No ai nuovi euromissili: ci prepariamo ad  affiancare il movimento di resistenza tedesco (e a superare la "sindrome di Asterix") - 8 dicembre, anniversario del Trattato INF (1987) che è stato disdetto e dovremmo invece ripristinare

16.08.2024

La scomoda verità del primo colpo nucleare - dal sito di Pace Terra Dignità


LA SCOMODA VERITA' ALLA BASE DEL MIRAGGIO DELLA "DETERRENZA" VA SPIEGATA ALLA GENTE COMUNE!

LA DIFESA DAL (E QUINDI LA RICERCA DEL) PRIMO COLPO NUCLEARE – È LA REGOLA FONDAMENTALE DELLA COMPETIZIONE ATOMICA.

LA MUTUA DISTRUZIONE ASSICURATA NON REGGE SE POSSIAMO SPARARE MISSILI "ATOMICI" NON INDIVIDUABILI O SE POSSIAMO DISTRUGGERE IN VOLO I MISSILI DELLA POTENZA AVVERSARIA.

NE DISCUTIAMO ONLINE L'8 DICEMBRE NELL'ANNIVERSARIO DEL TRATTATO DEL 1987 DI ELIMINAZIONE DEGLI EUROMISSILI, CHE OGGI RITORNANO IN CAMPO

La discussione, dalle ore 18:oo alle ore 20:00, introdotta da varie relazioni, che è anche preparazione al terzo meeting degli Stati parte del Trattato di proibizione delle armi nucleari (New York, marzo 2025), l'abbiamo intitolata: "TORNANO GLI EUROMISSILI: TORNA L'INCUBO DELLA GUERRA NUCLEARE LIMITATA AL TEATRO EUROPEO?"

Sunday December 8, 18:00 – 20:00
https://us06web.zoom.us/j/83966819853?pwd=78mudVUWUw2NaN8EmbyI3WJ3HC6tEp.1

Di Alfonso Navarra

Perché, nell'ambito delle dottrine sull' impiego delle armi nucleari, si è passati dalla mutua distruzione assicurata alla risposta flessibile ed in questo contesto è stata concepita la guerra nucleare limitata al "teatro" europeo (ed ai vari "teatri" in cui viene suddivisa la competizione di potenza)?

Il sottoscritto ha trattato il problema in vari libri, tra i quali ne segnalo uno dedicato alle ragazze e ai ragazzi: "La guerra nucleare spiegata a Greta", Emi edizioni, 2006.

Lo scenario di questa guerra "limitata" fu alla base della cosiddetta "crisi degli euromissili" degli anni Ottanta del secolo scorso, superata dall'accordo INF (Forze nucleari intermedie) tra Reagan e Gorbaciov del 1987, in cui ebbe un ruolo anche la resistenza nonviolenta del Cruisewatching.

Oggi la questione ritorna attuale con la guerra in Ucraina, in cui l'uso delle atomiche "tattiche" è minacciato, in particolare da parte russa (ma non solo) un giorno sì e l'altro pure; e se ne parla con più clamore dopo il patto bilaterale USA-Germania per la reinstallazione dei Tomahawk (e altri missili) annunciato e approvato dal summit NATO del luglio 2024.

La denuncia del Trattato sulle Forze Nucleari a Raggio Intermedio (INF) da parte di Russia e Stati Uniti ha creato un vuoto normativo, consentendo a entrambi i Paesi di sviluppare nuovi sistemi missilistici a medio raggio (dai 500 ai 5.500 km).

Gli euromissili che saranno dispiegati in Germania nel 2026 sono convenzionali, ma rientrano nella possibilità di un primo colpo contro le "basi atomiche" dell'avversario russo.

L'opinione pubblica ha pochi elementi per inquadrare il significato e la portata dell'evento. Molte "non notizie" sarebbero da spiegare al pubblico che ignora, ad esempio, che in realtà la corsa agli armamenti nucleari è, come intrinseca necessità tecnica del "gioco", la ricerca della difesa da un eventuale primo colpo (first strike) da parte della potenza nucleare avversaria.

La MAD, sviluppatasi durante la prima fase della Guerra Fredda, postulava che un attacco nucleare da parte di una superpotenza avrebbe innescato una reazione altrettanto devastante da parte dell'avversario, portando alla distruzione reciproca. Questo "equilibrio del terrore", si pensava, avrebbe scoraggiato qualsiasi attacco iniziale, poiché nessuna parte avrebbe potuto sperare di uscirne vincitrice.

Ma questa concezione, alla fine, non ha retto al cambiamento dei dati reali, tecnici, della situazione. Si può fare risalire il cambiamento strategico a diversi fattori, non ultimo l'esigenza politica di uscire dalla rigidità della MAD, che offriva poche opzioni in caso di crisi. La risposta flessibile, invece, prevede una gamma più ampia di opzioni, consentendo ai decisori politici di adattare la risposta alla gravità della minaccia.

Ma la causa determinante della erosione e del superamento della MAD la si può individuare non nei capricci della volontà di potenza dei governanti, bensì nella fatale esigenza di una difesa efficace contro un primo colpo nucleare dell'avversario.

Ecco alcune delle ragioni tecniche principali.

Se una parte credesse di potersi difendere da un primo colpo, con un sistema di intercettazione efficace, potrebbe essere tentata di sferrare per prima un attacco, nella speranza di disarmare l'avversario prima che possa reagire. Questo crea una spirale di competizione per sviluppare sistemi d'arma sempre più sofisticati, minando la stabilità strategica.

Lo sviluppo di sistemi missilistici antibalistici e di altre tecnologie difensive ha messo in discussione l'assunto fondamentale della MAD, ovvero che un attacco nucleare porterebbe inevitabilmente alla distruzione reciproca. I missili dell'avversario possono essere visti e colpiti in volo!

Anche gli arsenali nucleari sono vulnerabili, e attacchi preventivi potrebbero riuscire a distruggere una parte significativa delle forze nucleari avversarie.

E possono essere lanciati missili non individuabili dai satelliti e dai radar, adatti al primo colpo. Questa era ad esempio l'intenzione esplicita dei Cruise di Comiso.

La possibilità di un primo colpo efficace potrebbe far sentire una potenza nucleare più sicura e invogliata a intraprendere azioni più aggressive, poiché si sentirebbe meno vulnerabile a una rappresaglia.

La possibilità di difendersi da un attacco rende, allora, il calcolo della deterrenza molto più complesso. Non è più sufficiente contare sulla minaccia di una distruzione reciproca, ma bisogna considerare una serie di fattori aggiuntivi, come la vulnerabilità dei sistemi d'arma, l'efficacia dei sistemi di difesa e la volontà di ciascuna parte di rischiare un conflitto nucleare.

La proliferazione nucleare ha favorito ulteriormente il passaggio di impostazione strategica: essendo i giocatori "nucleari" diventati più di due, la certezza di una risposta immediata e devastante, alla base della MAD, ha sempre meno basi razionali (nella logica paranoica della "deterrenza").

Poi anche gli sviluppi tecnologici hanno reso i sistemi di comando e controllo più vulnerabili, mettendo in dubbio la capacità di garantire una risposta rapida e coordinata. Oggi questa condizione è ancora più "stressata" dalla velocità ipersonica dei missili e con la minaccia di attacchi cibernetici guidati dall'intelligenza artificiale.

La concezione di una guerra nucleare limitata al teatro europeo si inserisce in questo nuovo contesto strategico. Essa prevede la possibilità di utilizzare armi nucleari tattiche, con effetti limitati geograficamente e in termini di potenza distruttiva, in risposta a una minaccia convenzionale o a una limitata escalation nucleare.

L'Europa, ex padrona del mondo, è da sempre una regione di grande importanza strategica, al centro delle tensioni tra le grandi potenze globali. Alcuni paesi europei, come la Francia e il Regno Unito, possiedono arsenali nucleari. Alcuni strateghi hanno sostenuto che una guerra nucleare limitata all'Europa potrebbe essere contenuta, evitando una escalation globale.

Da parte pacifista ci sono sempre state critiche alla logica di fondo della deterrenza nucleare, che conduce inevitabilmente, se ci si riflette bene, alla ricerca del primo colpo.

Noi membri di ICAN (Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari, premio Nobel per la pace nel 2017) sosteniamo che:

La possibilità di una guerra nucleare limitata potrebbe aumentare il rischio di un conflitto nucleare su larga scala, poiché gli avversari potrebbero sottovalutare le conseguenze di un attacco iniziale.

Una volta iniziata una guerra nucleare, anche limitata, è difficile prevederne l'esito e controllarne l'escalation.

Anche un conflitto nucleare limitato avrebbe conseguenze devastanti e inaccettabili per le popolazioni civili. Oggi inoltre dobbiamo considerare la possibilità dell'"inverno nucleare". Una guerra nucleare locale potrebbe portare a una catastrofe globale.

In conclusione

Il passaggio dalla MAD alla risposta flessibile rappresenta un tentativo di adattare la strategia nucleare al gioco della ricerca del primo colpo, favorito da un mondo in continua evoluzione, che ha moltiplicato gli attori nucleari e reso tecnologicamente precario il cosiddetto "equilibrio del terrore". Tuttavia, questa nuova dottrina ignora il punto fondamentale che guerra nucleare rimane una minaccia esistenziale per l'umanità, e la prevenzione di un conflitto nucleare deve rimanere, come sostiene ICAN e tutto il percorso che ha portato al Trattato di proibizione delle armi nucleari (adottato nel 2017 ed entrato in vigore nel 2021) la priorità assoluta della politica internazionale.


dal sito dell'Ansa del 7 dicembre 2024

Oreshnik e atomiche, nuovo patto di difesa Mosca-Minsk - Europa - Ansa.it

a Russia si prepara a schierare in Bielorussia dalla seconda metà del 2025 i missili balistici ipersonici Oreshnik, uno dei quali è stato testato in un bombardamento sull'Ucraina il mese scorso.

