Euromissili: ancora voi! Ed oggi come ieri dovrà scendere in campo una resistenza nonviolenta sincera

14.07.2024

da parte di Alfonso Navarra - coordinatore Disarmisti esigenti (cell. 340-0736871) - 23 luglio 2024

Per quanto riguarda la prima risposta di movimento in Italia da dare alla decisione USA e NATO (quindi UE) di reinstallare gli euromissili a partire dalla Germania (edulcorata con la inattendibile rassicurazione che nel 2026 saranno privi di testate nucleari), tornando alla casella di partenza rispetto alle lotte degli anni '80, ecco sotto esposte le condizioni che riteniamo garantiscano correttezza di impostazione e serietà di risultati del percorso. 

1) Così come Comiso fece da battistrada nella mobilitazione europea dal 1981 al 1987 (l'8 dicembre 1987 è la data degli accordi INF- forze nucleari intermedie tra Reagan e Gorbaciov), oggi questo ruolo spetta al movimento tedesco, che è quello che deve reagire al primo impatto diretto della decisione e mettere in campo la forza di resistenza più intensa e massiccia. 

2) I VIP televisivi e le personalità famose è meglio che si accodino agli appelli lanciati dagli attivisti dei movimenti, in questo caso si tratta di aspettare input dalla Germania, perché - per citare uno tra i tanti motivi - non saranno sicuramente questi personaggi a sdraiarsi davanti alle ruspe che porteranno avanti i lavori di costruzione delle strutture militari. Un eventuale loro ruolo sta nell'appoggiare i movimenti di lotta, non nel lanciare mobilitazioni cui poi non parteciperanno in prima persona. E si sta parlando della resistenza nonviolenta seria, quella basata sulla continuità della azione diretta e della disobbedienza civile, non delle passeggiate una tantum che lasciano il tempo che trovano. Anche su questo punto Comiso docet.

3) Questa mobilitazione comunque è meglio non sia inquinata dall'intervento strumentale delle forze e dai soggetti che parlano di pace all'opinione pubblica e poi al dunque avallano con il voto o le pilatesche astensioni le decisioni istituzionali di guerra. Non possiamo infatti ignorare ciò che legittima e muove la macchina amministrativa pubblica, cioè gli apparati che organizzano in direzione attuativa ben precisa milioni di pubblici funzionari. Dobbiamo allora dire che, finché non ci siano ripensamenti seri suffragati da fatti, non possiamo accettare come riferimenti dichiarazioni inaffidabili come quelle di Strada o Tarquinio o degli eletti Verdi che hanno appoggiato il programma pro guerra di Ursula Von Sturmtruppen (come la chiama in modo efficace e  brillante Marco Travaglio).

E' opportuno ricordare che negli anni '80 del secolo scorso furono i permanenti al Campo internazionale per la pace di Comiso a dare l'effettivo contributo di lotta al Cruisewatching - la rete internazionale di vigilanza antiCruise - quando gli altri pacifisti in Italia, dopo i grandi cortei e i blocchi del 1983, avevano già mollato.  Questa rete, guidata dal campo delle donne di Greenham Common, a 100 km da Londra, fu quella che fece da sponda di base alla politica di Gorbaciov che portò ai citati accordi INF con Reagan nel dicembre del 1987. Lo scrivente, ad esempio, da permanente del Campo di Comiso, si è fatto 8 mesi di carcere preventivo per questo impegno, 6 mesi toccarono a Turi Vaccaro, e potremmo citare altri che hanno rischiato e pagato nella attività di vigilanza...

Gli euromissili della Guerra Fredda - 112 Cruise allora sicuramente con testata nucleare, montati sui camion TEL (trasportatori elevatori lanciatori) - furono effettivamente schierati e la base militare che li ospitò (l'ex aeroporto "Magliocco") fu effettivamente costruita, per lo più da manodopera locale ragusana. Ma noi permanenti non ci arrendemmo e lavorammo dall"inizio del 1984 in poi a ostacolare le esercitazioni mensili dei convogli con i TEL, partenti da quella base, che si addestravano alla guerra nucleare limitata in Europa (la Sicilia faceva da "pagliaio" per l'ago dei missili che dovevano nascondersi in punti di disseminazione segreti che noi riuscivamo a individuare inseguendoli per strada). Avevamo acquistato, con la campagna del metro quadro di pace,  la terra accanto alla porta principale del Magliocco (la "Verde Vigna"), quindi sentivamo quando i convogli con i missili uscivano di notte, i militari non potevano imbrogliarci!

