La campagna Osm/Dpn (obiezione di coscienza alle spese militari per la difesa popolare nonviolenta)


L'Italia va a superare i 29 mila milioni di euro di spese militari nel 2024* ed ha in programma di raggiungere, conformandosi alle decisioni NATO, il 2% del PIL entro il 2028 (stimabili in 40 mila milioni di euro). Che fare? Soprattutto se si considera che la NATO ci sta trascinando in una guerra contro la Russia, che può anche degenerare in confronto nucleare?

(* per la precisione, secondo il servizio studi della Camera, 27.748,5 milioni di euro nel 2023; con un aumento di 1.792,4 milioni rispetto ai 25.956,1 dello scorso anno, 2022. Si veda il dossier elaborato sotto la responsabilità di Alfonso Navarra). 

Legenda: OSM = obiezione alle spese militari; DPN = difesa popolare nonviolenta.


Tanto più se l'esercito  non ha più il compito di difendere la popolazione italiana -come stabilisce la Costituzione- ma presunti interessi nazionali o internazionali, attraverso "missioni" all'estero in una logica di potenza dell'Occidente, come opporsi?

Una idea è l'obiezione alle spese militari, cioè dichiarare in modo pubblico e ufficiale  di volere, per convinzioni maturate a livello profondo di coscienza, "pagare per la pace anziché per la guerra". Versare, prima possibilità, per un fondo alternativo di pace di cui si chiede il rimborso; e tendenzialmente, seconda possibilità, se si vuole fare, al di là della dimostrazione simbolica non da sottovalutare, un gesto forte di disobbedienza fiscale, non versare materialmente allo Stato la quota di tasse che va nella difesa armata. 


Da Comiso in poi. Quaranta anni di difesa popolare nonviolenta


Una oltre quarantenne dal luminoso futuro, si spera. Fu lanciata nel 1982 la Campagna di obiezione alle spese militari (Osm): così i pacifisti e nonviolenti rispondevano all'installazione dei missili a Comiso e tentavano le prime sperimentazioni di Difesa popolare nonviolenta (Dpn). Dai 420 aderenti del primo anno si arrivò a 9.800 nel 1991, pochi mesi dopo la fine della guerra del Golfo, il primo conflitto internazionale a cui l'Italia partecipò dalla fine della seconda Guerra mondiale. Poi la cifra degli obiettori si ridusse a una media standard di un migliaio all'anno.

Attualmente, ridimensionata quantitativamente ma mai ufficialmente dismessa (anche dopo l'abbandono di MIR e MN), abbiamo dei gruppi che la portano avanti in modo inerziale. C'è bisogno di idee nuove e c'è bisogno di rilanciare la LOC, Lega obiettori di coscienza. E la realtà nuova dei Disarmisti esigenti che lavora per la denuclearizzazione a livello internazionale.

La Campagna Osm ha lavorato per la nuova e favorevole disciplina dell'obiezione al servizio militare, e ha contribuito all'avvio di esperimenti di interposizione pacifica in situazioni di conflitto, dall'Iraq, alla Bosnia alla Jugoslavia, dalla Palestina all'Africa. Si trova a dovere confrontarsi oggi con un servizio civile di fatto stravolto nelle sue finalità che avrebbero dovuto vedere al primo posto la promozione della difesa civile non armata e nonviolenta.

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Attenzione, non stiamo parlando, con l'obiezione, di evasione fiscale. La cifra che non paghiamo (eventualmente) allo Stato  - ma di fatto di cui chiediamo il rimborso nella maggioranza dei casi - non ce la teniamo di nascosto in tasca, ma servirà, appunto, a finanziare pubblicamente (lettera al protocollo del Presidente della Repubblica e p.c. al coordinamento della campagna, vedi Guida da scaricare) operazioni di pace e di interposizione nonviolenta. 

Questa cifra è a libera scelta dell'obiettore o può essere calcolata facendo il rapporto tra le spese complessive del bilancio dello Stato e quelle iscritte nel bilancio del Ministero della Difesa. Bisogna anche aggiungere a queste ultime altre spese che figurano nei bilanci di altri Ministeri, o di programmi pluriennali o speciali. 

Un'altra modalità è quella di prendere in considerazione, per cominciare, le spese che possiamo considerare incostituzionali perché riferite a modelli offensivi (e addirittura nuclearizzati): se la nostra Costituzione pacifista ammette solo la difesa di territorio e coesione sociale da aggressioni armate in atto, allora tutto ciò che serve alla cosiddetta "proiezione di potenza", cioè a preparare e fare le guerre, esplicitamente ad alta intensità, fuori dei confini nazionali, va considerato fuori legge e quindi contestato. 

Una campagna di pace

Nei suoi decenni di vita (dal 1982), la pratica dell'obiezione fiscale raggiunse un picco dopo la guerra del Golfo: quasi 10 mila aderenti nel 1991; poi il numero si stabilizzò intorno a un migliaio l'anno. "Per questo -dice Massimo Aliprandini del Coordinamento della campagna Osm-Dpn (Obiezione alle spese militari-Difesa popolare nonviolenta)- dopo quasi 40 anni, desiderosi di riprendere, punteremmo a modalità diversificate, alcune più impegnative, altre meno, per dare a tutti la possibilità di partecipare".