Ad annunciarlo è stato Vladimir Putin durante un vertice con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko a Minsk che si è concluso con la firma di un nuovo trattato per le garanzie di sicurezza reciproche.

L'intesa, ha avvertito il capo del Cremlino, prevede che possano essere usate anche "le armi nucleari tattiche russe" schierate sul territorio bielorusso per rispondere ad attacchi che mettano in pericolo "la sovranità, l'indipendenza e l'ordine costituzionale" dei due Paesi. La consegna degli Oreshnik a Minsk, ha sottolineato Putin, potrebbe avvenire "con l'aumento della produzione in serie di questi sistemi missilistici e contemporaneamente con la loro entrata in servizio nelle forze strategiche russe". Lukashenko ha salutato "il livello senza precedenti dell'alleanza strategica e del coordinamento delle azioni in campo militare" con Mosca.

Il nuovo missile è stato impiegato in novembre per un bombardamento su un impianto industriale nella città ucraina di Dnipro in risposta ai lanci di vettori americani Atacms e britannici Storm Shadow contro il territorio russo.

Nel conflitto ucraino "i Paesi occidentali stanno esacerbando deliberatamente le tensioni", e queste "politiche irresponsabili stanno spingendo il mondo sull'orlo di un conflitto globale", è tornato a denunciare il presidente russo. Mosca, pertanto, si augura che gli occidentali "prendano sul serio" i suoi avvertimenti, ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in un'intervista con il giornalista americano Tucker Carlson, ex volto noto di Fox News.

Ma l'Oreshnik ('nocciolo' in russo), ha sottolineato il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov, è anche "una dimostrazione della potenziale risposta allo schieramento di missili americani a raggio corto e intermedio in varie regioni". Ciò che potrebbe avvenire dopo che nel 2019 l'allora presidente Usa Donald Trump aveva deciso di uscire dal trattato Inf che metteva al bando tali vettori. Ora, ha aggiunto Ryabkov, "Trump e il suo entourage stanno mandando segnali contraddittori" come l'idea di arrivare "alla pace attraverso la forza", che "non sono in linea con gli interessi nazionali della Russia".

Così non sembra pensarla l'attuale amministrazione di Joe Biden, che in vista di un possibile ammorbidimento verso Mosca da parte del prossimo presidente avrebbe deciso di inviare a Kiev una "valanga di assistenza militare". E' quanto scrive il Guardian, riferendo di un incontro a Washington tra il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan e il capo dell'ufficio di presidenza ucraino, Andryi Yermak.

Sullivan, scrive la testata britannica, si è impegnato a fornire "centinaia di migliaia di ulteriori proiettili d'artiglieria, migliaia di razzi e centinaia di veicoli corazzati" entro metà gennaio. A questo si aggiungerebbero prestiti per 20 miliardi di dollari finanziati da asset finanziari russi congelati. Parlando con Carlson, Lavrov ha tuttavia detto che oggi la Russia sente da parte dell'Ucraina qualche segnale che sarebbe disponibile a una trattativa.

C'è "qualcosa di diverso, comprese le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky secondo cui possiamo fermarci ora lungo la linea di contatto", ha osservato il capo della diplomazia di Mosca. Ma questi segnali non vengono certo dal terreno, dove continua la carneficina. Il governatore della regione di Zaporizhzhia ha riferito che sette persone sono state uccise in un bombardamento russo.

Mentre il capo dei territori della regione di Kherson sotto il controllo russo ha denunciato un attacco ucraino con droni kamikaze su un centro per la distribuzione di aiuti alimentari alla popolazione che ha provocato quattro morti e due feriti gravi. Il ministero della Difesa di Mosca ha intanto assicurato che le truppe russe hanno conquistato altri due villaggi nella regione ucraina orientale di Donetsk: Pustynka, a sud della cittadina di Pokrovsk, e Sukhie Yaly, ad ovest di quella di Kurakhovo. 


8 dicembre 2024 - Anniversario Trattato INF (Forze nucleari intermedie)

Celebriamo l'accordo tra Reagan e Gorbaciov del 1987, che portò al più grande disarmo nucleare della Storia, includente i Cruise di Comiso

Incontro online organizzato dai Disarmisti esigenti dalle ore 18:00 alle ore 20:00

Con la collaborazione di: Associazione Pagoda per la pace di Comiso, Associazione International Peace Camp-Comiso, Lega per il Disarmo Unilaterale, Lega Obiettori di Coscienza

In preparazione del Terzo Meeting degli Stati parte del TNPW (Trattato di proibizione delle armi nucleari)

Sunday December 8, 18:00 - 20:00
https://us06web.zoom.us/j/83966819853?pwd=78mudVUWUw2NaN8EmbyI3WJ3HC6tEp.1

I nuovi euromissili: torna l'incubo della guerra nucleare limitata in Europa?

Relazioni proposte:

Alfonso Navarra: il Cruisewatching degli anni '80. La riproposizione oggi di un movimento nonviolento di resistenza europea al riarmo nucleare e al riarmo e alle guerre in generale.

Daniele Barbi: il Patto bilaterale USA/Germania più in dettaglio. Come si sta organizzando l'opposizione in Germania. Le mobilitazioni pacifiste per il disarmo nucleare ed in particolare contro la militarizzazione NATO in corso

Totò Schembari: la smilitarizzazione del Magliocco e i programmi pacifisti a Comiso

Luigi Mosca: La guerra nucleare limitata nelle dottrine strategiche degli Stati dotati di armi nucleari. Dalla proibizione alla eliminazione delle armi nucleari

Totò Schembari: la smilitarizzazione del Magliocco e i programmi pacifisti a Comiso

Ennio Cabiddu: La preparazione del 3MSP (terzo meeting degli Stati parte) nel 2025 a New York.

Invitati: eurodeputati e membri ICAN, esponenti del BSW tedesco, Olga Karatch, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole, Wilpf, Costituente Terra (altre…)

N.B. – Il programma potrebbe subire variazioni sulla base dei contatti che vengono stabiliti in questi giorni

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Nuovi euromissili convenzionali a medio raggio. Note informative. Il punto importante da tenere presente è che un primo colpo contro le armi nucleari avversarie oggi può essere scatenato anche con armi convenzionali dotate di certe caratteristiche (potenza esplosiva, velocità, capacità di penetrazione, supporto digitale)

Nel 1987, l'8 dicembre, Stati Uniti, presidente Reagan, e Unione Sovietica, presidente Gorbaciov, firmarono il Trattato sulle Forze Nucleari a Medio Raggio (INF), che prevedeva la completa eliminazione di tutti i missili balistici e da crociera terrestri a medio raggio. Questo trattato fu un importante passo avanti nel disarmo nucleare.

Negli anni '80, in piena Guerra Fredda, la NATO decise di installare missili a testata nucleare in Europa, ufficialmente in risposta agli SS20 sovietici, tra cui, per primi, i missili Cruise nella base militare di Comiso, in Sicilia. Questa decisione scatenò un'ondata di proteste e mobilitazioni pacifiste in tutta Europa. Gli euromissili in Occidente erano i Tomahawk Cruise, dispiegati prima a Comiso, poi anche in altre località europee, Florennes in Belgio, Woensdrecht in Olanda, Greenham Common in Gran Bretagna, e i Pershing-II di Mutlangen in Germania.

La resistenza agli euromissili a Comiso e in tutta Europa giocò il suo ruolo rilevante nel portare al Trattato INF. Soprattutto nella "terza fase" quello che si affermò fu il movimento dei campi per la pace nelle località europee citate (Comiso, Woensdrecht, Florennes, Mutlangen), guidato dalle donne di Greenham Common.

La caratteristica dell'IPC (International Peace Camp) di Comiso, organizzante dall'estate 1982 attivisti stabilitisi in permanenza nella cittadina siciliana, che differiva dal CUDIP filosovietico, era quella di agire in un network internazionale che si batteva per lo smantellamento dei missili e il disarmo sia ad Ovest che ad Est, come poi i trattati internazionali – lo abbiamo ricordato – vennero a certificare. Ovviamente gli antimilitaristi nonviolenti erano convinti che atti di disarmo unilaterale avrebbero favorito il disarmo generale. E il capo dell'URSS Gorbaciov attuò proprio questa strategia per innescare il più grande disarmo della storia.

La lotta in una prima fase fu caratterizzata in Italia da grandi manifestazioni di massa sia a Roma (il 24 ottobre 1981!) che in Sicilia (nell'aprile del 1982). Poi vi fu la fase dei blocchi nonviolenti di massa a Comiso (l'IMAC del 1983). I tentativi di non collaborazione attiva a livello locale e le iniziative contro gli espropri da cui derivò la campagna del metro quadro di pace: acquisto della Verde Vigna e di altri 3 terreni attaccati al "Magliocco" (così si chiamava la base di Comiso, ex aeroporto militare fascista) che fu riattivato e ospitò i 112 Cruise nucleari assegnati all'Italia.

Infine, vi è stata la fase finale, il network internazionale per il Cruisewatching che aveva, di fatto, come punto di riferimento centrale il campo femminista di Greenham Common, a circa 100 km da Londra.

(Possiamo parlare oggi di una quarta fase "locale", in cui fa da protagonista la "Pagoda per la pace" del monaco buddhista Morishita: molto più di un semplice monumento. È un'opera che racchiude in sé una storia di impegno, di speranza e di lotta per la pace. È un luogo dove le persone possono ritrovare se stesse e connettersi con qualcosa di più grande…).