E' fondamentale, sulla base dei fatti, allora sapere in una lotta di chi ci si può fidare e di chi no. Lo abbiamo già scritto nel nostro comunicato del 16 luglio:

"Attualmente a questa possibile escalation nucleare annunciata con la decisione sugli euromissili  non viene opposta una dichiarazione forte e globale del movimento pacifista che si propone come rappresentante del "tema", non come risolutore del "problema". La sensazione è che manchi persino la consapevolezza della gravità della scelta di questo vertice NATO da poco concluso.
Un movimento pacifista che non abbia i terminali capaci di captare i nuovi segnali di guerra è un movimento che arretra nella sua funzione primaria: quella di individuare con prontezza il pericolo e di elevare nell'opinione pubblica la percezione del rischio. È necessario, allora, recuperare prontezza e capacità di comunicazione, nel segno della forza della verità.

Noi Disarmisti esigenti per l'intanto non aspettiamo le scadenze rituali che ci chiudono nel ghetto dei comportamenti ovvi e prevedibili, per quanto a volte massivi e falsamente rassicuranti. Ecco perché abbiamo chiamato a presidiare, a Strasburgo, l'insediamento del nuovo Parlamento europeo (Decima legislatura) , quello che il 18 luglio voterà Ursula Von der Leyen presidente della Commissione UE sulla base di un discorso programmatico in cui la guerra è costituente. Puntiamo gli occhi su Strasburgo anche per rilevare un minimo di coerenza tra il voto chiesto contro la guerra e il comportamento degli eletti."...

La nostra voce potrà farsi sentire con forza e all'unisono con un movimento internazionale, partito dalla Germania, dando concretezza e da subito affidabilità per una lotta di popoli europei contro un riarmo che richiama la dimensione nucleare, al di là delle rassicurazioni fuorvianti, che, oggi più di ieri, se imboccato, (si pensi solo alle innovazioni tecnologiche: velocità ipersoniche, miniaturizzazione, uso dell'intelligenza arificiale), può sfuggire ad ogni controllo e sfociare in un terribile e irrimediabile Olocausto.


Missili Usa in Germania: cosa c'è dietro i piani? (22 luglio 2024)

Gli Stati Uniti vogliono stazionare missili a medio raggio in Germania dal 2026 come segno di forza contro il regime di Putin. Alcuni pensano che il progetto sia buono, altri temono una corsa agli armamenti. Le domande e le risposte più importanti a colpo d'occhio.

Da Mario Kubina 

 Si tratta di un passo storico: per la prima volta dalla Guerra Fredda, gli Stati Uniti vogliono trasferire alla Germania armi che teoricamente potrebbero raggiungere la Russia. La decisione è stata recentemente annunciata a margine del vertice della NATO a Washington e ha sorpreso molti. Si sviluppò rapidamente un dibattito sulle conseguenze dello stazionamento pianificato. BR24 riepiloga lo stato attuale.

Di quali armi stiamo parlando?

Il governo degli Stati Uniti ha annunciato che stazionerà missili da crociera Tomahawk, sistemi di difesa aerea SM-6 e armi supersoniche in Germania. Questo accadrà a partire dal 2026. I missili supersonici annunciati sono ancora in fase di sviluppo. Combinano una velocità particolarmente elevata con una grande manovrabilità. Di conseguenza, tali armi sono difficili da intercettare da parte di un nemico.

Il sistema d'arma SM-6 è costituito da missili antiaerei. Secondo il produttore, può essere utilizzato per distruggere aerei e droni nemici, nonché missili. La discussione attuale, tuttavia, ruota principalmente attorno ai missili da crociera Tomahawk. Da un lato, ciò è dovuto alla lunga autonomia di ben oltre 2.000 chilometri: i Tomahawk potrebbero teoricamente raggiungere obiettivi in profondità in Russia dalla Germania.

D'altra parte, l'attenzione del pubblico per questo sistema d'arma può essere giustificata dal fatto che ricorda in qualche modo l'epoca del conflitto Est-Ovest. Già negli anni '80 gli Stati Uniti avevano portato i tomahawk in Germania, nel corso del riarmo della NATO. A differenza di allora, però, questa volta i missili da crociera non saranno dotati di testate nucleari.