Ecco dubbi comuni sull'obiezione fiscale: "Sarà difficile, io non capisco un bel niente di imposte e il mio commercialista non è sensibile", oppure "il sindacato che mi fa la dichiarazione non si prende questa responsabilità", oppure "sono sempre a credito, già lo Stato mi deve rimborsare", oppure "rischio di pagare multe, ho sentito che si va incontro al pignoramento". Tutto vero, ma ci sono anche, come abbiamo indicato, le "modalità semplificate di obiezione" e poi il coordinamento della Campagna a Milano è sempre pronto a dare consigli. Quanto alle conseguenze -amministrative, perché non si rischia nulla di penale- possono essere evitate scegliendo un tipo più soft di obiezione, quello che come organizzatori oggi consigliamo, o obiettando al di sotto dei 50 euro. Tuttavia, essere pignorati è un atto che può coinvolgere la comunità per la risonanza che crea e aumentare la sensibilità collettiva.

L'"opzione" leggera

Bisogna versare un importo a piacere a una ente che lavora alla Difesa popolare nonviolenta e ai Corpi civili di pace. La dichiarazione, come già si è accennato, va inviata in copia al Presidente della Repubblica e alla campagna Osm, (magari devolvendole qualche euro come forma di sostegno).

L'adesione alla Campagna Osm-Dpn diventa un vero atto di disobbedienza civile -con successiva sanzione amministrativa- quando chi obietta "gira" una parte non versata delle sue tasse al Fondo per la pace della Campagna Osm-Dpn, a favore del Fondo nazionale per il servizio civile o a favore di ong-onlus. 

La dichiarazione di obiezione va inviata all'agenzia delle entrate e, come sempre, alla campagna Osm.

Se il rimborso non viene concesso, si può fare ricorso, rischiando però di dover pagare le spese processuali se vince lo Stato. 

Perfino nel caso di "vera" obiezione-disobbedienza, si può stare tranquilli se la cifra obiettata è inferiore a 50 euro: lo Stato non avvierà azioni di recupero, perché non conviene. Chi invece vuole arrivare al pignoramento, a scopo di sensibilizzazione e protesta, dovrà obiettare per una cifra un superiore, e poi ignorare le cartelle esattoriali che arriveranno. La campagna Osm accompagnerà i pignorati nel loro percorso di resistenza alla guerra.

Il caso di Vittorio Merlini, il primo OSM pignorato

"Iniziai a obiettare alle spese militari agli inizi degli anni '80, poi scoprii che altri otto avevano fatto lo stesso. Ci mettemmo 'in rete' e da lì nacque la campagna Osm. Nell'84 mi arrivò la cartella esattoriale; non la pagai ed ecco il pignoramento, il primo d'Italia per obiezione fiscale. All'epoca lavoravo part-time in una cooperativa forestale, mi fu pignorato un quinto dello stipendio".

"Allora ci si faceva pignorare libri sulla pace, prodotti equi -ricorda ancora Vittorio-, poi si coinvolgevano gli amici nel riacquisto quando lo Stato li metteva all'asta. Era comunque oneroso, ma era un momento di sensibilizzazione e crescita, la stampa ne parlava, si organizzavano incontri pubblici".

QUI SOTTO SI PUO' SCARICARE LA GUIDA OSM 2024 PER L'OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLE SPESE MILITARI

QUI PUOI SCARICARE I VIDEO CHE AIUTANO A PRATICARE OBIEZIONE E OPZIONE FISCALE  

In fondo a questa pagina web riportiamo anche la guida pratica per il 2024 (al momento in attesa dei ritocchi per il varo definitivo ma già strumento utile operativo).



Desaparecida. La legge che non c'è


Nel lontano 1996 Giovanni Russo Spena, che all'epoca era senatore, presentò una proposta di legge per rendere legale l'obiezione fiscale alle spese militari. Il testo prevedeva la facoltà, per il contribuente, di esercitare una "opzione" sull'imposta, in proporzione "alle somme che nel bilancio dello Stato vanno alla costruzione, ammodernamento, rinnovamento, trasformazione, manutenzione straordinaria e completamento di mezzi e materiali relativi alle componenti terrestre, navale e aeronautica delle Forze Armate, nonché di ogni altra spesa relativa agli armamenti". Un'ottima idea. Peccato che il Parlamento non l'abbia mai messa all'ordine del giorno.

Lo stesso è accaduto con la proposta di "Un'altra difesa è possibile", una Campagna per la difesa civile non armata e nonviolenta promossa oggi dalla Rete Italiana Pace e Disarmo. Gli antecedenti stanno nel deposito in Corte di Cassazione, nel luglio del 2014, di una legge di iniziativa popolare (LIP): "Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta".

Nel dicembre del 2015 sei parlamentari (Marcon, Zanin, Basilio, Sberna, Civati, Artini) si incaricano di presentare una proposta di legge che ricalca in toto la LIP. Risultato? per farla breve, come si è anticipato, nel corso di due legislature l'arcipelago pacifista coinvolto non riesce a far calendarizzare la discussione parlamentare della legge. 

L'assemblea della RIPD, svoltasi  a Bologna l'11 e il 12 marzo 2023, decise di tornare alla carica con una ennesima raccolta di firme. La campagna "Un'altra difesa è possibile" è definita come "la proposta costruttiva principale per i prossimi mesi". 

Noi abbiamo una obiezione di fondo rispetto alla impostazione della RIPD: il problema oggi è mettere in atto quanto già conquistato con le normative formalmente in vigore e malamente gestite nella pratica.

SEI PER LA PACE SEI PER MILLE

Una novità del 2023 è l'appello lanciato da un gruppo di personalità pacifiste (Padre Zanotelli, Don Ciotti, Francuccio Gesualdi, Giuseppe Paschetto, Luciano Benini, Alfonso Navarra, etc. per "offrire una risposta concreta ad una situazione di crisi".