Negli ultimi anni, le tensioni geopolitiche hanno portato gli Stati Uniti, presidente Trump, a sospendere e, successivamente, a denunciare il trattato INF nel 2019, accusando la Russia di violarne i termini.

Qui, nella esposizione del tema, si pone il problema di una condizione fattuale che potrebbe determinare confusione sugli accadimenti più recenti (si vedano, ad esempio, articoli pubblicati da Peacelink).

A seguito della denuncia del trattato, non è stata, infatti, presa alcuna decisione ufficiale da parte della NATO sulla reinstallazione di euromissili "atomici" in Germania o in altre zone d'Europa. Invece, la decisione ufficiale è un patto bilaterale USA/Germania relativo all'installazione di missili convenzionali.

Questa decisione è stata annunciata pubblicamente a margine di un vertice NATO, per la precisione a conclusione di un vertice del luglio 2024, dimostrando la volontà di coinvolgere gli alleati e di garantire la massima trasparenza.

La dichiarazione congiunta USA-Germania, datata 10 luglio 2024, si può leggere al seguente link:

https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2024/07/10/joint-statement-from-united-states-and-germany-on-long-range-fires-deployment-in-germany/

In questa dichiarazione è notevole la seguente frase:

"Una volta pienamente sviluppate, queste unità di fuoco convenzionali a lungo raggio includeranno SM-6, Tomahawk e armi ipersoniche in fase di sviluppo, che hanno una gittata significativamente maggiore rispetto agli attuali fuochi terrestri in Europa".

L'assenza di testate nucleari su questi missili significa che la loro installazione, nelle intenzioni, non viola formalmente il Trattato sulla Non Proliferazione Nucleare (NPT) né innesca automaticamente una nuova corsa agli armamenti nucleari. L'installazione di missili convenzionali a lungo raggio ha lo scopo dichiarato di rafforzare la deterrenza convenzionale e la difesa aerea, in risposta alle crescenti preoccupazioni per la sicurezza in Europa, in particolare alla luce del conflitto in Ucraina. La decisione di installare questi missili è stata presa congiuntamente dagli Stati Uniti e dalla Germania, due membri chiave della NATO. Tale accordo bilaterale rappresenta un impegno formale da parte di entrambi i paesi.

Vediamo adesso, in modo più dettagliato, con l'aiuto di Gemini, l'accordo Stati Uniti/Germania per il dispiegamento in sistemi missilistici a lungo raggio a partire dal 2026.

Cosa sappiamo finora:

  • Missili convenzionali: I missili saranno convenzionali, ovvero non nucleari. Questo è un punto fondamentale per comprendere la natura di questa decisione e per differenziarla dalle crisi missilistiche del passato.
  • Flessibilità e rotazione: Si parla di "dispiegamento episodico" o "rotazione" dei sistemi missilistici, il che significa che non ci sarà una presenza militare permanente e massiccia, ma piuttosto una presenza dinamica e adattabile alle esigenze della situazione.
  • Tipologia di missili: Non sono stati resi pubblici dettagli specifici sui tipi di missili che saranno dispiegati, ma si parla di sistemi all'avanguardia, in grado di colpire obiettivi a lunga distanza con grande precisione e velocità. Nel "pieno sviluppo" si parla di SM-6, Tomahawk e armi ipersoniche.
  • Base di Ramstein: Si ipotizza che la base aerea di Ramstein, in Germania, possa essere una delle principali basi per l'ospitazione di questi sistemi missilistici.

Cosa manca ancora:

  • Gittata esatta: Non è stata ancora comunicata la gittata precisa dei missili che saranno dispiegati. Si parla di "lungo raggio", ma non è chiaro se si tratti di missili con una gittata di centinaia o migliaia di chilometri. Per i Tomahawk il raggio è 2.500-3.000 km
  • Numero di missili: Non è stato specificato il numero esatto di missili che saranno dispiegati.
  • Durata del dispiegamento: Non è chiaro se il dispiegamento sarà temporaneo o permanente.

Perché queste informazioni sono riservate?

  • Ragioni strategiche: Mantenere alcuni dettagli riservati può avere ragioni strategiche, come ad esempio evitare di fornire informazioni utili a potenziali avversari.
  • Negoziazioni in corso: Potrebbero essere in corso negoziazioni con altri paesi alleati o con la Russia, e la divulgazione di informazioni dettagliate potrebbe compromettere questi negoziati.

Cosa significa questa decisione, annunciata alla NATO e da essa approvata, per la politica ufficiale di difesa e sicurezza della Alleanza:

  • Rafforzamento della deterrenza, che entra in una nuova fase: L'enfasi sulla deterrenza convenzionale rappresenta un cambiamento rispetto al passato, quando la minaccia nucleare era al centro della strategia di difesa della NATO. L'installazione di questi missili mirerebbe comunque a scoraggiare potenziali aggressori e a rafforzare la sicurezza collettiva degli alleati NATO.
  • Segnale politico: La decisione invierebbe un chiaro segnale alla Russia, sottolineando la determinazione dell'Alleanza Atlantica a difendere il suo territorio e i suoi valori.

Implicazioni:

  • Rafforzamento della NATO: Questo dispiegamento rappresenta un chiaro segnale di rafforzamento della NATO e del suo impegno a difendere i suoi membri.
  • Tensione con la Russia: La Russia ha già espresso la sua preoccupazione per questo dispiegamento, considerandolo una minaccia alla sua sicurezza.
  • Nuova corsa agli armamenti, anche nucleari? C'è il rischio che questa decisione inneschi una nuova corsa agli armamenti in Europa, con la Russia che potrebbe rispondere con un ulteriore rafforzamento delle sue capacità militari.

Perché questa falsa notizia degli euromissili "nucleari" potrebbe essere circolata e rivelarsi un boomerang politico?

La denuncia del trattato INF ha inevitabilmente riacceso le preoccupazioni, specie da parte pacifista, riguardo a una nuova corsa agli armamenti nucleari e ha alimentato congetture sulla possibile reinstallazione di missili a medio raggio. In un contesto di crescente tensione internazionale, è facile che, in questi ambienti, da parte di gruppi approssimativi e dallo scarso spessore politico-strategico, alla ricerca di facile pubblicità, si diffondano notizie false o esagerate, alimentando paure e allarmismi. La situazione geopolitica è in continua evoluzione e le decisioni in materia di sicurezza e difesa possono cambiare rapidamente. È fondamentale verificare l'attendibilità delle fonti prima di dare credito a notizie riguardanti temi così delicati come la proliferazione nucleare. Il motivo è semplice: una notizia esagerata crea un allarme momentaneo, ma la inevitabile smentita di ciò che è gonfiato sgonfia poi anche la ragionevole preoccupazione che deve animare l'opinione pubblica quando poi deve confrontarsi con la minaccia nei suoi termini effettivi. Possiamo chiamare questa dinamica l'effetto "al lupo, al lupo!"

Cosa si può fare per essere meglio informati?

  • Consultare fonti affidabili: Per avere informazioni accurate e aggiornate, consultare siti web di organizzazioni internazionali come l'ONU, la NATO o di agenzie di stampa di fama mondiale. Tra le fonti si possono consigliare anche ICAN internazionale e i membri locali, effettivamente impegnati, della Rete insignita del premio Nobel per la pace nel 2017.
  • Media internazionali: Seguire le notizie pubblicate da agenzie di stampa come Reuters, Associated Press, BBC, ecc.
  • Analisi di esperti: Leggere articoli e analisi pubblicate da esperti di geopolitica e difesa.
  • Seguire l'evoluzione della situazione: Tenere d'occhio le notizie riguardanti le relazioni internazionali e le decisioni in materia di sicurezza e difesa.
  • Partecipare al dibattito pubblico: Esprimere le proprie opinioni e partecipare al dibattito pubblico su temi così importanti per il futuro del nostro pianeta.

Per concludere in bellezza: il progetto Pagoda con Parco della Pace a Comiso

Il progetto Pagoda per la Pace a Comiso è un'iniziativa nata come risposta alle tensioni e alle proteste contro l'installazione della base missilistica NATO negli anni '80. Si tratta di un complesso monumentale unico in Italia, composto da un tempio buddista e da una pagoda, costruiti con l'obiettivo di promuovere la pace e la spiritualità.

L'origine del progetto:

  • Il monaco buddista Gyosho Morishita: Fu un monaco buddista giapponese, Gyosho Morishita, ad avere l'idea di costruire una pagoda a Comiso. Arrivò in Sicilia negli anni '80, proprio nel momento in cui si intensificavano le proteste contro la base militare.
  • Un simbolo di pace: Morishita vide nella costruzione di una pagoda un modo per portare un messaggio di pace e di speranza in un contesto segnato dalla paura della guerra nucleare. La pagoda, infatti, è un simbolo molto importante nel buddismo, rappresentando l'universo e la connessione tra cielo e terra.

La realizzazione del progetto:

  • Un percorso lungo e difficile: La costruzione della pagoda fu un'impresa lunga e complessa, che richiese molti anni di lavoro e superamento di numerosi ostacoli burocratici.
  • Un luogo di preghiera e meditazione: La pagoda e il tempio buddista sono diventati un luogo di preghiera e meditazione per persone di diverse culture e religioni, un simbolo di unione e di dialogo interreligioso.
  • Un'attrazione turistica: Oltre ad essere un luogo di culto, la pagoda è diventata anche un'attrazione turistica, visitata da persone da tutto il mondo che desiderano ammirare questo monumento unico nel suo genere.

Il significato del progetto oggi:

  • Un'eredità per il futuro: La pagoda di Comiso rappresenta un'eredità importante per le future generazioni, un monito a non dimenticare le lezioni del passato e a continuare a lottare per un mondo più giusto e pacifico.
  • Un luogo di incontro e di scambio culturale: Il tempio e la pagoda sono diventati un punto di riferimento per la comunità locale e un luogo di incontro e di scambio culturale.
  • Un simbolo di speranza: La pagoda di Comiso è un simbolo di speranza, un messaggio che ci ricorda che anche nei momenti più bui è possibile costruire un futuro migliore.