Le armi americane dovrebbero stazionare in Germania in modo permanente?

No. In una dichiarazione congiunta del governo degli Stati Uniti e del governo federale, si parla di uno stazionamento "temporaneo". A lungo termine, la Germania vuole produrre tali sistemi d'arma a lungo raggio insieme ad altri paesi europei come Francia, Italia e Gran Bretagna. Tuttavia, lo sviluppo di tali missili richiede "un po' di tempo", come ha dichiarato il portavoce del governo Steffen Hebestreit in una conferenza stampa la scorsa settimana. Pertanto, i missili da crociera provenienti dagli Stati Uniti devono essere temporaneamente di stanza in Germania.

Quante armi devono essere portate in Germania?

Finora non si sa nulla al riguardo. Lo stesso vale per la questione di dove esattamente saranno posizionati i missili e i missili da crociera. Tuttavia, si può presumere che l'esercito americano utilizzerà le basi locali statunitensi per questo scopo.

Da che parte è nata l'iniziativa dei piani?

Secondo il portavoce del governo tedesco, si tratta di una "decisione dell'amministrazione americana". Tuttavia, il governo tedesco accoglie con favore questo passo. A quanto pare, i colloqui tra le due parti sono in corso da tempo. Questioni di sicurezza sensibili come queste non possono essere discusse "ampiamente sul mercato" prima che venga presa una decisione, secondo Hebestreit. Innanzitutto, si tratta di una questione di competenza delle agenzie governative responsabili. Ora, tuttavia, è possibile una discussione pubblica al riguardo.

Come sono giustificati i piani?

Il governo tedesco sostiene che le armi a lungo raggio possono essere usate come segno di forza. Olaf Scholz ha dichiarato mercoledì scorso nell'"Intervista della settimana" di ARD che non è sufficiente intercettare semplicemente gli attacchi. Bisogna anche "essere in grado di dissuadere qualcuno in modo che non attacchi", ha detto il cancelliere federale. L'obiettivo è impedire lo scoppio di una guerra.

Per "deterrenza", gli esperti di sicurezza intendono l'effetto che le capacità militari di un paese dovrebbero avere su un potenziale aggressore. Il meccanismo desiderato può essere descritto come segue: più forte è il proprio esercito, più un aggressore dovrebbe temere un contrattacco efficace. E secondo questo concetto, più è probabile che l'avversario abbandoni i suoi piani, perché i costi di un attacco sarebbero troppo alti.

A Berlino non si fa mistero del fatto che il regime russo deve essere dissuaso in modo specifico. Claudia Major dell'Istituto tedesco per gli affari internazionali e di sicurezza afferma nel podcast ARD "Forze armate e strategie" che la Russia ha investito "massicciamente" in nuovi missili a medio raggio per 20 anni e li ha generalmente aggiornati. Inoltre, secondo l'esperto di sicurezza, il regime di Putin ha posizionato missili Iskander nella regione di Kaliningrad sul Mar Baltico, che potrebbero trasportare testate nucleari. "Ciò significa che la minaccia è reale".

Cosa dicono i critici dei piani?

L'AfD mette in guardia dal rendere la Germania un "bersaglio" per possibili aggressori. Il Partito della Sinistra teme che si stia avviando una spirale di riarmo. E dal punto di vista dell'alleanza Sahra Wagenknecht, la decisione aumenta il rischio di una guerra tra NATO e Russia. Alcuni nell'SPD vedono anche il pericolo di un'ulteriore escalation a causa dello stazionamento pianificato.

La decisione si applica anche se Donald Trump vince le elezioni?

Almeno questo è ciò che presume il governo tedesco. Funzionari governativi di alto rango affermano che la decisione resterà valida, indipendentemente dall'esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Ma l'esperto di sicurezza Major è scettico. Se Trump vincerà le elezioni in autunno, non si sa come deciderà. Per questo motivo, vede un punto interrogativo dietro il calendario - e in questo contesto fa riferimento anche alle elezioni del Bundestag del prossimo anno.