Recita l'appello:  "La risposta data dall'Occidente all'aggressione russa all'Ucraina si sta rivelando profondamente sbagliata e pericolosa. L'invio di armi all'Ucraina da parte della NATO, di fatto parte belligerante della guerra ibrida in atto, sta contribuendo solo al prolungamento della scia di morte e distruzione del Paese. Nello stesso tempo la corsa al riarmo degli USA e dei Paesi europei, unitamente allo schieramento di truppe ai confini orientali europei, costituisce un pericolo mortale per la pace del mondo. E mentre le popolazioni europee si trovano in una crisi energetica ed economica senza precedenti, si fa sempre più concreto il rischio del disastro nucleare.

Nonostante i sondaggi dimostrino che i cittadini italiani siano contrari alla risoluzione dei conflitti per mezzo delle armi, il governo prosegue lungo la pericolosa strada imboccata, violando di fatto l'articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti.
Altrettanto grave è la prospettiva di aumentare le spese militari al 2% del Pil, perché ogni euro speso in armi è un euro in meno per i bisogni dell'umanità. I nostri veri nemici sono la povertà, la disoccupazione, il degrado scolastico, la malasanità, la crisi climatica, il degrado ambientale, l'evasione fiscale. Le risorse che forniamo allo stato devono servire per risolvere questi problemi non per alimentare i conflitti tra gli Stati e le fabbriche d'armi
". 

Di qui la seguente proposta:

"Per manifestare la nostra contrarietà alle armi, proponiamo di agire come se l'opzione fiscale fosse già realtà, versando il 6 per mille dell'imposta IRPEF per la difesa civile non armata e nonviolenta".

Sotto in fondo a questa pagina riportiamo la lettera che indirizzammo ai firmatari dell'appello 



Ai firmatari dell'appello SEI PER LA PACE SEI PER MILLE

Ai firmatari dell'appello "Sei per la pace sei per mille"

Carissimi e carissime,

Dopo mesi in cui abbiamo cercato una via per rendere operativo il nostro appello a partire dal lancio dello scorso 2 novembre, dopo esserci confrontati in modo continuativo come gruppo promotore, aver organizzato due incontri con il costituzionalista Francesco Pallante e due incontri rivolti a tutti i firmatari,

siamo ora giunti alla conclusione che in assenza di una normativa che consenta l'opzione fiscale del 6 per mille non siamo in grado di attuare l'iniziativa com'era nelle nostre intenzioni.

Il momento grave ci impone tuttavia di non desistere per cui vi proponiamo di manifestare il vostro dissenso alla politica bellica in atto in due possibili modi:

a) con l'obiezione fiscale alle spese miitari per chi è a debito con lo Stato e simbolicamente con il versamento di una piccola somma per chi non è a debito (ved. Guida all' OSM allegata).

b) Con una lettera al Presidente della Repubblica in cui si chiedano :

1) L'istituzione del Dipartimento della difesa civile, non armata e nonviolenta.

2) il riconoscimento legislativo della facoltà dell'opzione fiscale del 6 per mille per la difesa civile, non armata e nonviolenta.

3) la destinazione delle somme derivanti dagli aumenti annuali previsti per portare le spese per la difesa al 2% del Pil in parti uguali alla difesa civile, non armata e nonviolenta e al servizio sanitario nazionale essendo il diritto costituzionalmente riconosciuto alla salute palesemente violato dal progressivo smantellamento e sotto finanziamento di tale ambito di intervento dello Stato.


La lettera


Al Presidente della Repubblica

La situazione internazionale con il perdurare della guerra in Ucraina, la corsa al riarmo generalizzata, il rischio di catastrofe nucleare, è sempre più grave.

In particolare, per quanto riguarda il nostro Paese, la complicità istituzionale nella escalation bellica e nella militarizzazione è ampiamente oltre i confini del rispetto dell'articolo11 della Costituzione.

Per questo sollecito il rispetto della opinione maggioritaria del popolo italiano sull'interruzione delle forniture militari all'Ucraina e l'impegno di tutte le forze a livello nazionale ed europeo per un urgente cessate il fuoco e l'avvio di un negoziato di pace.

Chiedo inoltre:

1) L'istituzione del Dipartimento della difesa civile, non armata e nonviolenta.

2) il riconoscimento legislativo della facoltà dell'opzione fiscale del 6 per mille per la difesa civile, non armata e nonviolenta.

3) la destinazione delle somme derivanti dagli aumenti annuali previsti per portare le spese per la difesa al 2% del Pil in parti uguali alla difesa civile, non armata e nonviolenta e al servizio sanitario nazionale essendo il diritto costituzionalmente riconosciuto alla salute palesemente violato dal progressivo smantellamento e sotto finanziamento di tale ambito di intervento dello Stato.

Firma:

.......................................