Il progetto della Pagoda della Pace a Comiso sta vivendo una nuova fase di sviluppo con la realizzazione del "Parco della Pace"

  • L'obiettivo è quello di creare un'area verde che circonda la pagoda, rendendola ancora più accessibile e valorizzandola come simbolo di pace e dialogo interculturale. Questo parco sarà un luogo dedicato alla meditazione, alla riflessione e alla promozione di attività culturali legate alla pace.
  • Quali sono le novità più importanti?
  • Sentiero di accesso: Sarà realizzato un sentiero che permetterà di raggiungere la pagoda in modo autonomo, rendendola più facilmente accessibile a tutti.
  • Aree verdi: Verrà creata un'area verde attrezzata con panchine e spazi per il relax, dove poter godere della tranquillità del luogo.
  • Eventi e attività: Il parco ospiterà eventi e attività culturali legate alla pace, come seminari, conferenze e workshop.

Questo progetto valorizzerà ulteriormente la pagoda.

  • La struttura verrà potenziata rendendola un punto di riferimento ancora più importante per la comunità locale e internazionale.
  • Promozione della pace: Il parco sarà un luogo dedicato alla promozione della pace, del dialogo e della comprensione tra culture diverse.
  • Sviluppo turistico: Il progetto contribuirà a valorizzare il territorio di Comiso e ad attrarre un maggior numero di turisti.
  • In sintesi, il progetto del Parco della Pace rappresenta un'ulteriore tappa nel percorso di crescita della Pagoda di Comiso, consolidando il suo ruolo di simbolo di pace e di speranza per il futuro.

Una idea che si sta valutando è quella di inserire nel Parco della Pace una web radio gestita dall'associazione IPC di Comiso, con una redazione nazionale e internazionale che si affianchi a quella locale

Analizziamo i potenziali vantaggi e sfide di questa integrazione:

Vantaggi:

  • Promozione del territorio: La radio potrebbe diventare un veicolo per promuovere le attività del parco, gli eventi culturali e le bellezze del territorio circostante.
  • Spazio per la comunità: Potrebbe essere creato uno spazio all'interno del parco dedicato alla radio, dove organizzare eventi dal vivo, incontri con gli ascoltatori e workshop.
  • Sostegno alle iniziative locali: La radio potrebbe collaborare con associazioni e realtà locali per promuovere progetti e iniziative in linea con i valori della pace e della sostenibilità.
  • Aumento della visibilità: La presenza della radio all'interno del parco potrebbe attirare nuovi ascoltatori e incrementare la visibilità di Radio Irene.

Sfide:

  • Infrastrutture: Sarebbe necessario valutare l'installazione di infrastrutture adeguate alla trasmissione radiofonica, come antenne e sistemi di alimentazione.
  • Logistica: L'organizzazione di eventi e attività all'interno del parco richiederebbe una pianificazione attenta e la collaborazione con le autorità locali.
  • Finanziamenti: La realizzazione di questo progetto richiederebbe un investimento economico non esagerato, ma da valutare, sia per le infrastrutture che per la promozione delle attività.

Possibili soluzioni:

  • Collaborazione con il Comune: Coinvolgere l'amministrazione comunale potrebbe facilitare l'ottenimento dei permessi necessari e l'accesso a eventuali finanziamenti.
  • Crowdfunding: Una campagna di crowdfunding potrebbe coinvolgere gli ascoltatori e la comunità locale nella raccolta fondi per sostenere il progetto.
  • Partnership con aziende locali: Collaborare con aziende locali potrebbe portare a sponsorizzazioni e contributi in natura.

Per valutare la fattibilità di questo progetto, sarebbe utile:

  • Effettuare un'analisi dei costi: stimare i costi per l'installazione delle infrastrutture, l'organizzazione degli eventi e la promozione del progetto.
  • Sondare l'interesse della comunità: organizzare incontri e sondaggi per capire l'interesse della comunità locale e degli ascoltatori.
  • Definire un piano di comunicazione: elaborare un piano di comunicazione efficace per promuovere il progetto e coinvolgere i media locali.

In definitiva, l'integrazione di Radio Irene nel Parco della Pace di Comiso rappresenta un'opportunità unica per creare un luogo di incontro, di scambio e di promozione della cultura della pace. Soprattutto se si riesce a realizzare l'idea di una redazione internazionale e nazionale, da affiancare alla redazione locale. rappresenta un'evoluzione naturale e ambiziosa per un'emittente che ha da sempre fatto della pace e del dialogo interculturale i suoi pilastri fondanti.

Ecco alcuni dei vantaggi che una simile espansione "internazionale" potrebbe portare:

  • Ampliamento della portata del messaggio: Una redazione nazionale e internazionale permetterebbe di diffondere i valori della pace a un pubblico molto più vasto, superando i confini locali e nazionali.
  • Approfondimento delle tematiche: Potrebbero essere affrontate tematiche più complesse e globali legate alla pace, come i conflitti internazionali, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, coinvolgendo esperti e opinion leader di fama internazionale.
  • Collaborazioni internazionali: Si potrebbero stringere collaborazioni con altre radio e media internazionali, creando una rete di emittenti che condividono gli stessi valori e lavorano per la promozione della pace.
  • Arricchimento della programmazione: La programmazione potrebbe essere arricchita con rubriche e format dedicati a diverse culture, lingue e tradizioni, favorendo l'incontro e lo scambio tra popoli diversi.
  • Riconoscimento internazionale: Radio Irene potrebbe diventare un punto di riferimento internazionale per la cultura della pace, contribuendo a rafforzare l'immagine di Comiso come città simbolo di pace e dialogo.

Quali potrebbero essere le sfide da affrontare?

  • Risorse economiche: Un'espansione su scala nazionale e internazionale richiederebbe un incremento delle risorse economiche, sia per l'eventuale assunzione di nuovo personale che per la realizzazione di nuovi progetti.
  • Competenze linguistiche: Sarebbe necessario disporre di personale con competenze linguistiche adeguate per raggiungere un pubblico internazionale.
  • Tecnologie: L'infrastruttura tecnica dovrebbe essere adeguata per garantire una trasmissione di qualità a livello nazionale e internazionale.
  • Competitività: Il mercato radiofonico è altamente competitivo, e Radio Irene dovrebbe distinguersi per la qualità dei suoi contenuti e per la sua capacità di innovare.

Come superare queste sfide?

  • Crowdfunding: Una campagna di crowdfunding potrebbe coinvolgere gli ascoltatori e la comunità internazionale nella raccolta fondi per sostenere il progetto.
  • Partnership: Collaborazioni con istituzioni, università e aziende potrebbero portare a finanziamenti e risorse umane.
  • Formazione del personale: Investire nella formazione del personale per acquisire le competenze necessarie per affrontare le sfide di un mercato internazionale.
  • Digitalizzazione: Sfruttare le potenzialità del digitale per raggiungere un pubblico sempre più vasto attraverso i social media, i podcast e le piattaforme streaming.

In conclusione, l'idea di una redazione nazionale e internazionale per Radio Irene di Comiso rappresenta un'opportunità unica per ampliare la portata del messaggio di pace e per far conoscere al mondo il valore di questo progetto. Con una pianificazione accurata e il sostegno della comunità, questo ambizioso obiettivo potrebbe diventare realtà




TORNANO GLI EUROMISSILI

di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org - cell. 340/0736871)


Tornano gli "euromissili", dopo la disdetta, nel 2019, da parte della presidenza Trump, del Trattato che nel 1987 li aveva eliminati: questo il dato fondamentale di cui prendere coscienza nel suo significato e nelle sue implicazioni. E nell'obbligo di risposta cui ci chiama. Sullo sfondo delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente (e di tutti i conflitti armati purtroppo dimenticati), il rischio di escalation anche nucleare si fa molto concreto, distogliendo dalla collaborazione "terrestre", indispensabile per affrontare i veri problemi della crisi ecologica e sociale; e dello stesso disarmo

I disarmisti esigenti hanno individuato tre pilastri su cui costruire la risposta: 1) il respiro non locale, ma ampio e generale, non limitato al versante NATO, pur non perdendo l'ancoraggio alle politiche del disarmo unilaterale, garantito anche dal ricorso a tecniche radicali (azioni dirette, disobbedienza civile) della nonviolenza di base; 2) il riconoscimento del ruolo di battistrada al movimento tedesco, da cui si attendono gli input iniziali per la mobilitazione; 3) la capacità di creare alleanze politiche strette con i soggetti di cui ci si può fidare perché mantengono, con la speranza utopica del futuro, una coerenza non scontata tra pensieri, parole ed opere. Su questo aspetto, per avviare una pressione ed un controllo, i Disarmisti esigenti, "novelli Diogene", sono stati gli unici in Europa a mobilitarsi fisicamente, davanti al Palazzo del Parlamento europeo a Strasburgo, le date della sessione inaugurale della Decima Legislatura, dal 16 al 19 luglio. Ricordiamo che il 18 luglio ha rieletto a capo della Commissione UE Ursula von der Leyen, allargando la sua maggioranza ai Verdi, mentre il 17 luglio una risoluzione "militarista", senza nessun riferimento a tentativi diplomatici e politici per portare la pace, ha ribadito "il fermo impegno dell'Ue a fornire sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario a garantire la vittoria dell'Ucraina".

