Lezioni dal partito di Sahra Wagenknecht: sforzarsi di rappresentare la volontà popolare di pace. Nelle istituzioni centrali ma anche nei governi locali.
TRE DOMANDE ALLA NUOVA "SINISTRA POPOLAR-CONSERVATRICE" - dopo la discussione del 16 novembre 2024 alla Casa Rossa di Milano; in preparazione dell'incontro online del 17 novembre
Presentazione del libro di Sahra Wagenknecht, Fazi editore, costo 20 euro, ieri, 16 novembre, alle 18:00 alla Casa Rossa di Milano. Precede l'incontro online registrato, organizzato dai Disarmisti esigenti, domenica 17 novembre dalle ore 18:00 alle ore 20:00. Link Zoom per partecipare all'incontro del 17 novembre:
Vladimiro Giacché, filosofo marxista e dirigente bancario, non era fisicamente presente ma tutto sommato l'iniziativa non ne ha risentito: il collegamento online con casa sua era buono, i suoi discorsi li ha potuti fare ed erano chiaramente udibili, l'interlocuzione con il pubblico (una 50ina di persone, per lo più attempate, ma anche qualche giovane c'era) è stata bene o male gestita.
Per ragioni di brevità, non sto a ripetere la premessa di motivazioni e le argomentazioni, esposte con efficacia e competenza da Giacché, che hanno spinto "Sahra la Rossa" a scindersi dalla Linke tedesca (è stata capogruppo al Bundestag) e a fondare il BSW questo gennaio, conseguendo buoni risultati alle europee (6,2%) e un autentico successo alle ultime elezioni in tre Lander ex DDR.
Questo successo già proietta il BSW tra i protagonisti della formazione del governo che emergerà dalle elezioni anticipate che si terranno nel febbraio 2025, dopo la crisi della "coalizione semaforo" (socialisti, verdi e liberali) guidata da Olaf Scholz. Si prevede la vittoria della CDU guidata da Friedrich Merz.
Vorrei proporre alcuni interrogativi spero non banali su cui riflettere nell'incontro online di oggi, dove, da Disarmisti esigenti, ci proponiamo di imparare alcune lezioni dall'esperienza di un partito di sinistra che, giustamente dal nostro punto di vista, ha posto la lotta contro la guerra come priorità delle priorità.
Una priorità che, per i dirigenti BSW, deve riflettersi anche nei negoziati per la formazione del governo: la discriminante pacifista è aprire subito il dialogo con Mosca sulla guerra in Ucraina, cessare l'invio di aiuti militari a Zelenky per potere svolgere un ruolo da mediatori, rifiutare l'installazione degli euromissili USA.
In qualche modo, la telefonata di Scholz a Putin, che sta facendo scalpore, è anche collegata alla scadenza elettorale, perché il cancelliere in uscita risponde alle pressioni sia della destra (AFD) che della sinistra radicale (BSW, appunto). L'opinione pubblica tedesca in massima parte contraria alla guerra deve essere rassicurata sul fatto che il governo cerca autonomamente il dialogo, al di là dei veti dell'attuale amministrazione USA. L'accusa delle opposizioni morde: l'economia nazionale è entrata in crisi con le sanzioni alla Russia e con il blocco alle importazioni di gas russo. A Scholz per recuperare voti importa provare che non manda solo armi all'esercito ucraino, ma è anche pronto a cercare attivamente una via di pace tra Mosca e Kiev. Ci si sta preparando a negoziati, ora possibili con la nuova presidenza Trump, che potrebbero condurre alla fine dei combattimenti sul campo entro il 2025. I leader europei stanno comunque capendo – sembra più di una speranza - che la guerra non può terminare se non si parla con l'attuale dirigenza russa.
Si può allora stimare l'attivismo del cancelliere un calcolo, un tentativo di recupero di popolarità in extremis, abbindolando l'anima pacifista della Germania, mentre sul piano militare le cose, a quanto sembra, si stanno mettendo male per le armate ucraine.
Ma si torni all'alternativa proposta dal BSW per tornare a parlare e a rappresentare le classi popolari.
