Dal G20 di Rio un nuovo impulso verso la "Terrestrità"?
DAL G20 DI RIO UN POSSIBILE IMPULSO ALLA CULTURA E ALLA STRATEGIA DELLA TERRESTRITA'
Al G20 "finanziario" di Rio, del 25 e 26 luglio 2024, appena conclusosi è emersa, con una dichiarazione di grande importanza, una nuova proposta globale che noi ecopacifisti potremmo integrare dando il peso necessario all'opposizione contro le guerre in corso, a partire da Ucraina e Medio Oriente.
Ecco il link al sito ufficiale dell'evento: https://www.g20.org/en/
Ed al seguente link vi sono i documenti scaricabili risultanti dalla 3a riunione dei ministri delle finanze e dei presidenti delle banche centrali del G20
La presidenza brasiliana ha puntato i riflettori sui temi della cooperazione, della ristrutturazione del debito e della tassazione dei supermiliardari, in ottica anti-disuguaglianze.
La nostra opinione è che noi dobbiamo appoggiare l'Alleanza globale contro la fame, un'articolazione di politiche pubbliche e meccanismi innovativi che ha l'obiettivo di contribuire a strappare dall'insicurezza alimentare 730 milioni di persone, tra cui un quinto della popolazione africana.
Un punto importante di questo ambito di lavoro è la facilitazione per l'accesso ai fondi verdi per i piccoli agricoltori, che si sono già rivelati tra i più colpiti dai cambiamenti climatici e che costituiscono un'ampia fetta delle persone che soffrono la fame nel mondo.
I Paesi che entreranno a far parte dell'Alleanza globale da qui al G20 dei leader di novembre – il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha già assicurato «l'impegno italiano» – saranno considerati fondatori dell'iniziativa. D'altra parte, la proposta non è rivolta solo alle venti principali economie del mondo, ma a tutti gli Stati e entità che vorranno partecipare. Una macchina che dovrebbe mettersi in moto dal prossimo anno.
L'altra proposta globale che dobbiamo sostenere, naturalmente non adottata ufficialmente, è quella di una tassa sui super-ricchi.
Si tratterebbe, per come proposta dall'economista francese Gabriel Zucman, di un'imposta del 2 per cento su chi ha patrimoni da più di 1 miliardo di dollari, con l'obiettivo di raccogliere 250 miliardi da destinare alla riduzione delle disuguaglianze globali. La proposta è sostenuta da Paesi come Francia, Spagna, Colombia Belgio, così come dall'Unione Africana e dal Sudafrica, che assumerà la presidenza del G20 il prossimo anno.
Una critica a questo G20 "brasiliano" possiamo invece rivolgerla alla decisione di "escludere il linguaggio della geopolitica dagli incontri", per evitare che le discussioni si incaglino sui temi e sui termini più divisivi relativi alle guerre in corso, come già accaduto lo scorso febbraio. Niente Ucraina e niente Gaza, dunque, perché il G20 non viene ritenuto il forum più appropriato a discuterne, nonostante le enormi implicazioni e l'impatto economico di questi conflitti a livello globale.
In sintesi, il vertice di Rio ha prodotto vari documenti, rinvenibili al link che abbiamo indicato.
Quello principale è articolato in otto temi, riguardanti l'economia globale, la riforma delle banche di sviluppo e della governance globale, la cooperazione fiscale internazionale, oltre alla necessità di affrontare il debito dei Paesi poveri, soprattutto quelli del continente africano.
Viene auspicata la riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Tra i rischi negativi per le prospettive citati dai ministri delle Finanze, oltre alla frammentazione economica, all'inflazione "più persistente del previsto", agli eventi climatici estremi e a una produttività inferiore, sono stati citati, però di striscio, anche "le guerre e l'escalation dei conflitti".
L'altro documento fondamentale riguarda la cooperazione internazionale a livello fiscale. Figura "la prima dichiarazione" del gruppo che richiede che i cosiddetti "super-ricchi" versino "la loro giusta quota di tasse", senza però alcun impegno verso l'attuazione di un sistema globale di tassazione, come aveva proposto la presidenza brasiliana. La dichiarazione ribadisce inoltre che le disuguaglianze nella ricchezza e nella distribuzione di reddito "minano la crescita economica" e che il G20 agirà "in modo cooperativo" per garantire che i super-ricchi siano tassati in modo efficace "nel pieno rispetto della sovranità fiscale".
La società civile internazionale può sopperire con una sua idea di foro ONU: una Assemblea dedicata alla "Costituente della Terra", vale a dire la costruzione di garanzie e di istituzioni globali di garanzia, in grado di attuare i principi proclamati di unica umanità custode dell'unico ecosistema globale cui essa appartiene organicamente.
Si tratta di aggiungere ai diritti umani e ai diritti sociali i diritti dell'Umanità in quanto tale e i diritti della Natura.
Il "diritto alla pace" deve concretizzarsi innanzitutto con la messa al bando giuridica delle armi di sterminio di massa, individuando percorsi per la loro eliminazione effettiva.
L'obiezione di coscienza al servizio militare e alla partecipazione bellica va inserita a pieno titolo tra i diritti umani fondamentali.
Il diritto di autodifesa degli Stati non può essere esercitato con modalità che siano in contraddizione con l'obiettivo di "eliminare il flagello della guerra".
Va creato un demanio planetario che sottragga alla mercificazione e alla dissipazione i beni comuni della Natura.
E vanno incardinati i beni pubblici a livello globale: istituzione di servizi sanitari e scolastici globali, a garanzia dei diritti alla salute e all'istruzione, finora inutilmente declamati in tante carte e convenzioni; un fisco globale progressivo, che ponga un freno all'accumulazione illimitata delle ricchezze e serva a finanziare le istituzioni globali di garanzia.
Le tante campagne internazionali in corso da parte dei movimenti di base dovrebbero convergere su questa capacità di costruire alternativa che dia corpo e sostanza attuativa alla declamazione retorica dei governi...