Per quanto riguarda il primo punto, cioè il puntare al disarmo generale, sono importanti due aspetti: 1-a) le analisi che documentano come il riarmo nucleare intermedio sia oggi praticato anche dalla Russia. Putin nega, ma è ad esempio smentito dalle denunce della dissidente bielorussa, rifugiata in Lituania, Olga Karatch (considerata peraltro da Vilnius una sua "spia" e quindi sul punto di essere cacciata dal Paese). In ogni caso la stipula di auspicabili nuovi accordi INF (Forze nucleari intermedie), includenti possibilmente la Cina, potrà ristabilire dati più plausibili; 1-b) l'esperienza del Cruisewatching che, negli anni Ottanta del secolo scorso, contribuì, durante l'ultima fase del movimento europeo, a sostenere il processo che portò, nel 1987, al già citato accordo INF tra Reagan e Gorbaciov.  Il movimento italiano, più abituato ai grandi cortei, ebbe in esso un ruolo secondario, ma non mancò, attraverso il Campo internazionale per la pace di Comiso, di marcare una sua presenza, anche se numericamente molto ridotta.

Per quanto riguarda la situazione del movimento tedesco, dobbiamo registrare al momento uno stato che, sull'argomento, possiamo definire letargico. Un editoriale, a firma Heribert Prantl, apparso il 21 agosto 2024 su Il MANIFESTO quotidiano, dal titolo "Dove è finito il movimento pacifista?", esprime l'imbarazzo di un attivista (giornalista) colpito dalla distrazione e dal silenzio del movimento.  Sulla stessa edizione cartacea del 21 agosto un altro articolo ricorda che, secondo l'ultimo sondaggio Civey, un tedesco su due è convinto che gli euromissili porteranno all'escalation del conflitto con Mosca. Insomma, nemmeno in Nord Europa c'è entusiasmo popolare per il nuovo riarmo, specialmente nucleare, anche se la sponda per questo sentimento dissenziente, la cui intensità però è tutta da misurare, è comunque, al momento, raccolta da forze come gli scissionisti della Linke che fanno capo alla Sarah Wagenknecht e soprattutto al partito di estrema destra AFD. Lo possiamo attribuire, questo stato dormiente del movimento, a tre fattori: 1) la posizione dei Verdi e della Sinistra radicale di fiancheggiamento di quella che questi soggetti politici, con influenza sugli attivisti sociali, considerano la "resistenza partigiana ucraina"; 2) la "sindrome di Asterix" che affligge parti consistenti dei movimenti di base: vale a dire l'idea che le lotte vanno gestite, nella dimensione locale, ma con valore simbolico universale, per creare "zone liberate" dalla "oppressione dell'Impero"; 3) la sottovalutazione del rischio nucleare dentro il clima culturale in cui non si vogliono affrontare, per paura del baratro su cui si danza, "problemi troppo grossi" (ma tutto sommato ritenuti contenibili ai livelli di guardia) nella illusione che "le élites non saranno tanto stupide da autodistruggersi". 

In questa pagina web ci occupiamo di tutta la problematica sopra delineata, cominciando con un articolo sulla "sindrome di Asterix", propedeutico all'incontro on line, organizzato dai Disarmisti esigenti, del 1 settembre 2024, proseguendo con le analisi sul riarmo nucleare intermedio, riportando i commenti e gli articoli pubblicati da "Il  MANIFESTO" 

(si vada al link https://disarmistiobiettori.webnode.it/l/rastaeuromissili26/);

e infine proponendo la nostra presa di posizione del 16 agosto 2024, seguente i nostri diari sul presidio a Strasburgo di luglio. 

Per il 1 settembre 2024, dalle ore 17:30 alle ore 20:00, come anticipato, abbiamo organizzato una discussione online su piattaforma Zoom.

Entra Zoom Riunione: No ai nuovi euromissili: affiancare il movimento tedesco e superare la sindrome di Asterix
https://us06web.zoom.us/j/89502937624?pwd=9kVlwLToKoh76TbegiP4KmFnXFn7h3.1

E' utile, per essa, come materiale preparatorio, visionare la conferenza organizzata dalla WILPF Italia "ABOLIRE IL NUCLEARE" il 12 luglio alla Città dell'Utopia di Roma. La caratteristica di questo incontro con i giovani del Servizio Civile Internazionale è stata la spiegazione della strategia e delle installazioni nucleari "toccate con mano", a partire dall'esperienza storica della loro contestazione (il Cruisewatching), costata botte e carcere, da parte del movimento di base, che ha creato una conoscenza sociale concreta di validità che giudichiamo paragonabile, se non superiore, rispetto a quella tecnica o accademica. 

Questo il link a cui cliccare per vedere la conferenza del 12 luglio registrata:
https://www.youtube.com/watch?v=olLdIyaOYww

Segnaliamo altre iniziative in cantiere: una tre giorni che si sta organizzando a Comiso il 29-30-31 agosto 2024.  Dovremmo avere presto maggiori info.

E la proposta, avanzata da Alessando Capuzzo,  animatore della denuclearizzazione del Porto di Trieste, di focalizzare sull'esperienza di Comiso, portatrice di insegnamenti per le nuove lotte attuali, la tappa siciliana della Terza Marcia Mondiale per la pace con una iniziativa a Trappeto, presso il Centro Danilo Dolci, 

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LA SINDROME  DI ASTERIX, OVVERO LA STRATEGIA DELLE ZAD - ZONE LIBERATE DALL'OPPRESSIONE IMPERIALE

di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org - cell. 340-0736871)

Un editoriale, a firma Heribert Prantl, comparso sulla prima pagina del quotidiano "Il MANIFESTO" (edizione cartacea del 21 agosto 2024), ripreso dalla stampa germanica, denuncia il disinteresse del movimento tedesco rispetto alla notizia che nuovi euromissili NATO, a testata convenzionale, saranno installati nel 2026 in Germania.

Noi pensiamo che questo, in parte sorprendente, silenzio (si spera solo momentaneo) sia dovuto a tre ordini di motivi, mentre Plantl prende in considerazione solo il terzo. Li elenchiamo:  1) la posizione dei Verdi e della Sinistra radicale di fiancheggiamento di quella che questi soggetti politici, con influenza sugli attivisti sociali, considerano la "resistenza partigiana ucraina"; 2) la "sindrome di Asterix" che affligge parti consistenti dei movimenti di base: vale a dire l'idea che le lotte vanno gestite, nella dimensione locale, ma con valore simbolico universale, per creare "zone liberate" dalla "oppressione dell'Impero"; 3) la sottovalutazione del rischio nucleare nel clima culturale in cui non si vogliono affrontare, per paura del baratro su cui si sta danzando, "problemi troppo grossi" (ma giudicati tutto sommato contenibili entro i livelli di guardia) nella illusione che "le élites non saranno tanto stupide da autodistruggersi". 

Per quanto riguarda il primo fattore, riteniamo significativo che Prantl non ne faccia cenno: questo è un indizio della influenza del secondo fattore, che abbiamo definito "sindrome di Asterix". Si cancella dal quadro analitico la dimensione politico-istituzionale, la cui rilevanza viene sottovalutata se non negata, e ciò rende monca e distorta la visione della realtà. Sulla stessa edizione cartacea (21 agosto) del giornale citato un altro articolo ricorda che, secondo l'ultimo sondaggio Civey, un tedesco su due è convinto che gli euromissili porteranno all'escalation del conflitto con Mosca. Insomma, anche in Nord Europa non c'è entusiasmo popolare per il nuovo riarmo, specialmente nucleare, anche se la sponda per questo sentimento, la cui intensità è tutta da misurare, è comunque, al momento, raccolta da forze come gli scissionisti della Linke che fanno capo alla Sarah Wagenknecht e soprattutto al partito di estrema destra AFD. Le considerazioni di Prantl sulla paura dominante nella opinione pubblica tedesca vanno allora ricalibrate alla luce di questo dato ignorato, cioè che sono le forze "estremiste" di destra e di sinistra le uniche a farsi oggi carico di preoccupazioni e sentimenti presenti nell'elettorato, addirittura in misura maggioritaria. 

La paura tra gli stessi attivisti che il disarmo nucleare sia "una montagna troppo grande da scalare" indubbiamente si fa sentire, ma diventa efficace perché è alimentata dalla consapevolezza che inerpicarsi significa fare i conti con la "minaccia russa da fronteggiare" e quindi si tocca un "tema divisivo": non solo i Verdi ma l'intera sinistra politica, nelle componenti moderate ed in quelle radicali (ad eccezione della citata Wagenknecht), ha accettato la retorica dell'Occidente contro le autocrazie, ponendo il "popolo ucrain0 resistente" come campione della "lotta per il mondo della libertà e del diritto". D'altro canto c'è anche la "sindrome di Asterix" che porta a sostenere che non c'è nessuna montagna da scalare. La lotta, secondo questa visione, non deve fare altro che contrastare direttamente sul territorio i punti di impatto delle scelte militariste costruendo, con la resistenza di base, zone liberate dalla oppressione imperiale: in Francia le chiamano ZAD, "Zone à défendre", luoghi che rappresentano spazi alternativi al modello economico e sociale dominante della potenza e del profitto. 

Ed ecco che, esposti questi dati, adesso possiamo riuscire a mettere meglio a fuoco la "sindrome di Asterix": il personaggio dei fumetti (e dei cartoni animati) creato dai francesi René Goscinny e Albert Uderzo, che vive in un villaggio gallico ergentesi a isola sopravvissuta alla conquista romana di Giulio Cesare. (Nella fantasia degli Autori, il motivo per cui il villaggio resiste al Grande Impero è perché i suoi guerrieri sono supportati, nella battaglia contro i Romani, dalla pozione magica preparata dal saggio druido Panoramix). Quello che conta, come metafora politica trasposta dal fumetto, è però l'idea di soggetti deboli che, uniti e organizzati sul territorio, armati della loro decisione e della loro forza solidale, sanno prevalere a livello locale sulla potente macchina repressiva dell'Impero creando contropoteri autogestiti. Le ZAD si costruiscono a livello locale, ma possono e devono "fare Rete"; anzi il cambiamento sociale rivoluzionario può essere concepito come loro proliferazione "rizomatica", sostituendo (come arrivò a teorizzare Alberto Magnaghi) la "coscienza di classe" con la "coscienza di luogo".    