Il controprogramma per una società più giusta, a detta della Wagenknecht, deve essere fondato su valori non individualistici, ma comunitari, tra cui concetti aborriti dai "progressisti" contemporanei come la patria, capaci di definire l'identità, non più di una minoranza intellettualista, ma di una maggioranza fatta di persone concrete.
Le domande da avanzare possono essere tante, ci sono quelle scontate sulle posizioni del BSW riguardo l'immigrazione da controllare e la conversione ecologica da calibrare come "giusta transizione ", non gravante, come costi immediati, sui lavoratori che faticano a sopravvivere
Io comincerei con tre questioni derivanti, spero, da un approccio meno ordinario e superficiale, da "sinistra alla moda" contestata dalla Wagenknecht.
1) Va distinto il nazionalismo dal patriottismo. E del resto la Resistenza storica al nazifascismo la differenza la faceva e la rivendicava. Anche Carlo Cassola, lo scrittore antimilitarista, voleva il disarmo unilaterale dell'Italia per prima perché patriottico e non nazionalista. Ma che ruolo e spazio dobbiamo riservare a un nuovo internazionalismo? I disarmisti esigenti propugnano un nuovo internazionalismo della terrestrità, la pace con la Natura è il compito prioritario comune dell'umanità ed è condizione per la pace tra gli esseri umani nei vari conflitti armati in corso. La nonviolenza non è allora indispensabile alla pace e non misura la sua efficacia con i progressi del diritto internazionale?
2) In questo nuovo internazionalismo, che punta a fare riconoscere a livello ONU i diritti dell'umanità insieme a quelli della Natura, c'è un possibile ruolo positivo per una Europa possibilmente più integrata su basi democratiche? Ad esempio con i poteri legislativi del Parlamento europeo? L'integrazione europea può solo avvenire a scapito della sovranità statale e quindi della sovranità popolare, se si disconoscono le entità sovranazionali e si individua nello Stato l'unico strumento funzionante e valido per demonopolizzare e regolare i mercati e garantire i diritti sociali?
3) Il valore della libertà individualistica, non a caso cavallo di battaglia della nuova destra, accoppiata Trump-Musk in testa, va respinto. Ma come si può integrare nel comunitarismo, che vogliamo facilitare, una istanza libertaria (non liberale e liberista!) positiva? Le manifestazioni non devono essere ridotte a performance teatrali auto espressive dei soggetti individuali, va bene. Ma renderle momenti di lotta e di vertenza può assumere modalità comunicative che esprimano non la rabbia di ribelli vendicativi, ma l'assertività fiduciosa e gioiosa di costruttori di situazioni e rapporti autentici, anche in un nuovo dialogo tra genere maschile e genere femminile?
Per il momento mi fermo qui, in preparazione e attesa della discussione di oggi.
Alfonso Navarra - coordinatore dei Disarmisti esigenti - cell. 340/0736871
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SAHRA LA ROSSA CONTRO LA SINISTRA NEOLIBERALE
Discutiamo online domenica, 17 novembre, la presentazione del libro di Sahra Wagenknecht, dal titolo: "CONTRO LA SINISTRA NEOLIBERALE", organizzata, sabato 16 novembre, dalla Casa Rossa con il filosofo marxista Vladimiro Giacché (dirigente di Sator e presidente di News 3.0.).
L'iniziativa del 16 novembre si tiene, alle ore 18:00, in Via Privata Monte Lungo, 2, Milano, MM Linea Rossa Turro.
I residenti a Milano e dintorni sono invitati a partecipare di persona.