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta su BR24 il 18 luglio 2024. L'argomento è ancora attuale. Pertanto, abbiamo aggiornato e ripubblicato questo articolo.

da parte di Alfonso Navarra - coordinatore Disarmisti esigenti (cell. 340-0736871) - 14 luglio 2024

La Nato, durante il vertice di Washington conclusosi giovedì 11 luglio, ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale nel 2026 gli Stati Uniti inizieranno a dispiegare loro missili, in risposta a quelle che chiamano violazioni russe del Trattato INF, sul territorio tedesco per una presenza duratura.

L'arsenale statunitense comprenderà

- missili SM-6

- Tomahawk

- armi ipersoniche

che hanno una gittata significativamente più lunga (dai 550 ai 5.500 km) rispetto ai missili attualmente dislocati in Europa.

Non è detto chiaramente se questi missili saranno dotati di testate nucleari oppure no.

Il viceministro degli Esteri russo Sergey Riabkov ha definito la decisione "un anello della politica di escalation, un elemento di intimidazione, che oggi diventa quasi una componente fondamentale della politica della Nato e degli Stati Uniti nei confronti della Russia".

Oggi (14 luglio) i titoli dei giornali sono su "Mosca che minaccia le capitali europee".

E' il modo in cui, ad esempio, il Corsera, con Lorenzo Cremonesi, riferisce una dichiarazione del portavoce del Cremlino, Dmitry Pskov.

" (A seguito dello schieramento di missili statunitensi-ndr) la Russia, di conseguenza, ha identificato alcuni centri europei come obiettivo dei nostri missili. Le capitali europee sono adesso nostri bersagli".

I pacifisti hanno compreso il pericolo che si profila? Che stanno tornando quegli euromissili (ovviamente aggiornati), allora caratterizzati dalla testata nucleare, che in Italia siamo riusciti a fare togliere da Comiso con le lotte degli anni Ottanta?

La mossa della Nato di schierare in Germania missili proibiti dal trattato INF (firmato da Reagan e Gorbaciov nel 1987) costituisce un passo indietro di enorme rilevanza geopolitica. L'accordo era stato disdetto da Trump nel 2019 ma questa mossa è una chiara scelta verso qualcosa di peggio della vecchia guerra fredda, travolgendo l'intera impalcatura di sicurezza costruita faticosamente da Gorbaciov con il sostegno del movimento pacifista degli anni Ottanta. 

Da ora in poi non ci sono più argini e la corsa alle armi "atomiche", per la guerra nucleare limitata in Europa, rischia di prendere il largo . La mossa della Nato avrà, come prevedibile, una contromossa nucleare della Russia, oggi guidata - sembra evidente - non certo da un pacifista. 

Di fronte ad una simile strategia dell'escalation che travolge tutto ciò che è era stato costruito per scongiurare una guerra nucleare (anche accidentale) occorre una presa di posizione pacifista nel senso di un'azione precisa, convinta, coerente. Possibilmente in tempi utili: cioè innanzitutto quando le istituzioni prendono le decisioni in nome dei popoli, legittimando e avviando i comportamenti delle loro macchine amministrative.
Attualmente a questa escalation annunciata non viene opposta una dichiarazione forte e globale del movimento pacifista che si propone come rappresentante del "tema", non come risolutore del "problema". La sensazione è che manchi persino la consapevolezza della gravità della scelta, per quanto addolcita da varie pillole, di questo vertice NATO da poco concluso.
Un movimento pacifista che non abbia i terminali capaci di captare i nuovi segnali di guerra è un movimento che arretra nella sua funzione primaria: quella di individuare con prontezza il pericolo e di elevare nell'opinione pubblica la percezione del rischio. È necessario, allora, recuperare prontezza e capacità di comunicazione, nel segno della forza della verità.

Noi Disarmisti esigenti per l'intanto non aspettiamo le scadenze rituali che ci chiudono nel ghetto dei comportamenti ovvi e prevedibili, per quanto a volte massivi e falsamente rassicuranti. Ecco perché abbiamo chiamato a presidiare, a Strasburgo, l'insediamento del nuovo Parlamento europeo (Decima legislatura) , quello che il 18 luglio voterà Ursula Von der Leyen presidente della Commissione UE sulla base di un discorso programmatico in cui la guerra è costituente. Puntiamo gli occhi su Strasburgo anche per rilevare un minimo di coerenza tra il voto chiesto contro la guerra e il comportamento degli eletti...

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