Questo paradigma, per lo più inconscio, sul potere (macchina repressiva centralizzata) e sul contropotere (spazi sociali localizzati in espansione "rizomatica"), in Italia si è affermato negli anni Novanta ed addirittura, in un certo senso, è arrivato al governo per il tramite del Movimento Cinque Stelle, fondato da Beppe Grillo ed oggi, a quanto pare, in via di metamorfosi come "partito di Conte".  

Senza addentrarsi troppo in fumisterie filosofiche e sociologiche, quella che occorre bene inquadrare è una impostazione delle lotte che vada oltre la classica formula ecopacifista del "pensare globalmente, agire localmente". La nuova formula che andrebbe sperimentata, in quanto all'altezza dei problemi del presente, possiamo così sintetizzarla: "pensare globalmente, darsi obiettivi il più possibile generali, articolarli localmente, in modo che contribuiscono a un cambiamento dei rapporti di forza e a risultati oltre la dimensione locale". "Agire globalmente, puntare a cambiamenti generali coordinati localmente": è questo il motto che proponiamo di adottare, applicando la visione di un "nuovo internazionalismo della terrestrità" (o della solidarietà planetaria all'insegna di "Prima l'umanità, prima la vita universale").

Le "reti" non devono cioè essere sommatorie di resistenze locali, che giustificano sé stesse come alternativa globale (di fatto simbolica) al sistema; devono essere tentativi di percorsi di cambiamento generale di aspetti significativi del sistema. Per esemplificare: non ha senso mettere insieme i comitati locali dove esistono le basi NATO, ciascuno contestante la sua singola struttura (finiscono per raccontarsi, nei loro noiosi incontri, episodi particolari), se non si ha un obiettivo intermedio generale di indebolimento del potere militare transnazionale verso il superamento della NATO. Quindi, in questa logica, ha un senso fare una Rete che si propone di rendere pubblici gli accordi segreti che giustificano e regolano le basi USA in Italia, ha meno senso organizzarsi contro la struttura militare X nel luogo Y, magari ripetendo come un mantra che tale struttura non la si vuole qui ma nemmeno là.  L'esperienza storica dimostra che, con questo tipo di taglio, in genere si va a perdere, perché la realtà locale in genere non ha la forza per prevalere sul potere di ricatto degli Stati centrali; e fa venir fuori che, anche se si vince (a volte può persino succedere!), forse i danni politici e culturali di energie male impegnate diventano peggiori di quando si perde. 

E' notevole come gli attivisti di base mostrino resistenze a comprenderlo e insistano su un localismo indebitamente caricato di significati palingenetici. Le crisi contemporanee che subiamo ormai sono talmente gravi e universali, nel villaggio globale che è diventato il mondo, pur squassato dai conflitti di potenza, che solo un'azione generale guidata da un pensiero globale e olistico "della complessità" può avere un impatto adeguato e realistico. Non possiamo pensare di trovare una soluzione alle sfide globali proposte da una civilizzazione malata se al posto di unificarci – non uniformarci! – ci dividiamo e azzanniamo per questo o quel confine; e se al posto di costruire ponti costruiamo muri per difendere fortezze del privilegio. Dobbiamo sostituire, nella concretezza e nella quotidianità,  la speranza antica della "futura umanità unita" al posto della paura folle di confrontarsi con chi è diverso, di mettere in discussione se stessi e la propria vita, di dare opportunità ai popoli che abbiamo sfruttato e forse stiamo ancora iniquamente sfruttando...

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Il quotidiano "Il MANIFESTO" si occupa dei nuovi euromissili. 

Qui di seguito riportiamo l'editoriale di Heribert Prantl: "Dove è finito il movimento pacifista?", pubblicato il 21 agosto 2024

Ad questo link andiamo a raccogliere gli articoli che il Manifesto e altri quotidiani pubblicano sull'argomento.

Dov'è finito il movimento pacifista? 

di Heribert Prantl (21 agosto 2024)

Quaranta anni dopo. C'è silenzio, un silenzio di tomba. Missili da crociera Tomahawk, missili SM-6 e missili ipersonici vengono dispiegati in Germania, il paese rimane in silenzio, l'Europa tace. Nessuna protesta, nessuna manifestazione

C'è silenzio, un silenzio di tomba. Missili da crociera Tomahawk, missili SM-6 e missili ipersonici vengono dispiegati in Germania, il paese rimane in silenzio, l'Europa tace. Nessuna protesta, nessuna manifestazione.

La Germania è l'unico Paese in Europa a cui questi sistemi d'arma statunitensi sono destinati. Sono puntati contro la Russia.

Perché c'è tanto silenzio? Perché è estate, perché ci sono le vacanze? Perché la dichiarazione di Stati Uniti e Germania sul dispiegamento è incredibilmente concisa e asciutta? È lunga solo nove righe. Il silenzio ha forse a che fare con il fatto che sembra esserci ancora tempo? Dopotutto, il dispiegamento non inizierà prima del 2026. Oppure perché si è convinti che questi missili «porteranno solo pace»?

«In futuro, dal suolo tedesco uscirà solo la pace»: questa è stata la promessa fatta dai due Stati tedeschi nel 1990 con il Trattato "Due più Quattro". La Ddr e la Repubblica federale erano i due; i quattro erano Francia, Unione sovietica, Gran Bretagna e Stati uniti. Questo trattato ha aperto la strada alla riunificazione tedesca. La pace viene dunque da questi nuovi missili, che potrebbero essere dotati di armi nucleari? Oppure questa promessa ha assunto un significato diverso dopo la guerra in Ucraina, perché la deterrenza è ora più importante del disarmo? I tempi sono diventati così guerreschi che non ha più senso parlare di disarmo? La parola pace ha perso il suo fascino?
Dietro questi punti interrogativi c'è il silenzio.

***

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che reagirà in modo «speculare». Quando a un'azione minacciosa si reagisce con una minaccia maggiore, e gli avversari hanno contro-reazioni che si alimentano reciprocamente, questa si chiama escalation. L'escalation significherà che i missili a lungo raggio, che in teoria possono essere dotati di armi nucleari, lo saranno anche in pratica. Bertold Brecht aveva messo in guardia da questa corsa al riarmo decenni fa. «La grande Cartagine», scriveva nel 1951, «ha combattuto tre guerre. Era ancora potente dopo la prima, ancora abitabile dopo la seconda. Dopo la terza non fu più possibile trovarla». In una terza guerra mondiale, l'Europa sarebbe come Cartagine, o peggio. I cavalieri dell'apocalisse sono ora armati di armi nucleari.

Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha definito la decisione di installare i nuovi missili statunitensi in Germania una «decisione molto buona». Deve dire questo perché nel suo giuramento ha promesso di evitare danni al popolo tedesco? Quanto è grande il pericolo che la Germania diventi un campo di battaglia? Era questa la paura che ha segnato le proteste contro il riarmo negli anni Ottanta, quando i missili Pershing II vennero installati nella Repubblica federale.

La guerra nucleare, si diceva allora, durante le grandi manifestazioni, diventava «più precisa e più controllabile» con i missili Pershing; la soglia di inibizione al loro uso si sarebbe quindi abbassata. I Tomahawk che vengono ora impiegati meritano davvero la parola «preciso». E, a differenza dei Pershing, possono raggiungere Mosca. Questo aumenta o diminuisce il rischio che Mosca cerchi di eliminare questi missili in modo preventivo?

In Germania c'è un tale silenzio che si sente ancora l'eco delle vecchie proteste, quelle di allora, quando in tutta Europa c'era un movimento per la pace. Era quaranta, quarantacinque anni fa. Allora milioni di persone scesero in piazza con lo slogan «No alla morte nucleare» e protestarono contro la «doppia decisione» della Nato di installare i missili e avviare trattative con Mosca. In Germania, questo era il tema centrale delle proteste, con la manifestazione pacifista all'Hofgarten di Bonn dell'ottobre 1981, seguita dai numerosi blocchi contro i trasporti dei missili a Mutlangen. Tra chi ha sbarrato le strade ai missili c'erano scrittori come Günther Grass e Heinrich Böll, uomini e donne di chiesa, artisti e docenti universitari, e poi grandi masse di persone senza nome.

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In quel periodo, al tempo dei movimenti per la pace, il disarmo arrivò anche nel sistema giudiziario tedesco: nel 1995, la Corte costituzionale federale stabilì che i blocchi effettuati dai sit-in non costituivano violenza. Le sentenze contro chi aveva bloccato i missili dovettero quindi essere annullate. Era molto tempo fa. Ma nel 2010 il Bundestag ha deciso a larga maggioranza che il governo Merkel avrebbe dovuto fare una campagna «vigorosa» per il ritiro di tutte le armi nucleari statunitensi dalla Germania. Anche questo era molto tempo fa. I missili Tomahawk di oggi sono meno pericolosi perché più precisi e veloci dei Pershing del passato? Oppure la situazione mondiale è così pericolosa che dobbiamo accettare di vivere con la paura che – se il peggio dovesse accadere – in Germania potrebbe non restare in piedi nemmeno una pietra?

Oggi la paura paralizza. All'epoca alimentava le proteste, ma oggi ne assorbe l'energia. Molte persone si spengono completamente quando si parla di guerra, armamenti e armi, perché hanno la sensazione di trovarsi di fronte a una montagna che non riescono a vedere perché diventa sempre più alta. Questo si chiama mancanza di speranza. E alcuni evitano di lottare per il disarmo perché non vogliono essere visti come amici di Putin.