La discussione online del 17 novembre, indipendente dall'appuntamento del 16 (diversi organizzatori, diverse finalità), non è la prima che facciamo sull'argomento. Questa, come le altre, è registrata e si può partecipare su piattaforma Zoom al link:
https://us06web.zoom.us/j/87856532158?pwd=jLGQJzQQNsODrNeRNTQFoaPqdfaIT7.1
Un possibile obiettivo cui, da singoli e come collettivo, approdare è la costituzione di un gruppo di sostegno italiano al BSW, facente riferimento ai Disarmisti esigenti e al documento per la costruzione di una lista dei pacifici, rinvenibile al link:
https://www.petizioni24.com/listapaceterraeuropee
A quanto si è capito, il punto più controverso della elaborazione e della pratica del BWS sono le posizioni sul problema dell'immigrazione. Ma possono sorgere problemi anche sulla critica al Green New Deal, visto come politica erroneamente impostata dal punto di vista dei costi fatti pagare subito ai settori popolari già disagiati e poveri, persino se (malamente) occupati.
Il nostro atteggiamento di partenza, per niente affatto scontato, è ben disposto verso il BSW e riteniamo che la sinistra italiana più seria e radicale (con intelligenza) debba condividerlo. Ma ovviamente non dismettiamo lo spirito critico e l'esigenza di conoscenze più approfondite e di contatti diretti.
Noi comunque avvertiamo la necessità di un "TERZO POLO PACIFISTA", che si distingua da quello generico, subalterno all'atlantismo e bellicismo di PD e CGIL, e da quello estremista, che vede ad esempio nella resistenza armata palestinese del 7 ottobre "l'inizio della rivoluzione mondiale dei popoli oppressi contro l'imperialismo".
Anche sull'elezione di Trump, non gridiamo - con emotività angosciata - al "nuovo fascismo" invocando la necessità di costruire fronti unici in alleanza strategica, appunto, con la sinistra neoliberale. Certo non sottovalutiamo né sottovaluteremo gli attacchi agli spazi democratici e alla divisione dei poteri che sostanzia lo Stato di diritto "liberale". Ma, se effettivamente si aprirà un dialogo tra USA e Russia per porre fine alla guerra in Ucraina, sosterremo il percorso verso una "pace possibile" (essendo quella "giusta" sinonimo di continuazione del conflitto armato). E non condivideremo il bellicismo pro-Israele né cesseremo l'opposizione alle guerre ambientali e sociali, mantenendo la bussola della "pace con la Natura" quale compito prioritario e comune dell'Umanità.
La prefazione di Vladimiro Giacché
https://sinistrainrete.info/sinistra-radicale/28316-vladimiro-giacche-contro-la-sinistra-neoliberale-il-caso-sahra-wagenknecht.html
Le domande che ci poniamo sulla piattaforma che ospita il documento "per la lista dei pacifici" alle europee del 2024; e le proposte per la continuazione dell'impegno per un movimento politico organizzato:
AL MOVIMENTO PACE TERRA DIGNITA' RIVOLTO AI PACIFICI, DOPO IL TENTATIVO ALLE ELEZIONI EUROPEE, SERVE UNA LISTA INDIPENDENTE ALLE PROSSIME POLITICHE DEL 2027?
E' SEMPRE NECESSARIO E URGENTE RIPORTARE AL VOTO E ALLA POLITICA DI BASE I DELUSI E GLI ARRABBIATI!
E SERVE COMUNQUE UNA SPONDA ISTITUZIONALE IN EUROPA CHE SUPPORTI L'OPPOSIZIONE ALLE GUERRE!
IN ITALIA POSSIAMO TRARRE LEZIONI DALLA ESPERIENZA TEDESCA DEL "BUNDNIS SAHRA WAGENKNECHT"?
Milano - 31 ottobre 2024
L'interessante pratica, da parte del BSW, di negoziare i governi locali, dopo il positivo risultato nei Land, ponendo come discriminante per CDU e PSD una presa di posizione per la pace subito, da perseguire con la diplomazia e non come le armi, ci viene segnalata da Daniele Barbi, nostro corrispondente a Trier.
Questa pratica, e l'intervento pubblico della leader del nuovo "partito della pace" tedesco ("in Brandeburgo abbiamo fatto un buon compromesso, in Turingia no!"), evidenziano una importante discussione in corso al suo interno, cui può essere utile riferirsi anche in Italia, da parte di chi ha in mente la costruzione di un "terzo polo pacifista".
