiata in Lituania, sta raccogliendo documentazione in questo senso; e diffonde notizie aggiornate su come il Paese di Lukashenko sia pronto ad usare le armi nucleari.
Andiamo ora, per chi ama le pignolerie tecniche, a prendere dei dati dalla RIVISTA ITALIANA DIFESA (RID).
Il primo lancio "ufficiale" del missile 9M729 risale al 2 settembre 2015. Il missile è prodotto da KBO Novator e sembra essere un ulteriore sviluppo del missile navale 3M14 (SS-N-30A) utilizzato in numerose occasioni dalla flotta russa per attaccare obiettivi in Siria. La famiglia navale KLUB comprende missili land-attack 3M14 BIRYUZA (SS-N-30A) e antinave 3M54 KALIBR (SS-N-27 Sizzler), con numerose varianti nazionali ed esportazione, che differiscono sensibilmente in termini di gittata e velocità terminale. La versione navale 3M14 ha una portata di 2.500 km ed una velocità di 0,8 Mach, tanto da rappresentare un valido contraltare al BGM-109 TOMAHAWK statunitense.Negli anni '80 i Sovietici avevano sviluppato un missile molto simile, sempre in casa Novator, noto come 3K-12 RELIEF (SSC-4 SLINGSHOT), dotato di una testata nucleare da 200 kt, con un raggio d'azione di 3.000 km. Il missile poteva essere lanciato da terra e da sottomarini. Venne cancellato nel 1987, con l'entrata in vigore del Trattato INF. Una versione equipaggiata con testata convenzionale, nota come 3K10 GRANAT (SS-N-21 SAMPSON), lanciata dai tubi lanciasiluri, è in servizio sui sottomarini nucleari classe AKULA.
Tra i commentatori occidentali vi è, talvolta, qualche confusione, perché alcuni identificano il nuovo missile 9M729 come se si trattasse di un missile balistico ISKANDER. In realtà il sistema ISKANDER comprende sia missili balistici che missili da crociera, che vengono lanciati utilizzando un medesimo tipo di veicolo, su cui sono stati installati vari modelli di TEL. Lo ISKANDER-K (Krylataya, ovvero "dotato di ali") utilizza i missili 9M728 (SSC-7) di 500 km di portata, oppure i missili 9M729 (SSC-8) che potrebbero avere una portata superiore ai 3.000 km. Lo ISKANDER-M può lanciare due missili "quasi balistici" 9M723 con 400-500 km di gittata e velocità terminale di 6-7 Mach. In totale il sistema ISKANDER può utilizzare 7 diversi tipi di missile, tra balistici, "quasi-balistici", da crociera subsonici e da crociera supersonici. Tutti i modelli sono capaci di trasportare testate convenzionali o nucleari.
Già nel 2008 i russi avevano annunciato l'intenzione di dispiegare i missili ISKANDER nell'enclave di Kaliningrad, come risposta i piani statunitensi di realizzare sistemi di difesa anti-missili balistici nell'Europa Orientale. A partire dal dicembre 2014 gli ISKANDER sono stati schierati a Kaliningrad, inizialmente solo per delle esercitazioni, e nel febbraio 2018 in modo permanente. Gli Stati Uniti hanno denunciato questi spostamenti come violazione del Trattato INF.
La Russia accusa a sua volta gli Stati Uniti di avere violato il Trattato INF con la realizzazione delle basi AEGIS-ASHORE in Romania e Polonia. Secondo i Russi, infatti, i lanciatori Mk-41 che ospitano i missili anti-missile SM-3 potrebbero accogliere anche i missili TOMAHAWK, che con la loro gittata rappresenterebbero una violazione delle limitazioni imposte dal Trattato INF. (...)