Il ministro della difesa Boris Pistorius sostiene che c'è un «gap di capacità» per giustificare il rafforzamento militare. Ma anche il movimento per la pace soffre di un «gap di capacità». Ha perso la capacità di protestare in nome della speranza.

In Europa dobbiamo imparare di nuovo che cos'è la pace. Non c'è sicurezza con una spesa militare ancora più alta, né con un numero ancora maggiore di carri armati, né con un numero ancora maggiore di testate nucleari. La sicurezza non raddoppia se si raddoppiano le spese militari e le armi. Non si dimezza se si dimezzano le spese e le armi. Aumenterà se i due avversari imparano a guardarsi a vicenda. È così che possiamo imparare di nuovo come fare la pace.

*Heribert Prantl è editorialista del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung. Il 3 e 4 settembre prossimi terrà alla sala concerti di Bolzano tre conferenze sulla stampa, la guerra e la pace.

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LA "DETERRENZA" COME "SUPREMA GARANZIA DI INSICUREZZA":  PER SUPERARLA COLLEGARE ICAN* E NFU**

* ICAN = campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari 

**NFU= campagna internazionale contro il primo uso delle armi nucleari

di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org - cell. 340-0736871) 

Il subentro in ICAN di MELISSA PARKE a Beatrice Fihn nella carica di direttrice esecutiva della Campagna non ha, al momento, cambiato la musica in essa. Si continua a proporre il Trattato di proibizione - TPNW del 2017 (entrato in vigore il 2021) come soluzione immediata a tutti i problemi tattici del disarmo. Ad opinione dello scrivente e dei Disarmisti esigenti, questo significa nei fatti la rinuncia ad avere una qualsiasi tattica: non corrisponde alla realtà l'idea che, nel gioco internazionale della potenza, le armi nucleari abbiano un ruolo residuale e anacronistico e che alleanze militari come la NATO possano con relativa facilità rinunciare ad esse. Stiamo vivendo invece un periodo di riarmo nucleare generale, sospinto da crescenti conflitti di potenza (in Ucraina, in Medio Oriente, nei Mari Cinesi...) e per di più "condito" da una nuova, martellante  e preoccupantissima retorica sulla impiegabilità delle armi nucleari nei campi di battaglia. Proprio per questo bisogna puntare a creare contraddizioni tra le potenze nucleari, tentare di coinvolgere in qualche modo la più disponibile, cioè - per cominciare - la Cina, stante alla dichiarazione ufficiale di "non primo uso in qualsiasi circostanza", giostrare sulla "complementarietà" tra Trattato di proibizione e Trattato di Non proliferazione - TNP per rendere più flessibile il primo. Lo scopo? appunto favorire progressi nel TNP che rendano più difficile la "guerra nucleare per errore" e predisporre condizioni di convergenza nel TPNW  di aderenti al TNP satelliti di potenze nucleari primarie. E' quanto abbiamo proposto, come Disarmisti esigenti & partners, nel working paper presentato al Secondo meeting degli Stati parte del TPNW, sul quale possiamo leggere quanto segue:

"Per questo obiettivo del disarmo nucleare effettivo, in sostanza proponiamo che tutti i 9 paesi che possiedono armi nucleari (insieme ai loro alleati) si siedano allo stesso tavolo delle trattative, con l'ONU nel ruolo di mediatrice riconosciuta, avendo compreso che il possesso di armi nucleari costituisce un rischio inaccettabile, in primo luogo per loro stessi. Il pericolo concreto di una possibile "guerra nucleare per errore" andrebbe messo in cima alle ragionevoli preoccupazioni di chiunque abbia a cuore la sopravvivenza della specie umana sulla Terra. Se da un lato spetta a questi Stati dotati di armi nucleari prendere questa iniziativa, spetta anche a noi, società civile, aiutarli a raggiungere tale consapevolezza anche mediante una "esigente" pressione dal basso. Negli ultimi tempi questo rischio è ancora aumentato principalmente a causa di due fattori: 1. lo sviluppo delle "mini-nuke", cioè armi nucleari di potenza intermedia tra quella della bomba di Hiroshima e quella delle armi convenzionali. Queste "mini-armi nucleari" saranno più facili da usare sui campi di battaglia e quindi romperebbero il "tabù" dell'uso delle armi nucleari, con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare. 2. il possibile utilizzo degli algoritmi di IA ("Intelligenza Artificiale") nella rilevazione di attacchi nucleari e, cosa ancora peggiore, nel processo decisionale per un'eventuale ritorsione. Di conseguenza dobbiamo concentrarci principalmente su questi due fattori di rischio per convincere gli Stati dotati di armi nucleari a decidere un disarmo nucleare globale. Quindi, l'adesione universale al TPNW, il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, non dovrebbe più incontrare gli ostacoli argomentativi che finora vengono solitamente frapposti. (...) Proponiamo di lavorare per armonizzare e integrare la Campagna ICAN con la Campagna No First Use (NFU) perché riteniamo importante schiudere ammorbidimenti e contraddizioni nel fronte nuclearista, già non del tutto monolitico. Sarebbe apprezzabile che l'adozione ufficiale di dottrine sulla deterrenza che escludano un primo colpo nucleare in qualsiasi circostanza sia accompagnato da misure, sotto controllo IAEA, che rendano più difficile la guerra nucleare per errore, come la "deallertizzazione" delle testate e la separazione delle stesse dai vettori. Il TPNW già, all'articolo 4, prevede un periodo di conversione e una certa flessibilità nelle forme di adesione da parte degli Stati dotati di armi nucleari e degli Stati che ospitano armi nucleari controllate da un altro Stato. Entro la prossima conferenza di revisione, fissata nel 2027, possiamo stabilire una categoria riconosciuta formalmente di Stati "associati" e/o "fiancheggiatori" (o altro termine similare) del Trattato. Sarebbero Stati non aderenti a pieno titolo ma orientati positivamente verso il percorso della proibizione giuridica, valutato quale strumento utile e opportuno, compatibile con le istanze di sicurezza globale, per giungere a un mondo senza armi nucleari". 

Per il testo si vada al link: https://www.petizioni24.com/ican-nfu

La dovremo presentare ufficialmente, questa proposta contenuta nel working paper, quale organizzazione accreditata membro ICAN,  al Terzo meeting,  previsto - sotto la presidenza del Kazakistan - nel 2025 a New York, la settimana che inizia il 3 marzo. 

Articolo del 16 agosto 2024 di Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti (www.disarmistiesigenti.org)

TORNANO GLI EUROMISSILI: AFFIANCHIAMO LA RISPOSTA DEL MOVIMENTO TEDESCO


Tornano gli "euromissili", dopo la disdetta, nel 2019, da parte della presidenza Trump, del Trattato che nel 1987 li aveva eliminati: questo il dato fondamentale di cui prendere coscienza nel suo significato e nelle sue implicazioni. E nell'obbligo di risposta cui ci chiama. Sullo sfondo delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente (e di tutti i conflitti armati purtroppo dimenticati), il rischio di escalation anche nucleare si fa molto concreto, distogliendo dalla collaborazione "terrestre" indispensabile per affrontare i veri problemi dello stesso disarmo; e della crisi ecologica e sociale.


Quando si parla di "euromissili", sia dei "vecchi" di Cosimo, sia dei "nuovi" che la NATO, all'ultimo vertice di Washington del luglio 2024, ha ufficializzato di installare, per cominciare, in Germania, a partire dal 2026, ci si riferisce a sistemi d'arma, basati in Europa, di gittata intermedia, che, sia i "vecchi" che i "nuovi" Cruise, ed anche altre tipologie, non hanno propulsione nucleare. Per i "nuovi", annunciati nel 2026 in Germania, si esclude, al momento, la testata nucleare, ma l'esperienza insegna che c'è poco da fidarsi della rassicurazione da parte dei potenti.

I termini che occorre preliminarmente chiarire, per evitare la confusione che sta circolando in alcuni articoli, sono quelli di "gittata" e "testata".

Per "gittata" si intende la capacità di percorrenza di un missile o di un sistema d'arma. I missili con testata nucleare possono essere a corto o medio o a lungo raggio. Quelli a corto raggio sono in genere definiti tattici, quelli a medio raggio sono "di teatro" (gli euromissili degli anni ottanta lo erano), quelli a lungo raggio sono strategici e attualmente balistici intercontinentali.

Per "gittata" in modo improprio si può anche intendere il tipo di propulsore, diciamo - per esemplificare grossolanamente - il motore. Attualmente sono in sperimentazione missili che hanno un motore nucleare. Una nave o un sommergibile possono essere a propulsione nucleare ma non essere armati nuclearmente, cioè non avere a bordo sistemi di lancio e relativi missili con testate nucleari.

Il Trattato INF (Intermediate Nuclear Forces) fu firmato l'8 dicembre 1987 a Washington tra USA e URSS e, come si è detto, portò all'eliminazione e distruzione di tutti i Cruise, Pershing-II e SS-20 nucleari, con gittata tra 500 e 5.500 Km (2.692 in tutto) avviando il cammino verso la fine della "Guerra fredda". I missili balistici intercontinentali hanno più di 5.500 km di gittata e, a differenza di quelli da crociera ("Cruise" in inglese), spinti da un motore per tutto il volo, seguono una traiettoria in base alle leggi della balistica: raggiungono dopo una breve spinta iniziale un'altitudine elevata e quindi ricadono sulla Terra...