Obiezione alle spese militari 2024: Guida pratica (provvisoriamente valida, in attesa degli ultimi ritocchi) 

Campagna Obiezione alle Spese Militari per la Difesa Popolare non violenta

Movimenti promotori: Lega Obiettori di Coscienza ( L.O.C.) Lega Disarmo Unilaterale (L.D.U.) - Disarmisti Esigenti – WILPF Italia

Aderiscono al 16 giugno 2023 (in colore rosso le conferme attese per rinnovo impegno) : Coord. "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico; Kronos Pro Natura, Comunità delle Piagge (Firenze); Comitato per la denuclearizzazione del Golfo di Trieste; Un Ponte per….., Mondo senza guerre e senza violenza; Casa per la Pace Milano, Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale (CDMPI), Odissea

Il gesto di obiezione per il 2024 è effettuabile fino a novembre

COSTRUIAMO PACE E DISARMO CON LA NONVIOLENZA

Per informazioni sulla campagna :

Centro Nazionale Campagna O.S.M. x D.P.N. c/o Lega Obiettori di Coscienza (L.O.C.) - Via M. Pichi 1 - 20143 MILANO Tel. 02/58101226 - email locosm1972@libero.it – oppure coordinamentodisarmisti@gmail.com

cell.340-0736871 whatsapp 391.14.85.130 –-

SE HAI DETTO NO

Alla guerra come strumento di risoluzione dei conflitti tra i popoli (art. 11 Costituzione Italiana);

alla ricerca, alla produzione, al commercio e all'accumulo di armi;

all'aumento costante delle spese militari e dei bilanci militari nel mondo e in Italia

al modello di difesa armato che è arrivato a pagare militari professionisti, veri e propri mercenari della guerra da impiegare al di fuori dei confini nazionali nelle cosiddette "missioni militari di pace" (il cui vero obiettivo è tutelare e rafforzare gli interessi di potenza ed economici dominanti)

all'intreccio tra minaccia nucleare e minaccia climatica per perseguire un modello economico strutturalmente pacifico in armonia con la Natura per mezzo della giustizia ambientale e sociale

SE VUOI DIRE SI

Al cambiamento, attraverso il transarmo, del sistema di difesa offensivo attuale in un modello difensivo non armato e nonviolento.

Ad una riduzione delle spese militari partendo da quelle incostituzionali

All'approvazione di una legge per l'opzione fiscale con la possibilità di finanziare la pace perseguita con mezzi di pace anziché la guerra.

Alla Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) che:

difende le relazioni sociali libere presenti su un territorio; mantiene i diritti umani, sociali ed economici per tutta la popolazione; organizza un sistema istituzionale per fare tutto ciò con la nonviolenza.

DICHIARA LA TUA OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI (E NUCLEARI)

SCEGLI LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA

La DPN ha acquisito le basi giuridiche per la creazione di istituzioni, modelli ed esperienze alternative alla difesa militare. Esiste in materia un'ampia letteratura internazionale con studi e ricerche di valore giuridico e scientifico. La DPN cresce e si sperimenta anche nelle pratiche di lotte territoriali che possono rappresentare esperienze di difesa popolare di base.

La sperimentazione attuale può portare con azioni civili non armate e nonviolente alla nascita dei Corpi Civili di Pace. Alcuni esempi si possono ritrovare nelle PBI (Peace Brigades International), i Volontari di Pace in Medio Oriente, i Caschi Bianchi, e le forme di cooperazione decentrata su progetti di difesa dei diritti umani e di ecosviluppo solidale.

Storicamente la DPN ha sperimentazioni autorevoli come quelle di Gandhi in India, dei numerosi casi di resistenza nonviolenta contro l'occupazione nazifascista, delle lotte contro la repressione nei paesi del blocco sovietico senza ricorrere alle armi, dei movimenti di opposizione agli euromissili, delle lotte contro le servitù e le basi militari (alcuni esempi: Larzac in Francia, le Murge in Puglia ……)..

Le basi giuridiche della tua obiezione in Italia

Art. 11 Costituzione Italiana; Sentenza Corte Costituzionale 164/1985 ;

Legge 230/1998; Legge 64/2001; D.P.C.M. 18.02.2004; Sentenza Corte

Costituzionale 228/2004 ; Documento del UNSC del 30 gennaio 2006.

CHI PUO' ADERIRE ALLA CAMPAGNA

Può dichiararsi Obiettore/Obiettrice qualsiasi persona maggiorenne, (anche senza reddito) che vuole aderire per proprie convinzioni ben meditate e profondamente sentite ad una riduzione delle spese militari in Italia ed impegnarsi per la costruzione di un modello di difesa nonviolento e non armato.

. MODALITA' DI ADESIONE

· Si compila LA DICHIARAZIONE DI OBIEZIONE - OSM (vedi TESTO sotto riportato)

· Si effettuano uno o più versamenti

· Si spedisce la dichiarazione al Presidente della Repubblica

(anche al capo del governo e ai presidenti sia del Senato che della Camera)

e al Centro Coord. Naz. OSM x DPN. email : locosm1972@libero.it

La disobbedienza civile

Nota bene: chi, trovandosi a debito, in sede di dichiarazione dei redditi, intende obiettare facendo disobbedienza civile (cioè, sottraendo somme effettive) deve segnalarlo sulla dichiarazione dei redditi.

OBIETTIVI GENERALI DELLA CAMPAGNA OSM

·1) A livello politico-istitizionale: legge per l'opzione fiscale, ovvero la possibilità di ogni cittadino di devolvere la parte delle tasse pagate allo Stato per il militare, per un modello di difesa non armato e nonviolento.

2) La costituzione di un Ministero per la Pace. Segnaliamo, quale momento intermedio, tra la migliore applicazione della normativa conquistata e il Minpax, l'iniziativa di "UN'ALTRA DIFESA E' POSSIBILE", anticipata da SEI PER LA PACE SEI PER MILLE.