Un terzo polo che si distingua da quello generico, subalterno all'atlantismo e bellicismo di PD e CGIL, e da quello estremista, che vede ad esempio nella resistenza armata palestinese del 7 ottobre "l'inizio della rivoluzione mondiale dei popoli oppressi contro l'imperialismo" (ovviamente individuato solo negli USA).
Daniele Barbi ci segnala un articolo del "Junge Welt Zeitung". Titolo: L'accordo in Turingia è stato "un errore".
Ecco il testo:
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Annunciamo - siamo a metà ottobre - l'appuntamento di una nuova discussione, dopo quella del 29 settembre, da disarmisti esigenti, più specifica sulla posizione, riguardo al conflitto mediorientale, di quello che riteniamo il più determinato, efficace e coerente "partito della pace" tedesco, da cui trarre ispirazione per idee ed azioni, in Italia e in Europa: il Bundnis di Sahra Wagenknecht .
L'incontro online, su piattaforma Zoom, si terrà domenica 20 ottobre, dalle ore 18:00 alle ore 20:00.
Ecco il link per collegarsi:
https://us06web.zoom.us/j/82116910349?pwd=niaayRlaEqoHkg5MyzLkO5gfZFg7kW.1
ID riunione: 821 1691 0349 - Codice d'accesso: 567617Questa discussione segue la nostra decisione di non aderire a iniziative e cortei (numerosi in questo periodo) che omettano il riferimento alla cornice ONU dei "due popoli due Stati".
Per la data del 20 ottobre riteniamo più che probabile che Israele, dopo avere invaso la parte Sud del Libano, abbia già bombardato l'Iran, ufficialmente come risposta ai 181 missili balistici lanciati da Tehran (il 1 ottobre "per vendicare - a detta dei pasdaran- l'uccisione di Ismail Haniyeh, Hassan Nasrallah e il generale Abbas Nilforoushan"). Questa escalation dovrebbe rendere evidente che la partita di potenza che si gioca è a livello di egemonia sulla regione mediorientale, non riguarda solo il controllo del territorio della Palestina. Ed è almeno a questo livello che il movimento di opposizione alle guerre dovrebbe proporsi di organizzare la sua mobilitazione, possibilmente anticipando la sua pressione prima che i buoi siano scappati dalla stalla: si sa che farli rientrare in essa è molto più difficile....
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Come materiale utile alla discussione, ecco di seguito una recente dichiarazione di "Sahra la Rossa", che proponiamo di discutere, facendo seguito all'incontro già svolto il 29 settembre.
"La situazione in Medio Oriente si sta aggravando perché le armi prevalgono sulla diplomazia. Dopo la terribile campagna di vendetta a Gaza, il governo israeliano sta bombardando obiettivi nella capitale libanese Beirut e nello Yemen e sta preparando un'offensiva di terra in Libano. Si parla anche di possibili raid contro l'Iran. E il governo federale tedesco? Invece di inviare un messaggio chiaro con un embargo sulle armi, sottolinea che c'è e non ci sarà uno stop alle esportazioni di armi verso Israele. Anche in Israele si registrano proteste di massa contro il governo estremista di destra di Netanyahu, la cui politica di guerra ha da tempo cessato di avere a che fare con la legittima autodifesa. Siamo stanchi di una politica che crede che il terrorismo possa essere combattuto con la guerra e il terrore di stato: riteniamo che questo crei solo sofferenza e miseria e fomenti nuovo terrore. Siamo stanchi di politiche che forniscono armi alle zone di guerra e quindi prolungano le uccisioni e le morti. Per evitare un'escalation verso una grande guerra, sono necessarie maggiori pressioni per un cessate il fuoco immediato, collegate al fatto concreto dell'interruzione della fornitura di armi ai belligeranti; e per seri colloqui di pace con i palestinesi su una soluzione a due Stati".
Ecco, ancora, una dichiarazione più recente , datata 15 ottobre 2024.