La lotta agli euromissili a suo tempo, vale a dire negli anni Ottanta del secolo scorso, ha avuto vari aspetti e varie fasi, fino a conseguire una vittoria parziale. Il citato trattato INF che pose loro fine - riguardava, come si è accennato, missili NATO ma anche missili schierati nell'area del Patto di Varsavia. Noi ne parliamo oggi, dopo decenni, con cognizione di causa, non per scienza infusa, ma perché abbiamo vissuto sulla nostra pelle, con carcere e con botte, da protagonisti, per merito, per scelta, ma anche per caso (come in tutte le vicende umane!), la lotta portata a suo tempo per opporsi alla loro installazione e al loro funzionamento. Ne parliamo come esempio della competenza sociale che nasce dall'impegno di base, da distinguere e valorizzare rispetto alle competenze professionali e accademiche.


La caratteristica dell'IPC (International Peace Camp) di Comiso, organizzante dall'estate 1982 attivisti stabilitisi in permanenza nella cittadina siciliana, che differiva dal CUDIP filosovietico, era quella di agire in un network internazionale che si batteva per lo smantellamento dei missili e il disarmo sia ad Ovest che ad Est, come poi i trattati internazionali - lo abbiamo ricordato - vennero a certificare. Ovviamente da antimilitaristi nonviolenti noi eravamo convinti che atti di disarmo unilaterale avrebbero favorito il disarmo generale. E il capo dell'URSS Gorbaciov attuò proprio questa strategia per innescare il più grande disarmo della storia. Gli euromissili in occidente erano i Tomahawk Cruise, dispiegati prima a Comiso, poi anche in altre località europee, tra cui Greenham Common in Gran Bretagna, e i Pershing-II di Mutlangen in Germania.


La lotta in una prima fase fu caratterizzata in Italia da grandi manifestazioni di massa sia a Roma (il 24 ottobre 1981!) che in Sicilia (nell'aprile del 1982). Poi vi fu la fase dei blocchi nonviolenti di massa a Comiso (l'IMAC del 1983). I tentativi di non collaborazione attiva a livello locale e le iniziative contro gli espropri da cui derivò la campagna del metro quadro di pace: acquisto della Verde Vigna e di altri 3 terreni attaccati al "Magliocco" (così si chiamava la base di Comiso, ex aeroporto militare fascista) che fu riattivato e ospitò i 112 Cruise nucleari assegnati all'Italia.

Infine vi è stata la fase finale, il network internazionale per il Cruisewatching che aveva di fatto come punto di riferimento centrale il campo femminista di Greenham Common, a circa 100 km da Londra. 

Spieghiamo più in dettaglio il Cruisewatching, questa pratica di disobbedienza civile di massa volta a vanificare il principale vantaggio tecnico del sistema d'arma nucleare Cruise Tomahawk: il potere essere lanciato quasi rasoterra da punti non individuati e quindi, sfuggendo ad avvistamenti satellitari e radar, impiegabile in strategie di "first use nucleare".
Mentre in Italia il movimento mollò la presa (tranne pochi "pazzi" irriducibili a Comiso e in Sicilia, tra i quali lo scrivente), nel resto d'Europa si continuò con l'azione diretta e la disobbedienza civile, dando di fatto una mano alla strategia pacifista di Gorbaciov, che - come si è accennato - era anche basata su misure unilaterali di disarmo da parte sovietica. Che poi l'Urss successivamente sia crollata e abbia interrotto vari percorsi di democratizzazione e ristrutturazione sociale, questo è un altro paio di maniche...


Gli euromissili della Guerra Fredda - in Italia 112 Cruise allora sicuramente con testata nucleare, montati sui camion TEL (trasportatori elevatori lanciatori) - furono effettivamente schierati e la base militare che li ospitò (il Magliocco di Comiso) fu effettivamente costruita, per lo più da manodopera locale ragusana. Ma noi permanenti non ci arrendemmo e lavorammo dall'inizio del 1984 in poi a ostacolare le esercitazioni mensili dei convogli con i TEL, partenti da quella base, che si addestravano alla guerra nucleare limitata in Europa: la Sicilia faceva da "pagliaio" per l'ago dei missili che dovevano nascondersi, lo si è anticipato, in punti di disseminazione segreti. Noi riuscivamo a individuare alcuni di questi punti inseguendo, con opportuni accorgimenti (ma bastavano le bici!), i convogli dei missili per strada. Avevamo acquistato, con la campagna del metro quadro di pace, la terra accanto alla porta principale del Magliocco (la "Verde Vigna"), quindi sentivamo quando i missili uscivano di notte, i militari non potevano imbrogliarci!

(Sul Cruisewatching in Europa e in Italia ho recentemente - 12 luglio 2024 - tenuto un incontro organizzato dalla Wilpf Italia a Roma presso la Città dell'utopia. L'iniziativa è stata registrata ed è anche visionabile su Radio Nuova Resistenza. Al momento non trovo il link ma a richiesta posso inviare via mail la registrazione completa: scrivete ad alfiononuke@gmail.com).


La lotta contro i nuovi euromissili, che non sono solo NATO, dovrà mantenere questa proiezione politico-organizzativa Est-Ovest verso il disarmo generale. Ed anche il principio del disarmo unilaterale come propulsore di accordi pacifici e di pace, con relativa messa in campo di disobbedienze civili e azioni dirette a livello locale. Nei nuovi euromissili ad Ovest il territorio di partenza è la Germania ed è dai movimenti tedeschi che dobbiamo aspettare degli input per la solidarietà concreta. Così come pacifisti tedeschi e europei (e da tutto il mondo) scesero a Comiso, allo stesso modo molti di noi dovranno recarsi ad affiancare le lotte in Germania.

Ad Est - denuncia ad esempio Olga Karatch- ci sono già euromissili russi con testata nucleare installati in Bielorussia. Anche con questa lotta dobbiamo essere collegati possibilmente con un aggancio alla campagna Object war che riguarda il diritto al non reclutamento negli eserciti e l'obiezione alle guerre che stanno montando sia sul territorio ucraino (di fatto una guerra NATO Russia) sia in Medio Oriente...

Riepilogando, per quanto riguarda la prima risposta di movimento in Italia da dare alla decisione USA e NATO (quindi UE) di reinstallare gli euromissili a partire dalla Germania (edulcorata con la inattendibile rassicurazione che nel 2026 saranno privi di testate nucleari), ecco ora sotto esposte, in modo più schematico, le condizioni che, per un movimento di opposizione intelligente, cioè nonviolento, riteniamo garantiscano correttezza di impostazione e serietà di risultati del percorso.

1) Lo si è già detto e lo si ribadisce: così come Comiso fece da battistrada nella mobilitazione europea dal 1981 al 1987 , oggi questo ruolo spetta al movimento tedesco, che è quello che deve reagire al primo impatto diretto della decisione e mettere in campo la forza di resistenza più intensa e massiccia.

2) I VIP televisivi e le personalità famose è meglio che si accodino agli appelli lanciati dagli attivisti dei movimenti, in questo caso si tratta di aspettare input dalla Germania, perché - per citare uno tra i tanti motivi - non saranno sicuramente questi personaggi a sdraiarsi davanti alle ruspe che porteranno avanti i lavori di costruzione delle strutture militari. Un eventuale loro ruolo sta nell'appoggiare i movimenti di lotta, non nel lanciare mobilitazioni cui poi non parteciperanno in prima persona. E si sta parlando della resistenza nonviolenta seria, quella basata sulla continuità dell'azione diretta e della disobbedienza civile, non delle passeggiate una tantum che lasciano il tempo che trovano. Anche su questo punto Comiso docet.

3) Questa mobilitazione comunque è meglio sia inquinata il meno possibile dall'intervento strumentale delle forze e dai soggetti che parlano di pace all'opinione pubblica e poi al dunque avallano con il voto o le pilatesche astensioni le decisioni istituzionali di guerra. Non possiamo infatti ignorare ciò che legittima e muove la macchina amministrativa pubblica, cioè gli apparati che organizzano in direzione attuativa ben precisa centinaia di migliaia di pubblici funzionari.

E' fondamentale, sulla base dei fatti, allora sapere in una lotta di chi ci si può fidare pienamente e di chi no. Lo abbiamo già scritto in un nostro comunicato datato del luglio scorso:

"Attualmente rispetto a questa possibile escalation nucleare annunciata la sensazione è che manchi persino la consapevolezza della gravità della scelta della NATO di fatto in guerra con la Russia. Un movimento pacifista che non abbia i terminali capaci di captare i nuovi segnali di guerra è un movimento che arretra nella sua funzione primaria: quella di individuare con prontezza il pericolo e di elevare nell'opinione pubblica la percezione del rischio. È necessario, allora, recuperare prontezza e capacità di comunicazione, nel segno della forza della verità.

Noi Disarmisti esigenti per l'intanto non aspettiamo le scadenze rituali che ci chiudono nel ghetto dei comportamenti ovvi e prevedibili, per quanto a volte massivi e falsamente rassicuranti. Ecco perché abbiamo chiamato, "novelli Diogene", a presidiare, a Strasburgo, l'insediamento del nuovo Parlamento europeo (Decima legislatura), quello che il 18 luglio ha votato Ursula Von der Leyen presidente della Commissione UE sulla base di un discorso programmatico in cui la guerra è costituente. Puntiamo gli occhi su Strasburgo anche per rilevare un minimo di coerenza tra il voto chiesto contro la guerra e il comportamento degli eletti."...

La nostra voce potrà farsi sentire con forza e all'unisono con un movimento internazionale, partito dalla Germania, dando concretezza e da subito affidabilità per una lotta di popoli europei contro un riarmo che richiama la dimensione nucleare, al di là delle rassicurazioni fuorvianti, che, oggi più di ieri, se imboccato, (si pensi solo alle innovazioni tecnologiche: velocità ipersoniche, miniaturizzazione, uso dell'intelligenza artificiale), può sfuggire ad ogni controllo e sfociare in un terribile e irrimediabile Olocausto.


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