3) Denuclearizzazione militare e civile, a partire dalla proibizione ONU delle armi nucleari

4) La valorizzazione delle iniziative per la Pace, il disarmo, la difesa dei diritti umani e l'ecosviluppo solidale svolte dai gruppi locali

OBBIETTIVI INTERNI DELLA CAMPAGNA OSM

Potenziamento del Centro di documentazione Nazionale, costituzione di un gruppo di avvocati di sostegno tecnico, creazione di una Fondazione

Come effettuare un versamento

A) Fondo per la PACE utilizzato per gli obiettivi della campagna Osm per la Dpn per le guide e per il centro di documentazione "Mille libri per la Pace. Conto corrente postale n.13382205, intestato a L.O.C. Lega Obiettori di Coscienza Via M. Pichi, 1 -20143 Milano specificare nella causale "Campagna OSM-DPN"- 2024

o tramite bonifico IBAN IT39L0760101600000013382205

c/c banco posta intestato a Lega Obiettori di Coscienza L.O.C.

Via M. Pichi, 1 - 20143 Milano

B) Fermiamo il Fuoco Atomico soggetto costituente dei Disarmisti esigenti. Versamento sempre su conto intestato LOC, specificando nella causale disamo atomico e denuclearizzazione

C) iniziativa locale di resistenza a condizioni e/o strutture militariste

D) SEI PER LA PACE SEI PER MILLE (siamo in attesa della decisione sulla partenza della Campagna)

Dove informarsi

Centro Nazionale Campagna O.S.M. x D.P.N. c/o Lega Obiettori di Coscienza (L.O.C.) - Via M. Pichi 1 - 20143 MILANO Tel. 02/58101226 - email locosm1972@libero.it –

cell.340-0736871 whatsapp 391.14.85.130

DISOBBEDIENZA CIVILE

Al momento del pagamento delle proprie imposte l'obiettore può scegliere di trattenere una parte delle tasse dovute. Questo atto è illegale: l'obiettore commette un gesto di disobbedienza civile.

L'obiettore, che non è un evasore, rende pubblica questa scelta con l'invio della dichiarazione di obiezione anche all'Agenzia delle entrate .

E' una scelta possibile solo per alcune persone, in base alla loro situazione fiscale: lo può fare solo chi deve presentare il mod. 730 o l'Unico (quindi non il solo Cud) ed è a debito.

Es.: sono debitore di 1000 Euro di tasse, scelgo di obiettare 30 Euro: assieme al mio Caf preparo il mod. Unico, dove c'è scritto che devo pagare 1000 Euro, poi vado in banca/posta e pago solo 970

Euro (=1000 - 30) di tasse e quindi faccio un versamento di 30 Euro a una realtà pro-pace.

Non importa tanto la cifra obiettata: la campagna potrà incidere se ci saranno 'granellini di sabbia nell'ingranaggio' persone anche non in gran numero ma disposte a protestare senza arrendersi a questa ingiustizia.

Chi sceglie la strada della disobbedienza civile, dopo alcuni anni, subisce delle conseguenze/ricatti :

· preavviso cartaceo di obbligo al pagamento;

· fermo amministrativo dell'automobile operato dall'esattoria ('agenzia di recupero crediti');

· prelievo forzoso dei soldi dallo stipendio (max il 20% ogni mese)

· Ipoteca su immobili di proprietà. Tutti questi fatti sono possibili occasioni di sensibilizzazione e di richiesta di attestazioni di solidarietà. Il pignoramento di beni, molto praticato dalle esattorie in passato, è oggi una strada residuale.

Chi sceglie la disobbedienza civile è bene che si confronti e si coordini con altri obiettori che hanno percorso questa strada, per ulteriori informazioni, consigli, incoraggiamenti... Info: Andrea Mazzi tel 348-2612771

Se si obietta una cifra inferiore ai 12 Euro le istituzioni non se ne curano e non c'è alcuna conseguenza.

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DICHIARAZIONE DI OBIEZIONE ALLE SPESE MILITARI PER LA DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA

  • Al Presidente della Repubblica, Palazzo del Quirinale, 00187 Roma - Piazza del Quirinale - Tel. 06.46991; Fax 06.46993125 Ind. internet: www.quirinale.it
  • Al Centro Coord. Naz. Camp. OSM-DPN

c/o LOC via M. Pichi 1/E20143 Mi tel . 02.58101226 e: locosm1972@libero.it

Il/La Sottoscritto/a

nato/a a , il , residente a

in via con

nata/o a il tel.

e-mail

eventuale organizzazione di riferimento

DICHIARA

di essere Obiettore/Obiettrice di Coscienza alle Spese Militari, di condividere le finalità della Campagna di Obiezione alle Spese Militari per la Difesa Popolare Nonviolenta, e di aver provveduto a versare:

o A) la somma di € al Fondo per la Pace "Campagna OSM-DPN 2024"

(causale) sul conto corrente postale n. 13382205, intestato alla Lega Obiettori di Coscienza L.O.C. - Via M. Pichi,

1 - 20143 Milano, a sostegno e promozione degli obiettivi (opzione fiscale,riduzione spese militari e DPN), e delle spese organizzative della Campagna. Per chi aderisce alla Campagna senza reddito la somma versata è da considerarsi partecipazione alla campagna.