Wagenknecht: la solidarietà con il governo israeliano deve finire
La fondatrice del partito, Sahra Wagenknecht, chiede la fine della solidarietà della Germania con il governo israeliano. "Se si forniscono armi, ci si rende corresponsabili di crimini di guerra", afferma la presidente dell'alleanza Sahra Wagenknecht (BSW) a Berlino. "Le azioni delle truppe di Netanyahu sono chiaramente del tutto spietate anche nei confronti della popolazione civile, ora anche nei confronti dei soldati delle Nazioni Unite. E penso che anche la solidarietà debba o debba finire".
Il BSW sostiene il diritto di Israele all'autodifesa, ma non l'attuale azione militare, aggiunge Wagenknecht. Il governo tedesco si sta comportando come un partito guidato senza fermare i crimini di guerra - "anche voi siete coinvolti in esso", dice Wagenknecht.
Una prima discussione aperta online, il 29 settembre, l'avevamo appunto organizzata coinvolgendo attiviste/i impegnati nelle ultime elezioni europee. Sentivamo e sentiamo il bisogno di riflettere sull'esperimento tedesco, promosso da "Sahra la Rossa", di una lista per la pace, per esplorare temi e sfide, quali l'opposizione coerente alle guerre, la conversione ecologica, l'immigrazione, il blocco sociale di riferimento per una alternativa, le modalità di rivolgersi programmaticamente alla maggioranza popolare. Le soluzioni a questi problemi oggi forse le diamo troppo per scontate: la nuova formazione del BSW, con il suo approccio innovativo (e "populista" in senso positivo), anche se controverso (la "sinistra della conservazione"!), può scuotere in modo profondo, per diversi punti di vista e aspetti, le nostre abitudini mentali. Molliamo le rigidezze cognitive ed emotive da "sinistra benpensante" o surriscaldata da "furori wokisti" importati dagli USA (spesso paradossalmente manifestati "da copioni" proprio da chi li ritiene la causa e il motore di tutti i conflitti del mondo)!
Sotto si può scaricare un powerpoint di facilitazione della discussione - lavoro datato 29 settembre 2024 - work in progress
RASSEGNA STAMPA
Il Manifesto 27 settembre 2024
«Regole severe sui migranti. Ma non chiamateci xenofobi»
Germania/Europa Intervista con Fabio De Masi, leader in Europa dell'Alleanza Sahra Wagenkneckt
Fabio De Masi, 44 anni, è europarlamentare tedesco dell'Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw), che si definisce un partito di «sinistra conservatrice», date le sue posizioni su migranti e guerra in Ucraina. Di origine italiana, De Masi è stato in passato esponente della Linke, nel gruppo Left all'Eurocamera. Lo incontriamo in una sala del Parlamento europeo.
Bsw è nato solo dieci mesi fa, adesso negozia con Spd e Cdu per il governo del Brandeburgo. Cosa farete del consenso ottenuto alle recenti elezioni?
Vogliamo rappresentare un'alternativa politica seria per tutti quelli che sono insoddisfatti del governo attuale. Vogliamo costruire una prospettiva solida per gli anni a venire. Non vogliamo essere semplicemente «imprenditori della paura», come Afd, ma vogliamo realmente cambiare la politica tedesca.
Spesso siete accostati all'estrema destra di AfD. Con le sue credenziali di politico di sinistra, non si sente a disagio?
Sulla politica sociale ed economica, AfD è vicina ad altri grandi partiti tedeschi, perché loro vogliono privatizzare, noi vogliamo più investimenti pubblici. Quanto alla politica estera, insieme ad altre formazioni appoggia il governo Netanyahu mentre noi difendiamo la legge internazionale e il diritto umanitario. In merito all'Ucraina, siamo contro l'invasione russa, ma diciamo anche che questa guerra ha un'origine complicata ed è irresponsabile non cercare una soluzione negoziale.
Ma anche voi come AfD avete una posizione dura rispetto all'immigrazione, non è così?
No. Noi vogliamo ridurre l'immigrazione senza controlli, nel senso che il 50% delle persone che cercano rifugio in Germania non rientrano sotto le regole dell'asilo o altre leggi per i richiedenti asilo. Così rimangono nelle nostre comunità spesso senza prospettive e questo crea tensioni sociali. Dobbiamo assistere i migranti economici in prossimità dei loro paesi di origine e creare vie limitate ma legali di migrazione economica nell'ambito della nostra capacità di fornire lavoro, alloggio e istruzione.