Il fatto è che i Russi (e i Cinesi) hanno sempre considerato la presenza di un sistema anti-missile balistico come una grave minaccia alla propria capacità di dissuasione nucleare e, di conseguenza, all'equilibrio strategico. Pertanto, l'intento russo sembra quello di schierare un'arma con la quale poter minacciare (trattandosi di arma da crociera con profilo di volo a bassa quota ad inseguimento del terreno) i siti rumeno e polacco dell'AEGISS-ASHORE in modo tale da ridurne l'impatto strategico.
Dopo che sia Mosca che Washington si sono ritirate dal Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio del 1987 nel 2019, New START è l'unico accordo sul controllo degli armamenti nucleari rimasto tra i due paesi.
Il New Start,viene a scadenza nel 2027 e per quella data deve essere rinnovato. L'accordo stabilisce dei tetti concordati per le testate nucleari ed i vettori strategici delle due potenze. Entrando più in dettaglio, il trattato New START si collocherebbe nel solco improntato sul controllo degli armamenti inaugurato dai celebri Trattati ABM (missili antibalistici) e SALT I del 1972, insieme al suo predecessore, il Trattato per la Riduzione delle Armi Strategiche (START I) in vigore dal 1994 al 2009. Divenuto effettivo a febbraio 2011, come i suoi antenati il New START persegue l'obiettivo di ridurre le tensioni, rafforzare la fiducia reciproca e limitare l'importanza strategica delle armi atomiche pur senza svuotare in toto gli arsenali nucleari. Più specificamente, oltre a stabilire dei tetti massimi – non oltre 1550 testate nucleari strategiche e non più di 700 missili a lungo raggio e bombardieri –, l'accordo istituisce un regime di monitoraggio fondato sullo scambio d'informazioni e mutue ispezioni – fino a 18 l'anno –, oltre che una Commissione Consultativa Bilaterale ove discutere questioni di trasparenza e ottemperanza alle regole.
La situazione di crisi dei Trattati che ora dobbiamo fronteggiare viene complicata, in particolare, ma non solo, dal conflitto ucraino, caratterizzato
da frequenti ed esplicite minacce di usare armi nucleari. Ma altre fonti di rischio possono essere considerate il crescente contrasto tra Stati Uniti e Cina, le tensioni nella penisola coreana, i conflitti irrisolti tra India e
Pakistan e in Medio Oriente, incluso l'attuale conflitto tra Israele e Hamas: tutte queste situazioni hanno il potenziale per degenerare in una guerra nucleare.
Questo pericolo è amplificato dal crescente utilizzo dell'intelligenza artificiale in ambito militare, che sta accelerando la guerra e riducendo il tempo per le decisioni nucleari. Aumenta anche il potenziale di hacking informatico e terrorismo che coinvolge armi nucleari.
Altri fattori di rischio provengono dalla miniaturizzazione delle armi nucleari e dallo sviluppo della velocità ipersonica dei missili.
Durante la Guerra Fredda, i leader dei blocchi contrapposti capirono che avevano bisogno di comunicare e lavorare insieme per evitare l'Olocausto nucleare. L'attuale crisi richiede che gli Stati, ed in primo luogo proprio le potenze nucleari, proprio nell'interesse della propria sicurezza, mettano da parte le relazioni tradizionali basate sulla competizione sfrenata e si acconcino ad un ordine mondiale che preveda un'ampia cooperazione. Tale cooperazione è necessaria per garantire l'eliminazione delle armi nucleari e ci consentirà di affrontare in modo più efficace il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, la fame nel mondo e l'iniqua distribuzione della ricchezza, la prossima grande pandemia e altre minacce esistenziali che potrebbero presentarsi.
E' tempo, in conclusione, di agire con lo spirito di una "terrestrità" che deve subentrare alle faide inaccettabili che si svolgono per spostare questo o quel confine!
Incontro su zoom il 1 settembre 2024, dalle ore 17:30 alle ore 20:00
Entra Zoom Riunione: No ai nuovi euromissili: affiancare il movimento tedesco e superare la sindrome di Asterix
https://us06web.zoom.us/j/89502937624?pwd=9kVlwLToKoh76TbegiP4KmFnXFn7h3.1