Settore d'interesse: o disarmo atomico o centro documentazione o fondazione o opzione fiscale o ministero della pace

o B) la somma di € a favore di Disarmisti esigenti (causale: disarmo atomico e denuclearizzazione)

o C) la somma di € a favore di Progetto iniziativa locale (in quanto impegnato in azioni dirette non armate, nonviolente e per la pace) __________________________________________________________

(Altre modalità da sottoporre a decisione: 1) SEI PER LA PACE, SEI PER MILLE; 2) SOLIDARIETA' PALESTINESI)

Per chi fa disobbedienza civile:Il/La sottoscritto/a dichiara di effettuare un atto di disobbedienza civile:

detrae la somma di € dall'imposta della dichiarazione dei redditi versandola al Presidente della Repubblica per iniziative di pace per esercitare il proprio diritto ad un modello di difesa non armato e nonviolento.

 autorizzo  nonautorizzo il centro di raccolta a rendere pubblica la mia adesione alla campagna OSM. In conformità al D.Lgs 30 giugno 2003 n. 196 sulla tutela dei dati personali (Legge sulla Privacy)

Data, Firma

Altra Firma

Allega o Incolla la fotocopia del versamento effettuato sul retro della dichiarazione

ORA SEGUONO DUE MODALITA' AGGIUNTIVE IN DISCUSSIONE PER PRATICARE L'OSM

Volantino OSM: pro Gazawi 

BASTA GUERRE! SE NON VOGLIAMO FINIRE FRITTI O ANNEGATI FACCIAMO LA PACE CON LA NATURA!

Il riscaldamento globale e la malagestione del territorio non perdonano. 

PAGARE PER LA SOLIDARIETA' AI PALESTINESI MASSACRATI, NON PER RIFORNIRE DI ARMI CHI AMMAZZA (E AL CONTEMPO DEVASTA IL PIANETA, CIOE' TUTTI NOI)!

Noi cittadini comuni possiamo darci subito da fare per aiutare le vittime. Possiamo decidere, dal basso, di pagare per la solidarietà con la gente che soffre anziché, per la guerra.

DICHIARIAMO LA NOSTRA OBIEZIONE ALLE SPESE DI GUERRA ED ESIGIAMO IN ALTERNATIVA GIUSTIZIA SOCIALE ED AMBIENTALE PER LA PACE

La nostra proposta di nuova campagna (più precisamente: di una modalità aggiuntiva entro la campagna in corso) ci sembra chiara: unire, aggiungendo una particolare modalità simbolica di obiezione fiscale, la protesta disarmista e pacifista alla istanza di solidarietà anticolonialista verso una popolazione ed un territorio vicini e martoriati.

Concretamente proponiamo ai cittadini, che condividono il nostro sentimento pacifista e di compartecipazione umana, di versare una somma X sul conto corrente che ha ufficialmente aperto ...

Per dare senso politico al tutto, una lettera va allo stesso tempo indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai presidenti dei due rami del parlamento. Copia carbone al centro coordinatore della Campagna OSM. In questa lettera il sottoscrittore si dichiara obiettore/obiettrice alle spese militari, avendo provveduto a versare al Fondo XXXXXX. La lettera deve esprimere la contrarietà alla preparazione delle guerre e alle guerre combattute; in particolare, all'aiuto militare della guerra in Medio Oriente, altro focolaio che, dopo quello ucraino, rischia di unificare quella che Papa Francesco ha definito "guerra mondiale a pezzi".

COSTRUIAMO IL SUPERAMENTO DEL SISTEMA MILITARE E L'ALTERNATIVA DELLA DIFESA NONVIOLENTA

Noi promotori della Campagna OSM-DPN consideriamo la concreta difesa del nostro territorio e della coesione e qualità sociale ivi stabilita parte di una alternativa al modello di difesa armato e nuclearizzato in ambito NATO cui ci opponiamo da anni e che invitiamo a sostituire quanto prima con un transarmo verso la difesa popolare nonviolenta. UNISCITI A NOI per una lotta di lunga durata!

SEI PER LA PACE SEI PER MILLE

Proposta operativa di Giuseppe Paschetto (sotto riportato l'appello originario della proposta di nuova campagna per l'opzione fiscale)

Più difesa con meno armi

La diminuzione delle spese militari e l'alternativa nonviolenta

Link alla riunione del 6 giugno alle ore 18:00: https://meet.jit.si/seipermille

Premessa

La prospettiva internazionale e interna dovrebbe essere quella di avere un contingente di forze armate solo all'ONU per interventi di carattere eccezionale, una difesa comune europea basata su corpi civili di pace e una struttura di difesa italiana in cui trovi sempre più spazio la difesa civile, non armata e nonviolenta.

La proposta L'iniziativa "Sei per la pace? Sei per mille!" individua come ambito operativo l'aumento previsto delle spese militari per arrivare al 2% del PIL come richiesto dalla NATO. L'esigenza della NATO è incrementare le potenzialità di difesa dei singoli Paesi e dell'alleanza stessa ma questa esigenza si interseca con la particolarità della costituzione italiana per quanto afferma all'articolo 11 e con la specificità della legislazione nazionale che inserisce nel concetto di difesa anche attività che esulano dall'uso delle armi. Inoltre è già stato presente nella normativa l'istituto del Comitato di consulenza per la difesa civile, non armata e nonviolenta (Dpcm 18/02/2004)

Partendo da questi presupposti costituzionali e legislativi, tenendo presenti gli obiettivi della nostra campagna e anche il principio di gradualità proposto da Alex Langer negli anni ottanta "Con gli armamenti come con l'astinenza dalla droga pesante: un terapia scalare, cominci a fare dei passi indietro sulle armi e li fai anche se non c'è ancora nessuno dall'altra parte che li fa"

Si può quindi considerare come terreno di azione l'aumento delle spese militari che prevede di arrivare entro il 2028 al 2% del PIL con aumenti annuali dei finanziamenti.