Però da qui a dire che gli immigrati non sono benvenuti, il passo è brevissimo.
Noi non usiamo argomenti xenofobi. Capisco i motivi per cui le persone arrivano e molti di noi, a partire dal sottoscritto abbiamo un background di immigrazione. Ma l'immigrazione nel Dopoguerra in Germania era di tipo di verso, perché chi arrivava veniva integrato nel mercato del lavoro. C'è bisogno di affrontare le cause profonde della migrazione, come le guerre per i cambi di regime e le politiche commerciali sleali.
La Germania ospita al momento 3,5 milioni di rifugiati. Spd al governo e Cdu all'opposizione chiedono respingimenti, AfD propone lo stop. Voi?
Chi viene da una zona di guerra deve avere ospitalità, ma gli ucraini godono di discutibili privilegi nel nostro sistema di welfare rispetto ad altri migranti. Sosteniamo che la guerra in Ucraina vada fermata, in modo che la gente possa tonare a casa presto. Altri politici che si comportano come i più grandi amici del popolo ucraino siedono invece su comode sedie negli spettacoli televisivi in Germania e poi chiedono di rimandare sul campo di battaglia gli uomini ucraini sfuggiti al servizio militare.
Il cancelliere Scholz ha appena ripristinato i controlli alla frontiera. Ma la libera circolazione nello spazio Shengen non è uno dei pilastri della costruzione europea?
Va bene controllare le frontiere di tanto in tanto, se per ragioni di sicurezza. Quello che non funziona è l'approccio unilaterale della Germania. C'è bisogno di affrontare il tema in modo coordinato tra paesi Ue.
Come?
Con un sistema in cui l'Ue assicuri le procedure principali nei paesi terzi, senza esternalizzare a regimi non democratici, ma garantendo sempre la prospettiva di diritti abitativi e istruzione per chi applica l'asilo. L'Ue può assicurare legalità agendo fuori dai suoi confini e disincentivando i viaggi di chi non ha diritto di asilo. In sostanza, l'ospitalità verso i migranti deve essere proporzionata alle nostre capacità di fornire aiuto e infrastrutture.
L'idea di un simile intervento da parte dell'Ue sembra poco realistico. A proposito di diritti, lei condanna le derive di paesi che mettono in pericolo le libertà personali così come lo Stato di diritto?
Su questo versante sono certamente un critico delle politiche orbaniane. Tuttavia, non biasimo il governo ungherese per le sue iniziative diplomatiche nella guerra in Ucraina. Siamo anche scettici quando l'Ue dà lezioni al mondo intero sui diritti civili mentre i paesi occidentali causano morte e distruzione in Medio Oriente.
Sarah Wagenknecht è l'unica leader politica tedesca a supportare apertamente la Palestina. Cosa significa in un paese come la Germania, che ha un legame fortissimo con Israele per ragioni storiche e culturali?
Una cosa è l'antisemitismo e la responsabilità storica e morale verso gli ebrei quando si parla dell'Olocausto. Questo non significa che il governo Netanyahu non abbia oggi gravi responsabilità, che non sostenga tesi apertamente razziste. Noi non possiamo appaltare le nostre responsabilità storiche ai palestinesi, dicendo loro: adesso voi dovete soffrire, perché i tedeschi hanno commesso crimini contro gli ebrei.
Il Green deal europeo è sotto attacco da parte delle forze di destra e delle lobby industriali. Per voi la lotta contro il cambiamento climatico è una priorità?
Siamo a favore della lotta al cambiamento climatico, ma attenzione ricordo che il New Deal di Roosvelt prevedeva l'investimento pubblico con lo scopo di elevare le condizioni di vita delle persone. L'Ue invece si concentra sulla tassazione delle emissioni di Co2, finendo per svantaggiare la classe media e lavoratrice.
Attualmente siete tra i non iscritti all'Eurocamera, ma avete avviato una «collaborazione tecnica» con partiti ex socialisti come il ceco Stacilo e lo slovacco Smer. Cosa vi unisce?
L'idea di difendere le istanze sociali e la pace. Su quest'ultima in particolare la sinistra di Left non ha una posizione chiara.
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Il Manifesto 27 settembre 2024
Turingia, accordo CDU e BSW per bloccare la presidenza di AFD
Sebastiano Canetta - Berlino
Fuori dal Parlamento di Erfurt centinaia di cittadini manifestano a gran voce «contro lo spostamento a destra della Turingia» mentre fra gli scranni dell'Aula si consuma il braccio di ferro tutt'altro che tecnico sul regolamento interno secondo cui la presidenza del Consiglio del Landtag spetta a chi ha preso più voti alle ultime elezioni, ovvero ad Afd.
Al di là del non semplice garbuglio delle procedure parlamentari della Turingia, la questione che in altri tempi avrebbe guadagnato al massimo una breve sul quotidiano locale di Erfurt oggi diventa vitale sotto il profilo politico per Spd, Cdu, Verdi, liberali, Linke e Alleanza Sahra Wagengnecht (Bsw): il blocco di partiti antifascisti che ha sottoscritto il patto del «cordone democratico» per impedire ai fascio-populisti di mettere le mani non soltanto sul governo ma anche sulle cariche istituzionali apicali.
Finora l'ostruzionismo palese pubblicamente rivendicato contro l'ultra-destra da parte dei deputati che si riconoscono nei valori nella Costituzione – ha funzionato eccome, anche se il successo del boicottaggio contro Afd al Bundestag nel 2021 non è comparabile con il momento attuale perché all'epoca la Camera federale si era già formata e la bagarre riguardava i presidenti delle Commissioni parlamentari, come ricordano i costituzionalisti tedeschi. Comunque a decidere sul punto sarà la Corte suprema della Turingia, nessuno sa esattamente quando né in che senso.
Nel frattempo scorre la tumultuosa seduta iniziale del nuovo Landtag di Erfurt, interrotta più volte, sintomatica dell'aria che tira dopo la vittoria elettorale di Afd che a inizio mese ha surclassato la Cdu (32,8% contro 23,6). Ma l'inizio dei lavori parlamentari restituisce anche la prova della forza dell'altro outsider delle urne negli Stati della ex Ddr: Sahra Wagenknecht, forte qui a Erfurt di oltre il 15% dei voti è il primo volto dell'album di famiglia della Sinistra (seppure in versione conservatrice) davanti alla Linke del governatore-uscente Bodo Ramelow fermatosi due punti percentuali sotto.
Proprio il Bsw ieri ancora una volta è stato fra i protagonisti della distribuzione delle carte nella partita politica contro Afd. Il partito di Wagenknecht ha stretto l'accordo con la Cdu – il partner con cui tratta la partecipazione al governo in Brandeburgo – per riscrivere da cima a fondo la norma del regolamento parlamentare pro ultra-destra.
«Si tratta di una mossa antidemocratica contro di noi. In questo modo non viene rispettata la volontà degli elettori» tuona Afd incarnata soprattutto da Jürgen Treutler, deputato 73 enne seduto normalmente nella terza fila di banchi ma ora incaricato di un ruolo storico per i fascio-populisti. Anagraficamente, come parlamentare più anziano, è stato chiamato a rivestire la carica temporanea di presidente-senior del neoeletto Landtag in attesa dell'elezione del successore, il futuro presidente del Parlamento; che per il leader di Afd in Turingia, Björn Höcke, corrisponde al deputato Wiebke Muhsal, condannato per frode diversi anni fa.
Il governatore Ramelow, ancora in carica fino alla formazione del nuovo governo, vede la proposta di Höcke – che è il capo dell'ala filo-neonazi di Afd e condannato pure lui per avere scandito slogan del Terzo Reich durante un suo comizio – come una vera provocazione. «Non votiamo la fiducia al candidato di Afd. Punto» taglia corto il politico della Linke.