La proposta dovrebbe articolarsi con un'azione nel perimetro politico parlamentare e una in quello della cittadinanza attiva. 1) Lettera ai gruppi parlamentari per richiedere una legge per l'utilizzo integrale degli aumenti previsti per portare l'impegno finanziario al 2% del PIL alla difesa civile, non armata e nonviolenta. Nel contempo si chiederà di legiferare sulla facoltà dell'opzione fiscale del 6 per mille per la difesa nonviolenta o la difesa armata. 2) Versamento volontario a un apposito fondo su Banca Etica già dall'anno in corso del 6 per mille dell'imposta netta da parte dei cittadini. Le somme raccolte sarebbero versate alla istituzione statale per la difesa civile, non armata e nonviolenta nel momento in cui fosse dotata di struttura organizzativa e capacità finanziaria, altrimenti sarebbero usate per finalità coerenti secondo quanto gli aderenti alla campagna sosterranno. Chi si troverà nella condizione di farlo potrà anche scegliere a tal proposito l'obiezione fiscale sul 6 per mille dell'imposta netta.

Fasi dell'iniziativa

Se si decidesse per la continuazione della campagna passando alla fase operativa si tratterà di inviare una lettera alle persone e alle associazioni che hanno fin qui aderito convocando un'assemblea per l'approvazione del passaggio alla fase operativa proposta. Questa è chiaramente la prima operazione da fare coerentemente con quanto previsto nell'appello. Successivamente all'assemblea si dovrà aprire un conto, su banca Etica. Si tratterà poi di lanciare la proposta sia attraverso al lettera ai gruppi parlamentari sia attraverso l'invito ai cittadini ad aderire alla parte riguardante il versamento volontario del 6 per mille.

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QUI DI SEGUITO L'APPELLO ORIGINARIO DEL NOVEMBRE 2022

Campagna: Sei per la Pace, Sei per Mille

Campagna di cittadinanza attiva per pace e disarmo

L'alternativa della difesa popolare nonviolenta

E' venuta l'ora di manifestare concretamente la nostra contrarietà alla politica degli armamenti anche attraverso la via fiscale in modo da sottrarre risorse all'apparato militare. Nel 1991, dopo la prima guerra del Golfo, 10.000 cittadini praticarono l'obiezione fiscale alle spese militari. Ora proponiamo una nuova forma di mobilitazione finalizzata al tempo stesso a ridurre le spese militari e a spingere verso una nuova forma di difesa civile non armata e nonviolenta. Una formulazione tra l'altro già presente nella legislazione italiana allorché nel 1998 la legge 230 istituì l'Ufficio nazionale per il servizio civile, anche col compito di "predisporre forme di ricerca e sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta". In questi anni, tramite la Campagna "Un'altra difesa è possibile", varie organizzazioni hanno presentato una proposta di legge per l'"Istituzione del Dipartimento della Difesa Civile non armata e nonviolenta" , che tra l'altro prevede la possibilità per i contribuenti di esprimere la propria preferenza per la difesa non armata, destinando al previsto Dipartimento il sei per mille della propria imposta IRPEF.

La pace non può aspettare

La nostra vuole essere una risposta concreta ad una situazione di crisi.
La risposta data dall'Occidente all'aggressione russa all'Ucraina si sta rivelando profondamente sbagliata e pericolosa. L'invio di armi all'Ucraina da parte della NATO, di fatto parte belligerante della guerra ibrida in atto, sta contribuendo solo al prolungamento della scia di morte e distruzione del Paese. Nello stesso tempo la corsa al riarmo degli USA e dei Paesi europei, unitamente allo schieramento di truppe ai confini orientali europei, costituisce un pericolo mortale per la pace del mondo. E mentre le popolazioni europee si trovano in una crisi energetica ed economica senza precedenti, si fa sempre più concreto il rischio del disastro nucleare.
Nonostante i sondaggi dimostrino che i cittadini italiani siano contrari alla risoluzione dei conflitti per mezzo delle armi, il governo prosegue lungo la pericolosa strada imboccata, violando di fatto l'articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti.
Altrettanto grave è la prospettiva di aumentare le spese militari al 2% del Pil, perché ogni euro speso in armi è un euro in meno per i bisogni dell'umanità. I nostri veri nemici sono la povertà, la disoccupazione, il degrado scolastico, la malasanità, la crisi climatica, il degrado ambientale, l'evasione fiscale. Le risorse che forniamo allo stato devono servire per risolvere questi problemi non per alimentare i conflitti tra gli Stati e le fabbriche d'armi.

L'opzione fiscale come forma di pressione

Per manifestare la nostra contrarietà alle armi, proponiamo di agire come se l'opzione fiscale fosse già realtà, versando il 6 per mille dell'imposta IRPEF per la difesa civile non armata e nonviolenta. Per questo chiamiamo la nostra campagna "Sei per la pace, sei per mille". Una scelta che proponiamo di accompagnare con l'attuazione di ogni altra iniziativa individuale e collettiva utile ad indurre Governo e Parlamento ad intraprendere politiche di disarmo e di rafforzamento della difesa civile non armata e non violenta, compresa l'istituzione di un Ministero per la Pace.

Aderisci subito

Mentre si stanno definendo i dettagli tecnici della campagna, invitiamo tutti coloro che la condividono, a dare subito la propria adesione compilando l'apposito modulo:
- come persona
- come associazione

I proponenti

Padre Alex Zanotelli - missionario comboniano, direttore di Mosaico di Pace
Don Luigi Ciotti – Gruppo Abele
Moni Ovadia – scrittore e attore
Don Alessandro Santoro – Comunità delle Piagge
Francuccio Gesualdi – Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Rocco Artifoni – Fondazione Serughetti La Porta di Bergamo
Costanza Bartolini- Luci di Resistenza
Luciano Benini – M.I.R. Movimento Internazionale della Riconciliazione
Dino Biggio – curatore degli scritti di Arturo Paoli
Don Ettore Cannavera – Comunità La Collina, Cagliari
Elena Cola
Alex Corlazzoli – maestro, giornalista e scrittore
Andrea De Lotto – maestro, Milano
Giorgio Fogliano
Federica Fratini – Mondo senza guerre e senza violenza
Fausto Giordani- Pax Christi
Roberto Mancini – docente Università di Macerata
Don Mario Marchiori – parroco di Cossato, Una Chiesa a più voci
Edoardo Martinelli – allievo di don Milani e coautore di Lettera a una professoressa
Gianmaria Mello Rella – Assoc. Scuola Aperta
Giampiero Monaca – Bimbisvegli Asti
Paolo Mottana – docente Università Milano Bicocca
Alfonso Navarra – Disarmisti Esigenti
Paola Nicolini – docente Università di Macerata
Anna Paschero – ex Assessore Bilancio comuni Rivoli e Chieri
Giuseppe Paschetto – già assessore alla pace e DPN del Comune di Cossato
Enrico Peyretti – Centro Sereno Regis, Torino
Lorenzo Porta – Centro documentazione per la nonviolenza e i diritti umani
Marco Rolando – neuropsichiatra infantile, Torino
Angelica Romano – Un ponte per
Sergio Scaramal – ex sindaco di Cossato e presidente provincia di Biella
Patrizia Sterpetti – WILPF Italia
Matteo Viviano – Comitato Genovese Scuola e Costituzione

L'obiezione di coscienza al servizio militare si può fare anche oggi

Un invito dalla Caritas di Piacenza (estratti da PIACENZA SERA)

Anche oggi è possibile fare la dichiarazione di obiezione di coscienza. Diciamolo ai nostri figli, e comunque ai ragazzi e alle ragazze che conosciamo, perché il servizio militare non è abolito ma soltanto sospeso e potrebbero essere richiamati. Per questo è ancora oggi importante dichiararsi formalmente obiettori di coscienza, con una lettera firmata. La dichiarazione d'intenti non va presa sotto gamba, è un impegno di vita: è doveroso provare a costruire la pace.

Da rimarcare che, pur in assenza dell'obbligo, ancora oggi è possibile svolgere il servizio civile volontario, che tuttavia sta vivendo un periodo di "sofferenza.

La scelta dell'obiezione di coscienza all'inizio comportava il pagamento di un prezzo, i primi obiettori andavano in carcere. Era una scelta di vita, tale da segnare il passaggio da giovani ad adulti, che ha avuto importanti ripercussioni sulle persone che svolsero il servizio, sulle loro carriere professionali. Andrebbe rilanciato ed "aggiustato" proprio il servizio civile nella forma attuale, perché c'è un po' di fatica sulle adesioni al servizio civile dei giovani di oggi che dobbiamo evidenziare.

Paradossalmente oggi che ci sono molte più disponibilità di posti per il servizio civile volontario rispetto a quando era obbligatorio, abbiamo meno adesioni in generale. I candidati sono meno dei posti disponibili e questo vale per tutti gli enti convenzionati. E tuttavia c'è un fil rouge che lega i vecchi obiettori di coscienza e gli attuali volontari del servizio civile.

La legge sull'obiezione di coscienza è datata 1972, – è stato ricordato – i primi obiettori della Caritas iniziarono nel '78-'79 dopo che venne stipulata la convenzione. A fare da spartiacque per l'impiego dei giovani nella Caritas ci fu il terremoto in Friuli del '76, che segnò la nascita del volontariato moderno, nella quale si innesta l'esperienza dell'obiezione di coscienza. La prima legge sull'obiezione era sostanzialmente "punitiva" perché imponeva un periodo di impiego di 20 mesi, di otto superiore alla naja, poi nell'89 grazie all'intervento della Corte Costituzionale venne corretta e l'obiezione di coscienza equiparata ai 12 mesi del militare. Nel 2003 è venuto meno l'obbligo con una nuova legge (del 2001) che ha introdotto il servizio civile volontario, con la presenza della componente femminile e anche ai giovani stranieri. Ogni anno gli enti convenzionati offrono una serie di posti per il servizio volontario.

Per la Caritas quello dell'obiezione di coscienza è sempre stata un momento snodo, considerata una risorsa formativa fondamentale, perché quegli stessi valori che furono alla base della scelta di tanti ex giovani per la pace, sono una chiave anche per leggere questo particolare e difficile momento storico, rispetto al conflitto in Ucraina che ci sta mettendo in discussione. Allora possiamo sottolineare che questo è il nostro modo per costruire una civiltà della pace, facendo scelte critiche e di valore, capace di mettersi in gioco.

SPECIALE DICHIARAZIONE DEI REDDITI

DA L'AVVENIRE DEL 4 GIUGNO 2024. Per la presentazione c'è tempo fino al 30 novembre, ma prima devono essere versate le imposte, cioè entro il 30 giugno o, al costo di una piccola maggiorazione, entro il 30 luglio


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